Al primo posto della classifica redatta dall’Osservatorio permanente di Reputation Manager, società leader nell’analisi e nella gestione della reputazione virtuale di brand e figure di spicco del panorama imprenditoriale, c’è Urbano Cairo, patron della Cairo Communication (La7), salito di una posizione rispetto ai mesi scorsi, con 77,1 punti, aggiudicarsi il 1° posto . Tra i più votati perché la sua dinamica manageriale ossia per quell’insieme di competenze tecniche e manageriali che assieme alla flessibilità, all’apertura mentale e alla capacità di gestione e valorizzazione della diversity, nel tempo gli ha fatto raggiungere grandi obiettivi. Anche quando gli obiettivi da raggiungere sembravano impossibili. E forse è proprio questo che piace di lui. La perentorietà che ha nel raggiungere un traguardo senza fretta e sosta.
Classe 1957 , nato a Masio, in Piemonte, nell’Alessandrino, neolaureato all’Università Bocconi di Milano, nel 1981 legge un’intervista di Silvio Berlusconi su Capital, nella quale l’imprenditore milanese invita i giovani con buone idee a contattarlo. Urbano Cairo prende per vere le parole del fondatore di Canale 5 e si presenta nei suoi uffici per farsi ricevere. Diventa il suo assistente personale, poi per Fininvest nel 1982 compra Italia 1. Nel 1993, quando Berlusconi è impegnato a valutare un suo ingresso in politica, Cairo prende parte a numerosi incontri finalizzati alla creazione di numerosi club dai quali in seguito nascerà Forza Italia. L’idillio con Berlusconi si rompe. Cairo viene licenziato e alla fine del 1995 dà vita alla Cairo Pubblicità, concessionaria delle testate Io Donna, Oggi e TV Sette che poi sviluppa con strategia multimediale con la tv a pagamento e digitale e con internet. Nel 1999 acquista la Editoriale Giorgio Mondadori che in un anno raggiunge il breakeven economico. Nel 2000 il Gruppo Cairo Communication entra in Borsa e nel 2002 ottiene la concessione per la raccolta pubblicitaria di La7 che viene poi acquisita nel 2013. Nel 2003 viene fondata la Cairo Editore che lancia dal 2004 al 2016 due mensili e nove settimanali di successo. Nel 2005 acquista il Torino F.C. portandolo in una sola stagione in serie A. Nel 2016 Cairo Communication promuove un’offerta pubblica di acquisto e scambio sulla RCS MediaGroup acquisendone il controllo (59,69%) nel successivo mese di luglio.
Al secondo posto c’è Francesco Starace (Enel), con 67,8 punti. Classe 1955, sposato con due figli e grande appassionato di ciclismo e poesia nonché tifoso della Roma, si è laureato in Ingegneria Nucleare presso il Politecnico di MIlano nel 1980. Dal maggio 2014 è Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel S.p.A. Entrato a far parte del Gruppo Enel nel 2000, ricoprendo varie posizioni manageriali di primo piano, tra cui quella di Direttore dell’Area di Business Power (da luglio 2002 a ottobre 2005) e di Direttore della Divisione Mercato (da novembre 2005 a settembre 2008), dal 2008 al 2014 è stato Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel Green Power, società del Gruppo dedicata alla generazione di energia da fonti rinnovabili e tra i principali protagonisti nel settore delle rinnovabili a livello globale. Nel novembre 2010, Starace ha guidato il collocamento della società sui listini delle Borse di Milano e Madrid con una capitalizzazione di mercato pari a 8 miliardi di euro. Ha iniziato la sua carriera occupandosi della gestione della costruzione di impianti di generazione elettrica, inizialmente nel gruppo General Electric, poi in ABB Group e successivamente in Alstom Power Corporation, come responsabile delle vendite globali per la Divisione turbine a gas. Successivamente ha lavorato negli Stati Uniti, in Arabia Saudita, Egitto e Bulgaria. Membro dell’Advisory Board del Sustainable Energy 4 All delle Nazioni Unite, dal maggio 2014, dal maggio 2015 fa parte del Consiglio di Amministrazione del Global Compact delle Nazioni Unite. Da gennaio 2016 a gennaio 2018 è stato co-presidente dell’Energy Utilities and Energy Technologies Community del World Economic Forum. Nell’ottobre 2016 è stato nominato co-presidente del B20 Climate & Resource Efficiency Task Force. Nel giugno 2017 è stato eletto Presidente di Eurelectric, l’associazione di settore dell’industria elettrica a livello europeo. Nel settembre 2017 è stato nominato dalla Commissione Europea membro della “Multi-stakeholder Platform on the Implementation of the Sustainable Development Goals in the EU”. Il 24 aprile scorso è stato insignito dell’Onorificenza della Medaglia dell’Ordine dell’Aquila Azteca da parte del Governo Messicano per il suo importante ruolo nella collaborazione e cooperazione tra i due paesi, in materia economica e nel settore energetico e il 31 maggio scorso, è stato nominato “Cavaliere del Lavoro”, un riconoscimento conferito da parte del Presidente della Repubblica Italiana per l’impegno e i risultati raggiunti finalizzati al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del Paese.
Al terzo posto, con 65,1 punti c’è John Elkann (FCA). Nato a New York, classe 1976 è sposato con Lavinia Borromeo epadre di tre figli. Appassionato di regate e di auto d’epoca, si laurea a Torino in ingegneria gestionale. Proprio nel 1997 John Elkann viene scelto dal nonno Gianni Agnelli, come suo successore, dopo la morte di Giovanni Alberto Agnelli, nipote di Gianni e figlio di Umberto, deceduto a 33 anni mentre era in procinto di diventare la guida del Gruppo Fiat. Dopo essere entrato nel consiglio di amministrazione di Fiat e dell’Accomandita Giovanni Agnelli & C. , nel 2001 a soli 21 anni entra in qualità di membro del Corporate Audit Staff nella General Electric, svolgendo mansioni in Europa, negli Stati Uniti e in Asia. A partire dal 2003 comincia a lavorare al rilancio del Gruppo Fiat e dopo essere entrato nell’Ifil, nel 2004 (morti il nonno Gianni e lo zio Umberto) diventa vicepresidente di Fiat. Nello stesso anno ha un ruolo decisivo nella scelta di Sergio Marchionne, come amministratore delegato del gruppo. Nel mese di maggio del 2008 Elkann viene eletto, con decisione unanime del consiglio di amministrazione e dei soci, presidente dell’Ifil, la holding operativa del gruppo: la società, dopo essere stata unita con Ifi (la finanziaria di famiglia che controlla l’Ifil), viene rinominata Exor l’anno successivo.
Il 21 aprile del 2010 John diventa presidente di Fiat Group, al posto di Luca Cordero di Montezemolo, andando a occupare quella stessa poltrona su cui nonno Gianni si era seduto per la prima volta nel 1966, quando aveva quarantacinque anni. Diventato, dunque, plenipotenziario del gruppo, una settimana più tardi John Elkann nomina Andrea Agnelli, suo cugino, presidente della Juventus. Passano poche settimane e Elkann viene nominato anche presidente della Giovanni Agnelli e C. Sempre nel 2010 ottiene il premio “Appeal of Conscience”, riconoscimento fondato dal rabbino Arthur Schneier che venticinque anni prima era stato vinto anche da nonno Gianni. A partire dal 1° gennaio del 2011 è presidente di Fiat Spa, una società sorta dopo il deconsolidamento di Fiat Industrial e trasformatasi, in seguito alla fusione con il gruppo Chrysler, in Fiat Chrysler Automobiles (FCA). A febbraio assume la carica di amministratore delegato di Exor. Nel marzo 2012 partecipa in qualità di armatore alla traversata del team di Giovanni Soldini, grande velista italiano, da Miami a New York a bordo di un monoscafo Maserati, destinata a stabilire il nuovo primato di categoria con lo scopo di coprire le 947 miglia di distanza. Nel 2013 viene inserito dalla rivista “Fortune” nella classifica dei manager con meno di quarant’anni più influenti di tutto il mondo, collocandosi al quarto posto della graduatoria. Partecipa a un’altra regata, la Transpac Race, da Los Angeles a Honolulu, prima di dedicarsi alla Cape2Rio, che da Cape Town porta a Rio de Janeiro, sempre come membro dell’equipaggio. A partire dal 2013, inoltre, siede nel board di News Corp, l’azienda australiana guidata da Rupert Murdoch. Editore del gruppo LaStampa, a metà del 2017, in occasione dell’anniversario dei 150 anni dalla fondazione del quotidiano, organizza un importante meeting The future of newspaper, che riunisce a Torino personalità influenti del mondo dell’informazione, tra cui Jeff Bezos (editore del Washington Post), Lionel Barber (editore del Financial Times), Louis Dreyfus (capo di Le Monde), Mark Thompson (capo del New York Times). Al 4 posto con 65,0 punti, classe 1955, c’è Claudio Descalzi, amministratore delegato Eni. Nominato Amministratore Delegato di Eni nel maggio 2014, Claudio Descalzi arriva a ricoprire tale ruolo dopo oltre trent’anni di esperienza all’interno del Gruppo, dove entra nel 1981 come Ingegnere di giacimento.Inizia la sua attività in azienda in qualità di Project Manager, con il compito di seguire l’espansione delle attività nel Mare del Nord, in Libia, in Nigeria e in Congo. Nel 1990 diviene Responsabile delle attività operative e di giacimento in Italia. Negli anni successivi ricopre il ruolo di Managing Director nella consociata di Eni in Congo (1994-1998) e successivamente in quella in Nigeria, dove lavora anche come Vice Chairman fino al 2000. Promosso Direttore dell’area geografica Africa, Medio Oriente e Cina , supporta il lancio del Progetto Western Libyan Gas, il primo a monetizzare il gas naturale libico attraverso l’esportazione e la vendita in Italia. Tra il 2002 e il 2005 Claudio Descalzi dirige l’area geografica Italia, Africa e Medio Oriente e contemporaneamente è nel Cda di diverse consociate Eni. Dal 2005 è Vice Direttore Generale della Divisione Exploration Á Production, e ne diventa Chief Operating Officer tre anni dopo. Fino al 2014 si occupa della definizione dei piani di sviluppo delle attività upstream in Italia e all’estero: la campagna di esplorazione in Monzambico e il lancio di Goliat in Norvegia sono due dei numerosi progetti realizzati sotto la sua gestione. «L’energia è il mio mondo e la mia passione. Da oltre 35 anni giro il pianeta per Eni e mi dedico a trasformare le risorse naturali della Terra in valore e opportunità di sviluppo», dice Descalzi. Nel 2008 assume la Presidenza di Assomineraria e nel 2010 quella di ENI UK: guiderà entrambe le realtà fino alla nomina di AD, votata dal Cda nel Maggio del 2014. Nel corso della sua carriera ha inoltre ricoperto diverse posizioni in ambito associazionistico e accademico: Componente del Consiglio Generale di Confindustria, Consigliere di Amministrazione della Fondazione Teatro alla Scala, Visiting Fellow of The University of Oxford, Membro del National Petroleum Council per il 2016/2017. Nel dicembre 2015 entra a far parte del «Global Board of Advisors del Council on Foreign Relations». Ha ricevuto diversi riconoscimenti ed è stato il primo europeo che nel 2012, si è aggiudicato il prestigioso premio internazionale SPE/AIME “Charles F. Rand Memorial Gold Medal 2012” conferito dalla Society of Petroleum Engineers e dall’American Istitute of Mining Engineers (AIME): è stato il primo europeo ad esserne insignito.
Al 5 posto Remo Ruffini (Moncler). Al 5 posto, con 58.78 punti, si trova Remo Ruffini, comasco, classe 1961, è Presidente e Amministratore Delegato di Moncler. La sua formazione professionale inizia nell’azienda del padre, la Gianfranco Ruffini Ltd, attiva sia in Italia che negli Stati Uniti. Rientrato in Italia nel 1984, fonda la New England, specializzata in camiceria maschile, di cui ben presto diversifica la proposta con una linea completa di sportswear e una collezione donna. Nel 2003 Remo Ruffini rileva Moncler, storico marchio franco-italiano specializzato nella produzione di duvet, per il quale avvia un progetto di rilancio internazionale che porta dopo solo un decennio, nel 2013, alla quotazione del brand in borsa sulla Piazza di Milano. L’intuizione di Ruffini si focalizza sull’idea del ‘piumino globale’, versatile e perfetto per tutte le occasioni. Un approccio rivoluzionario che gli fa conquistare il successo internazionale. A fine 2016 supera il miliardo di euro di ricavi ed è presente in 70 paesi, continuando a crescere a doppia cifra anche alla fine del 2017 (+16% ), anno in cui riceve il premio EY “L’imprenditore dell’anno”, dopo quello ricevuto dalla rivista americana Wwd. Nel 2017 termina la collaborazione con Giambattista Valli e Thom Browne, i due designer delle collezioni Moncler Gamme Rouge e Moncler Gamme Bleu che sfilano a Parigi e chiude le due collezioni lusso.
Sul fronte donne manager, invece secondo l’Hollywood Reporter, che premia le donne manager influenti e innovatrici del mondo dei media e che stanno cambiando a livello globale il modo di guardare la tv, Marina Berlusconi, presidente di Fininvest e di Mondadori ed Eleonora Andreatta, direttrice di Rai Fiction, sono tra le 25 donne piu’ influenti e potenti del settore della tv e dell’entertainment . «La piu’ grande sfida per il futuro», ha dichiarato Marina Berlusconi alla rivista, «è quella di rimanere competitivi in un mercato che sta radicalmente cambiando». «La mia opionione», ha detto Andreatta, «è che il pubblico sia molto piu’ disposto a essere sfidato e e stimolato di quanto si pensava una volta». Nella lista compaiono, tra le altre, Rebecca Campbell (presidente di Walt Disney EMEA), Delphine Ernotte Cunci (presidente e Ceo di France Televisions) e alcune delle piu’ importanti manager di aziende come Apple, Netflix e Amazon.
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