di Katherine O’Sulllivan
È innegabile che Hillary Clinton abbia aperto la strada a nuovi scenari politici per le donne. Nonostante la sua sconfitta contro Trump alle Elezioni del 2016, lei portando a casa un risultato di soli 232 Grandi Elettori e lui di 306, (N.d.R.: la soglia minima per essere eletti è di 270 Grandi Elettori su 538), la Clinton pur essendo stata accusata di avere legami con l’establishment, criticata per la sua incapacità politica di negoziare e mancanza di polso, per avere sottovalutato all’epoca le aspettative di cambiamento dei Millennials, la rincorsa di Bernie Sanders ed errore gravissimo, non avere mai messo piede negli Stati decisivi come il Michigan, il Wisconsin e la Pennsylvania, che le hanno poi girato le spalle, ha comunque lasciato il segno.
Così dopo Elizabeth Warren, attuale senatrice degli Stati Uniti dal Massachusetts e Tulsi Gabbard, in precedenza conosciuta come Tulsi Gabbard-Tamayo, dal 2013 membro della Camera dei rappresentanti per lo stato delle Hawaii, la senatrice statunitense Kirsten Gillibrand, eletta dal 2009 nello stato di New York, ha annunciato la sua candidatura alle elezioni presidenziali del 2020. Precedentemente nota per essere una delle senatrici più moderate del Partito Democratico, oggi è una delle più grandi oppositrici di Trump al Congresso.
“Now is time for action”, dice la Kirsten. Da sempre molto impegnata sui diritti civili e l’emancipazione delle donne, fu proprio lei, tra i primi esponenti del Partito Democratico, a chiedere le dimissioni dell’ex senatore Al Franken, dopo le accuse di molestie, ma anche a dire che Bill Clinton dopo la sua relazione extraconiugale con Monica Lewinsky avrebbe dovuto dimettersi.
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