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TUTTO QUELLO CHE OCCORRE SAPERE SULLE PENSIONI DOPO QUOTA 100, OPZIONE DONNA, PENSIONE ANTICIPATA, APE, PRECOCI E ASSEGNO SOCIALE


di Paolo Canvas

Lo dice il decreto che introduce il diritto alla pensione anticipata, senza alcuna penalizzazione, al raggiungimento di un’età anagrafica di almeno 62 anni e di un’anzianità contributiva minima di 38 anni, la cosiddetta “pensione quota 100”.

Il ritiro dal lavoro sarà possibile, in prima applicazione, dal primo aprile 2019 per i lavoratori privati che abbiano raggiunto i requisiti indicati entro il 31 dicembre 2018 e dal primo agosto 2019 per i lavoratori pubblici che li abbiano maturati all’entrata in vigore del decreto. Inoltre, potranno andare in pensione dal prossimo primo settembre (inizio dell’anno scolastico) i lavoratori della scuola. Ecco l’analisi punto per punto del decreto in attesa
che venga emanato dal Presidente della Repubblica e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. L’entrata in vigore è prevista dopo 15 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

  • possibilità di andare in pensione in anticipo con 42 anni e 10 mesi di contributi, se uomini, e con 41 anni e 10 mesi di contributi, se donne. Maturati i requisiti, i lavoratori e le lavoratrici percepiscono la pensione dopo tre mesi;
  • possibilità per le donne di andare in pensione a 58 anni se dipendenti e 59 se autonome, con almeno 35 anni di contributi al 31 dicembre 2018;
  • riscatto agevolato del periodo di laurea entro i 45 anni;
  • facoltà di riscatto di periodi non coperti da contribuzione, con una detraibilità dell’onere del 50 percento in cinque quote annuali e la rateizzazione fino a 60 mesi, a condizione di non aver maturato alcuna contribuzione prima del 31 dicembre 1995 e di non essere titolari di pensione

Le altre opzioni

  • SETTORE SCOLASTICO per tutti questi dipendenti il decreto stabilisce che la domanda di pensionamento con quota 100 debba essere presentata entro il 28 febbraio 2019 con possibilità di uscita a partire dall’inizio dell’anno scolastico o accademico 2019/20.
  • OPZIONE DONNA E’ prevista l’uscita anticipata (la pensione in questo caso viene ricalcolata con il metodo contributivo, con una penalizzazione tra il 20 e il 25%) per  le dipendenti con almeno 58 anni e le autonome con almeno 59, con 35 anni di contributi. Si applica una finestra mobile di 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome.
  • PENSIONE ANTICIPATA Non si perde il diritto di andare in pensione con un po’ di anticipo. Gli uomini con 42 anni e 10 mesi di contributi e le donne con 41 anni e 10 mesi di contributi. L’assegno si riceve tre mesi dopo la data di maturazione dei requisiti.
  • APE SOCIAL Si può ottenere dai 63 anni con 30 anni di contributi versati per chi si trova in condizioni di disagio: disoccupati, chi assiste familiari disabili, persone con invalidità pari al 74% o più e chi svolge lavori faticosi.
  • PRECOCI Per i precoci, ossia tutte quelle persone che sono entrate nel mondo del lavoro prima del compimento della maggiore età, quindi si fa riferimento a una categoria di lavoratori che prima della Riforma Fornero del 2012, raggiungeva i 40 anni di contributi necessari alla pensione con un’età anagrafica anche antecedente i 60 anni, è prevista una finestra di tre mesi e potranno uscire con 41 anni di contributi. Tra i requisiti: devono svolgere attività particolarmente faticose oppure trovarsi nella necessità di
    assistere un loro congiunto ammalato e/o disabile. , invalidi civili almeno al 74% o disoccupati che abbiano esaurito la Naspi e passato un ulteriore trimestre di inoccupazione.
  • ASSEGNO SOCIALE passa da 513 a 780 euro
    Dal 1° gennaio 2019 per effetto dell’innalzamento dei requisiti dell’età pensionabile di cinque mesi il sostegno economico dedicato a chi versa in condizioni di bisogno economico potrà essere corrisposto al compimento dei 67 anni . A chi spetta? Ai cittadini italiani che risiedono effettivamente ed abitualmente in italia. Ai cittadini italiani sono stati equiparati i cittadini comunitari e quelli extra-comunitari in possesso della carta di soggiorno purché siano residenti in Italia. Questi soggetti devono però dimostrare di avere soggiornato legalmente in Italia ed in via continuativa da almeno 10 anni.


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