di José Alicante
Operazioni di ricerca a rischio in Brumadinho dopo la rottura della diga di proprietà della società Vale, che venerdì scorso ha causato un’ enorme marea di fango che in pochi minuti ha seppellito la caffetteria del sito, dove i lavoratori stavano pranzando, e almeno un autobus che trasportava dipendenti, prima di inghiottire edifici, veicoli e strade. Ancora incerte le motivazioni della rottura. Quello che ad oggi è certo è il numero delle vittime: 58.
Sabato, i servizi di emergenza hanno utilizzato elicotteri e macchine movimento terra nella ricerca di sopravvissuti.
L’autobus che trasportava lavoratori, ma non era chiaro quante persone ci fossero dentro, è stato trovato. Tre i sopravissuti, che si sono salvati soltanto perché in quel momento erano su un pick-up.
Il presidente Jair Bolsonaro, che sabato ha sorvolato l’area del disastro in un elicottero, ha twittato dicendo che è difficile non diventare “emotivi” dopo aver visto le dimensioni della devastazione. Aggiungendo di avere accettato un’offerta da parte di Israele che si è offerto di inviare attrezzature di ricerca che potrebbero trovare persone sepolte nel fango.
Gli sforzi di salvataggio sono stati sospesi poche ore fa per timore che un’altra diga esplodesse e poi ripresi
In totale circa 366 persone sono state salvate, dice il dipartimento dei vigili del fuoco del Minas Gerais. Di questi, 23 sono stati portati in ospedale.
Secondo il tenente Pedro Aihara, un portavoce dei vigili del fuoco, ora la priorità è garantire la sicurezza di tutte le persone a rischio a causa della minaccia della rottura della diga numero 6.
Secondo il tenente questa diga pare abbia raggiunto un volume compreso tra 3 e 4 milioni di metri cubi di acqua (m3), nonostante da sabato l’acqua vienga pompata per abbassare la pressione. In questo momento il volume è di circa 840 mila m3: 24.000 le persone a rischio, ma per fortuna solo 3.000 circa devono essere evacuate.
Nel 2005 esplose una miniera..
Il 5 novembre 2015, una diga – anch’essa di proprietà di Vale (e BHP Billiton) esplose in una miniera di Samarco a Mariana. All’epoca più di 60 milioni di metri cubi, sufficienti a riempire 20.000 piscine olimpioniche, si riversarono nell’area circostante.
Dopo un lungo processo, BHP Billiton e Vale hanno raggiunto un accordo con il Governo Brasiliano che ha preteso un risarcimento di 6,8 miliardi di reais (1,8 miliardi di dollari).
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