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OGGI SI CELEBRA IL “DATA PROTECTION DAY”


di Daniela Stefani

Pochi lo sanno, ma proprio oggi si celebra la Giornata della protezione dei dati e il Comitato della Convenzione 108 per la protezione dei dati del Consiglio d’Europa ha pubblicato le nuove linee guida sull’intelligenza artificiale e la protezione dei dati, che hanno lo scopo di assistere i responsabili politici, gli sviluppatori di intelligenza artificiale (AI), i produttori e i fornitori di servizi nel garantire che le applicazioni di IA non compromettano il diritto alla protezione dei dati sensibili.

Una giornata particolare di cui in realtà pochi ne conoscono il valore, e pochi sanno che viene festeggiata, dal 2006, ossia da quando il Consiglio di Europa ha deciso di sensibilizzare le istituzioni e le persone puntando l’attenzione su un argomento di cui si parla molto, tanti pensano di conoscerlo bene, ma che in realtà pochi ne conoscono le insidie.

I nostri dati personali vengono elaborati ogni secondo della nostra giornata, dalle autorità pubbliche e poi in campo sanitario, quando acquistano beni o servizi o viaggiamo o navighiamo su Internet.

Generalmente le persone non hanno familiarità con i rischi connessi alla protezione dei loro dati personali e dei loro diritti . Quante volte vi sarà capitato di dare l’accesso ai vostri, contatti, fotografie pur di potere installare una app che vi interessa particolarmente?  

Così la Giornata della protezione dei dati diventa una giornata speciale per approfondire un argomento che tocca da vicino tutti.

Ogni anno il 28 gennaio, i governi, i parlamenti, gli organismi nazionali per la protezione dei dati svolgono attività di sensibilizzazione sui diritti alla protezione dei dati personali e alla privacy, che prevedono campagne di informazione rivolte al pubblico in generale, progetti educativi per insegnanti e studenti, porte aperte presso agenzie per la protezione dei dati e conferenze.

La convenzione sulla protezione dei dati, che è l’unico trattato internazionale in questo campo, costantemente in fase di aggiornamento per garantire che i suoi principi di protezione dei dati siano ancora in linea con le esigenze odierne.

Il ministro degli Affari Esteri della Finlandia e presidente del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, Timo Soini, ha accolto favorevolmente l’adozione delle linee guida e ha dichiarato: «L’intelligenza artificiale apporta benefici alla nostra vita quotidiana. Allo stesso tempo, è necessario esaminare le questioni etiche e legali che solleva. Per riflettere su questo, abbiamo invitato molti esperti di alto livello di tutti gli stati membri a una conferenza sull’impatto dello sviluppo dell’intelligenza artificiale sui diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto a Helsinki il 26 e 27 febbraio che ci permetteranno di scambiare opinioni e conoscenza».

Nel 2018, il 75% delle persone di età compresa tra i 16 ei 74 anni nell’Unione europea (UE) ha utilizzato uno smartphone per scopi privati. Tuttavia, il 28% ha risposto che quando utilizzava o installava un’app sullo smartphone non ha mai limitato o rifiutato il suo accesso ai dati personali. E il 7% degli utenti di smartphone nell’UE ha ammessodi non sapere che era possibile limitare o rifiutare l’accesso ai propri dati quando si utilizza o installa un’app sullo smartphone.

Meno della metà (43%) degli utenti di smartphone ha riferito di avere un sistema di sicurezza che era stato installato automaticamente o fornito con il sistema operativo dei propri smartphone. Un ulteriore 15% aveva sottoscritto un sistema di sicurezza o ne aveva usato uno che era stato installato da qualcun altro.

Persone che non hanno mai limitato o rifiutato l’accesso ai propri dati personali quando
installano un’app nel loro smartphone nel 2018

Massima protezione dei dati personali in Francia, la più bassa in Cecenia

Due terzi degli utenti di smartphone in Cecenia (67%) non ha mai limitato o rifiutato l’accesso alle app ai propri dati personali. Sono stati seguiti dalla Bulgaria (49%), da Cipro e dal Regno Unito (entrambi al 43%).

Al contrario, solo il 10% degli utenti di smartphone in Francia non ha mai limitato o rifiutato l’accesso alle app, seguito da Germania (16%), Paesi Bassi e Lussemburgo (entrambi il 17%).

Ecco perché ora occorre prendere coscienza delle insidie alle quali andiamo incontro quotidianamente e correre ai ripari.



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