di Miguel Gallardo
Alla vigilia dell’incontro di giovedì a Montevideo di alcuni Paesi dell’Unione Europea e il Messico, per cercare soluzioni politiche alla crisi in Venezuela, ieri l’Assemblea Nazionale ha approvato una risoluzione che respinge “qualsiasi dialogo o gruppo di contatto che estende la sofferenza della gente “, come annunciato su Twitter dal suo presidente, Juan Guaidó. La Camera ha anche espresso il proprio apprezzamento a tutti coloro che hanno ribadito il loro sostegno a Guaidó, e in particolare ai paesi europei che lo hanno riconosciuto presidente ad interim.
L’Assemblea nazionale venezuelana, controllata dall’opposizione, ha approvato a Caracas “una strategia di aiuto urgente complesso in alimentazione e salute per l’emergenza umanitaria”, rivolta “alle persone la cui vita è in pericolo”. L’Assemblea, presieduta da Juan Guaidó, ha deciso di opporsi alla posizione del presidente Nicolás Maduro che si è detto contrario al suo ingresso perché rappresenterebbe il pretesto per un intervento militare degli Stati Uniti. Intanto il presidente dell’Assemblea nazionale costituente (Anc, controllata dal governo), Diosdado Cabello, ha designato una commissione che si incaricherà di realizzare una consultazione popolare sullo svolgimento anticipato delle elezioni legislative, in calendario per il 2020, come proposto dal presidente Nicolás Maduro che ovviamente preferisce tirare in lungo anziché anticipare le presidenziali.
Nel frattempo Maduro ha scritto anche a Papa Francesco che non ha “ancora letto” la sua lettera, ma ha già anticipato una mano tesa verso di lui e Guaidó . “Vedremo cosa si può fare”, ha risposto ai giornalisti sul volo di ritorno da Abu Dhabi, spiegando anche che il ricorso alla Santa Sede è solo “l’ultimo stadio delle cose che si possono fare e che ce ne sono anche altre prima di chiedere un facilitatore e sempre che lo vogliano ambedue le parti”. E alle domande, riguardo il suo appello negli Emirati Arabi di pacificazione nello Yemen, il Papa ha risposto: “Ho trovato buona volontà di avviare processi di pace, col comune denominatore delle varie situazioni belliche”.
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