di Felipe Fernández
«Il Venezuela trionferà contro l’aggressione criminale dell’impero statunitense», ha assicurato il presidente venezuelano Nicolas Maduro, che ha sfidato direttamente Donald Trump, dicendogli che «non ci arrenderemo davanti all’imperialismo e andremo avanti nel nostro sentiero di dignità, di ribellione, di rispetto». Maduro è tornato a denunciare che l’assistenza umanitaria inviata al Venezuela dall’estero è inutile, perché il Paese dispone “di tutte le condizione per un grande salto produttivo”, e comunque “non è un popolo di schiavi o di mendicanti” e “i presunti aiuti” sono solo “uno show” per giustificare un intervento militare.
Riferendosi senza nominarlo a Juan Guaidò – il presidente del Parlamento che ha assunto i poteri dell’Esecutivo – Maduro ha detto che «hanno messo lì un fantoccio per fare il lavoro del cavallo di Troia, ma non è andata come pensavano: il Venezuela è in pace».
In un’intervista a El Pais il cardinale venezuelano Baltazar Porras, 74 anni, una delle massime autorità della Chiesa cattolica in America Latina, ex presidente della Conferenza episcopale del Venezuela, nominato lo scorso luglio da Papa Francesco, amministratore apostolico dell’arcidiocesi di Caracas ha commentato così il governo di Maduro:
«Il governo di Maduro ha creato un potere parallelo, che gestisce tutto, il che indica che l’interesse di Maduro non è quello di fare l’interesse del popolo, ma è semplicemente quello di avere più potere. Difatti finora ha favorito le persone che nel Paese hanno potere e non la gente comune. Dopo le nuove direttive dell’Assemblea nazionale la gente è scesa in piazza e sono stati soprattutto i settori popolari in tutto il Paese che hanno espresso il loro malcontento, ossia la gente che ha fame, che ha necessità delle cose più elementari. E la conseguenza è stata che questo ha generato una repressione soprattutto nei settori popolari. Ma nonostante questo, quello che è accaduto ha risvegliato nella popolazione un segno di speranza».
E riguardo agli aiuti umanitari ha aggiunto: «Le carenze all’interno del Paese sono croniche da anni e non a causa di sanzioni. È emersa la necessità che qui non sia necessario un cambiamento estetico, ma un cambiamento strutturale. Che è legato a qualcosa di molto importante. Tutte queste marce evidenziano un altro aspetto, credo positivo, ossia che l’immensa maggioranza del popolo venezuelano desidera una soluzione pacifica, il meno traumatico possibile».
E riguardo alla lettera di Maduro al Papa, Porras ha precisato: «Quando ci chiedono, vieni dalla Chiesa stai con Maduro o con Guaidó? Noi rispondiamo che non stiamo con nessuno di noi due. Stiamo con le persone. E in queste marce ci sono persone che si identificano solo con uno o l’altro. Dobbiamo aprire spazi per un lavoro comune, con uno spirito di riconciliazione. Ecco perché favorire questa transizione non è un foglio bianco firmato, ma prima siamo qui per far rispettare la Costituzione».
Scopri di più da WHAT U
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.