Gli iscritti del M5S potranno votare sulla piattaforma Rousseau per il caso Diciotti domani lunedì 18 febbraio dalle 10 alle 19. Fonti di governo M5s registrano in queste ore “preoccupazione” perché se dovesse passare l’autorizzazione a procedere nei confronti del vicepremier Matteo Salvini una crisi di governo sarebbe praticamente inevitabile.
“Nessun allarmismo”, si legge sul blog . “La questione è semplice. La risposta chiesta agli iscritti a Rousseau per il voto di domani è uguale a quella che sarà chiesta martedì ai senatori della Giunta. Cioè se in quel caso si sia agito o meno “per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di Governo”.
Il quesito della consultazione online recita: “Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari Paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato? – Sì, quindi si nega l’autorizzazione a procedere – No, quindi si concede l’autorizzazione a procedere”.
“Abbiamo voluto cittadini tenere informati i cittadini della complessità del tema”, un passo fondamentale”, scrivono i 5 Stelle. “Per questo motivo è stato deciso di fare una votazione online. E per questo motivo si è deciso di porre nel quesito il reale oggetto della questione, che coinvolge anche le decisioni politiche del presidente Conte, del vice presidente Di Maio e del ministro Toninelli. Non si tratta di decidere se “mandare a processo il ministro dell’Interno”, ma di valutare se la decisione di trattenere i migranti qualche giorno a bordo della nave Diciotti è stata presa sulla base di un interesse dello Stato o no”.
«Non saremmo dovuti arrivare a questo», ha detto Vincenzo Santangelo,
sottosegretario ai rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta,
«Salvini avrebbe dovuto rinunciare al voto e farsi processare. La scelta finale spetterà comunque alla base. Voteremo sì se questa sarà la volontà che emergerà dalle consultazioni online», ha concluso il Sottosegretario.
Ma c’è anche chi contesta lo strumento della consultazione sulla piattaforma. «Voterò sì. Nel nostro programma è prevista l’abolizione di ogni tipo d’immunità per ministri e parlamentari», dice Elena Fattori, senatrice del Movimento 5 Stelle, in una intervista al Quotidiano Nazionale. «Non sono dissidente», sottolinea la Fattori, «sono coerente. Il nostro programma parla chiaro, non sono stata eletta in base al contratto di governo. Io ho un vincolo rispetto al programma del Movimento e basta».
Intanto dalla Sardegna a parlare è Matteo Salvini: «Non siamo al mercato del pesce. Io giocavo con le figurine dei calciatori quando andavo alle scuole elementari e ti davo Baresi se mi davi Collovati adesso non è che io ti dia la Tav se mi dai un pezzo di autonomie, però voti No al processo, ma mi approvi la legittima difesa».
Il candidato alla segreteria del Pd, Maurizio Martina, nel corso di “Mezz’ora in più”, su Rai 3 ha replicato: «Credo che il Movimento Cinque Stelle abbia ormai perso l’anima: ormai sono a destra. Con chi parla con i gilet gialli estremisti non ho nulla da dire, altra cosa confrontarmi con gli elettori che votavano Cinque stelle per la voglia di cambiamento. I lavoratori che non si sentono più rappresentati da quel movimento e ora sono delusi, sono miei interlocutori. Vale anche per l’elettorato leghista: l’artigiano della pedemontana non vuole che le grandi opere siano fermate da questo governo…».
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