MILANO, GENOVA, ROMA, NAPOLI
“Non Una di Meno” o “Not one less”, un gruppo di donne sono scese in piazza in varie città di Italia per protestare contro “i ruoli e gerarchie di genere”. A Milano nelle vie centrali si sono visti anche bambini in fila accanto alle donne con un cartellone con scritto ‘I veri maschi sono femministi’. In serata circa 15mila persone, si sono radunate in piazza Duca d’Aosta per dare vita a pochi giorni dalla marcia antirazzista a una ‘mini People’ ancora una volta per i diritti di tutti: donne, persone omosessuali, migranti. Oltre al collettivo di ‘Non una di meno’, tra i partecipanti anche i Sentinelli di Milano.
Numerose le sostenitrici di “Non una di meno” anche a Genova. Secondo quanto comunicato dagli organizzatori, sono scese in piazza 3mila persone. Donne e uomini, bambini e cani, cartelli, musica e caramelle. Tante le donne che urlavano slogan per chiedere la parità di salario. «Un salario minimo europeo contro stipendi da fame, un’educazione sessuale che liberi dagli stereotipi di genere». E poi ancora slogan contro la violenza. «Non vogliamo essere picchiate e uccise , ma nemmeno celebrate. Siamo qui per rivendicare i nostri diritti, libere di scegliere sulle nostre vite e sui nostri corpi». Contestate le politiche del governo dal disegno di legge Pillon su separazioni e affidi, la legge Salvini su sicurezza e immigrazione. «Contro la violenza patriarcale e razzista scioperiamo l’8 marzo e saremo in piazza ogni giorno».
Sulla scia di Genova anche a Roma le donne hanno protestato contro il ddl Pillon: «Le politiche di questo Governo sono razziste e sessiste, diciamo no al ddl Pillon».
A Napoli il corteo delle donne affiliate a “Non una di meno” è partito da piazza Garibaldi. Centinaia le rappresentanti del gentil sesso in fila lungo il corso Umberto I per celebrare la festa della Donna e dire no alle differenze di genere.
PARIGI
Questa volta a scendere in piazza a Parigi non sono stati i gilet gialli, ma un collettivo di associazioni femministe, sindacati e movimenti politici generalisti, per protestare contro il divario retributivo di genere. Una campagna solidale dal nome emblematico “8 marzo, 15:40, il momento per regolare il punteggio”, per protestare contro una differenza di stipendi che pesa sempre di più nell’economia quotidiana di tante donne.
“Rappresentiamo il 52% della popolazione francese, il nostro stipendio è inferiore del 26% a quello degli uomini e di conseguenza, dalle 15:40 lavoriamo gratuitamente”, hanno spiegato le organizzatrici, che hanno chiesto alle persone di indossare una sciarpa viola .
Consegnato dal presidente francese Emmanuel Macron il trofeo”Simone Veil Prize della Repubblica francese”, ricompensa per le azioni intraprese “in tutto il mondo a favore dei diritti delle donne”.
LONDRA
Nel distretto finanziario di New York la“Fearless Girl” , ossia la statua che rappresenta l’immagine simbolica di una impavida giovane donna, è diventata oramai una presenza famigliare. Così Londra come New York ha deciso di replicare l’esemplare della statua a Paternoster Square, a due passi dalla Cattedrale di St Paul e dalla Borsa di Londra appena pochi giorni prima dei festeggiamenti per l’International Women’s Day,
BERLINO
La notizia è del 24 gennaio scorso. Anche a Berlino il Frauentag, la giornata delle donne, si è trasformata in una festività di tutto il Land. Così uffici, negozi e scuole sono rimasti chiusi, come il giorno di Natale. Ad avere promosso l’iniziativa è stato il partito del socialdemocratici (SPD), ovvero quello del sindaco Michael Müller. In piazza è scesa l’organizzazione “Frauen * kampftag” protestando con lo slogan “celebrare, colpire, continuare a combattere”, assieme ad altre organizzazioni sostenute dal partito politico DIE LINKE.
MADRID
Molte le donne scese in piazza sostenute dai principali sindacati spagnoli, CCOO e UGT, che hanno chiesto scioperi di almeno due ore per turno. Coinvolti trasporti, scuole e sanità. Una protesta univoca”contro una giustizia patriarcale” anche in piazza di Puerta del Sol, con stoviglie e padelle per farsi sentire.
MOSCA E DINTORNI
La Giornata internazionale della donna è un giorno festivo ufficiale in Russia, che anche quest’anno è stato festeggiato da centinaia di donne.
ISTANBUL e ANKARA
Numerose manifestazioni sono previste oggi in Turchia per la Giornata internazionale della Donna. I dimostranti scenderanno in piazza in decine di centri con vari slogan, tra cui quello “Vogliamo città in cui non veniamo uccise”. L’iniziativa principale è prevista a Istanbul, dal centralissimo viale Istiklal fino a piazza Taksim, dove come ogni anno sono attese migliaia di persone per chiedere più diritti e denunciare la violenza contro le donne. Le manifestazioni si concentrano sul tema dei femminicidi e degli abusi, che secondo le associazioni non governative sono in preoccupante crescita. Nel 2018, almeno 440 donne sono state uccise in Turchia, oltre il doppio delle 210 stimate nel 2012 dalla Piattaforma ‘Fermeremo il Femminicidio’. Secondo il ministro dell’Interno Suleyman Soylu, nel 2017 le donne vittime di violenze sono state 133.809. Stando a un precedente studio governativo, quasi una turca su quattro ha subito abusi o violenze sessuali nel corso della vita.
TEL AVIV
Estesi tafferugli si sono verificati oggi nella Spianata antistante il Muro del Pianto di Gerusalemme quando gruppi di ebrei ortodossi hanno attaccato alcune decine di donne ebree riformiste che si sono riunite per celebrare l’inizio del mese ebraico di Adar ed anche il 30/o anniversario della loro organizzazione. Le ‘Donne del Kotel’ (ossia del Muro) hanno rivendicato il diritto di pregare come gli uomini avvolte nel mantello ebraico e di leggere in pubblico porzioni della Bibbia.
Per gli ortodossi il loro comportamento rappresenta una grave mancanza di rispetto per un Luogo sacro. Fonti locali affermano che negli incidenti diverse ‘Donne del Kotel’ sono rimaste contuse. Gli scontri hanno innescato dure polemiche fra la polizia israeliana e le attiviste ebree riformiste. Per la polizia quella delle donne è stata “una provocazione”. La leader delle Donne del Kotel ha replicato: “La polizia si è rifiutata di garantirci la sua protezione”.
BRASILIA
A Brasilia ogni 2 ore una donna viene uccisa. Lo dice uno studio dell’università di San Paolo pubblicato oggi, in occasione della Giornata internazionale della donna.
Così 4 anni dopo l’entrata in vigore della legge sulle femminicidio, il numero delle donne uccise resta altissimo. Oggi anche a Brasilia le donne sono scese in piazza per protestare per la poca sicurezza nelle strade, ma anche all’interno degli ambienti domestici dove avvengono il 71% dei femminicidi.
BANDA ACEH
A Banda Aceh, in Indonesia, un nutrito gruppo di donne è sceso in piazza per sostenere l’uguaglianza dei diritti, sotto tutti i punti di vista, quindi sul fronte sociale, politico ed economico.
HONG KONG
A Hong Kong, l’ex colonia britannica, ora territorio autonomo nel Sudest della Cina, sono scese in piazza le colf per protestare per il loro salario troppo basso.
MANILA
A Manila, nelle Filippine, un folto numero di donne alle quali si sono uniti altrettanti uomini per protestare contro le differenze di genere. In particolare il focus della protesta si è concentrato sul fronte scuola, per un’istruzione più libera e uguale per tutti.
PHNOM PENH
A Phnom Penh, in Cambogia, le donne sono scese in piazza vestite con abiti colore arancione e un ombrello dello stesso colore per chiedere la fine delle violenze sulle donne e per avere più diritti sul lavoro. Alle dimostranti è stato impedito di raggiungere il palazzo dove si riunisce il Consiglio dei Ministri, nonostante gli accordi precedentemente presi con le autorità.
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