Stop ai modelli estetici “anoressici” nella pubblicità: scatta oggi 9 marzo una modifica del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale che introduce “il divieto di utilizzare in pubblicità immagini del corpo ispirate a modelli estetici chiaramente associabili a disturbi del comportamento alimentare nocivi per la salute”, lo ha annuncia l’Istituto di Autodisciplina pubblicitaria. Ad accendere la miccia quasi 10 anni fa, la modella francese, Isabelle Caro, divenuta il più celebre simbolo dell’ anoressia grazie ad una contestata campagna fotografica di Oliviero Toscani per il marchio Nolita, poi vietata dal Gran Giurì della Pubblicità.
All’epoca la Caro pesava 31 kg per un’altezza di 1,64. Morì poco dopo avere posato per Toscani, all’età di 28 anni, a Tokio, a causa di una polmonite, che non riuscì a combattere perché troppo debilitata dalla malattia. Per lasciare traccia del suo calvario la modella scrisse e pubblicò un’autobiografia intitolata ” La ragazzina che non voleva diventare grassa“.
Ora l’art. 12 bis parla chiaro e non lascia dubbi e scappatoie “alla comunicazione commerciale di prodotti o servizi suscettibili di presentare pericoli, in particolare per la salute, la sicurezza e l’ambiente e, in generale, vieta il ricorso in pubblicità a rappresentazioni che possano indurre il pubblico a sottovalutare le regole di prudenza o a ridurre il senso di vigilanza e responsabilità verso i pericoli”. La norma include ora in modo esplicito i richiami a “condizioni patologiche del comportamento alimentare, come l’anoressia e la bulimia”. Lo Iap attiverà “i propri meccanismi di sanzione laddove si riscontrino messaggi in contrasto con la nuova norma”.
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