L’accordo sulla Brexit raggiunto a novembre è “il migliore accordo negoziabile” per garantire l’attuazione della volontà popolare manifestata nel referendum del 2016. Così la premier Theresa May nel discorso di stasera alla nazione in cui ha spiegato le ragioni che l’hanno spinta a chiedere “con grande rammarico personale” un rinvio seppur breve dell’uscita dall’Ue e la sua opposizione sia a un referendum bis sia alla partecipazione britannica alle elezioni europee. Poi l’attacco duro, diretto e quasi provocatorio al Parlamento di Westminster, accusato di non aver voluto attuare la Brexit né “prendere una decisione”, nascondendosi “mozione dietro mozione, emendamento dietro emendamento”. «Sono sicura», ha proseguito, «che voi, l’opinione pubblica, ne abbiate abbastanza. Che siete stanchi di scontri, di giochi politici, di arcane risse procedurali. Che vogliate che il processo della Brexit sia portato a termine. Sono d’accordo con voi e sono al vostro fianco. E’ tempo che i parlamentari decidano».
Sul toto date quella che che circola a Bruxelles per il vertice ‘bis’ sulla Brexit è giovedì 28 marzo, mentre proseguono i contatti e le riunioni tra gli ambasciatori del Paesi Ue in vista del summit che inizierà domani alle 15, dopo che i leader avranno partecipato ai pre-vertici delle famiglie politiche di appartenenza.
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