Il Parlamento europeo oggi si è riunito per discutere ed esprimere il suo parere riguardo una soluzione pacifica per la crisi in Venezuela attraverso elezioni presidenziali libere, trasparenti e credibili.
Con 310 voti favorevoli, 120 voti contrari e 152 astensioni, la Plenaria ha approvato la seconda risoluzione di quest’anno sul Venezuela (la decima dall’inizio dell’attuale legislatura). I deputati condannano “i feroci atti di repressione e violenza” e ribadiscono la loro profonda preoccupazione per la crisi umanitaria e politica nel paese.
Sostegno alla tabella di marcia di Guaidó
I deputati ribadiscono il riconoscimento di Juan Guaidó come legittimo Presidente ad interim del Venezuela ed esprimono pieno sostegno alla sua tabella di marcia, che consiste nel porre fine all’usurpazione, istituire un governo nazionale di transizione e indire elezioni presidenziali anticipate.
I deputati si dicono soddisfatti del riconoscimento della legittimità di Guaidò da parte della stragrande maggioranza degli Stati membri UE, invitando quei Paesi UE, che ancora non l’hanno riconosciuto, a farlo con urgenza.
Fermare le molestie e le detenzioni di giornalisti e politici
Il Parlamento chiede al “regime illegale di Maduro” di porre fine a tutte le forme di repressione contro giornalisti, leader politici e membri della squadra di Juan Guaidó, compreso il suo capo di gabinetto, Roberto Marrero.
Aiuti umanitari e crisi migratoria
I deputati denunciano che il mese scorso, nonostante le già limitate forniture alimentari in Venezuela siano a rischio di deterioramento, gli aiuti umanitari offerti dalla Colombia e dal Brasile sono stati respinti e in alcuni casi distrutti dal regime.
Inoltre, nella risoluzione si sottolinea l’aggravarsi della crisi migratoria in tutta la regione, riconoscendo gli sforzi e la solidarietà dei paesi vicini. I deputati chiedono alla Commissione europea di continuare a cooperare con questi paesi, non solo fornendo assistenza umanitaria, ma anche offrendo loro maggiori risorse.
Ulteriori sanzioni UE
Il Parlamento chiede infine l’introduzione di ulteriori sanzioni UE contro i beni illegittimi detenuti dalle autorità statali all’estero e nei confronti delle persone responsabili di violazioni dei diritti umani e di atti repressivi, oltre a suggerire il divieto di visto per queste persone e per i loro parenti più prossimi.
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