di Laila Firth
Una seconda donna Amy Lappos, 43 anni, ha accusato l’ex vice presidente degli Stati Uniti Joe Biden, di avere avuto un comportamento inappropriato nel 2009 durante un raduno per la raccolta di fondi elettorali a Greenwich, nel Connecticut, organizzato per il deputato democratico Jim Himes, per il quale Lappos lavorava come volontaria. «Non era una cosa sessuale, ma ha afferrato la mia testa, ha messo la mano intorno al mio collo e mi ha tirato verso di lui strofinando il suo naso sul mio viso. Quando mi ha tirata verso di lui, pensato che mi volesse baciare sulla bocca. Non ho mai detto nulla prima di questo episodio, perché avevo paura a parlarne, perché lui era il vicepresidente e io non ero nessuno. Non si tratta di affetto, ma di sessismo o misoginia», ha dichiarato la Lappos. Nei giorni scorsi un’altra accusatrice Lucy Flores, aveva fatto dichiarazioni scottanti su Biden: «L’ho sentito più vicino dietro di me. Poi mi ha tirato verso di sé e ha respirato l’odore dei miei capelli. E mi ha dato un forte bacio sul collo. Non ho mai sperimentato nulla di così grossolanamente inappropriato», ha aggiunto la donna, che nel 2016 ha sostenuto la candidatura di Sanders.
Un’occasione d’oro per il movimento #MeToo per metterci lo zampino e scavare anche nel passato di Biden mettendo in piazza un’altra vecchia storia dell’ex presidente, che risale ai tempi in cui lui era il presidente della magistratura del Senato. All’epoca una donna, tale Anita Hill accusò l’allora candidato della Corte Suprema Clarence Thomas (N.d.R.: che negò sempre le accuse) di molestie sessuali in due diversi posti di lavoro. Le accuse della donna però non ricevettero la giusta attenzione da parte di Biden all’epoca incaricato di verificare che la testimonianza della Hill venisse presentata ai senatori prima della decisione di confermare Thomas alla Corte Suprema. D così il caso finì in una bolla di sapone.
Il team di Biden, per difendere la reputazione dell’ex vicepresidente degli Stati Uniti (N.d.R.: sotto l’amministrazione Obama dal 2009 al 2017), prima ha deciso di dire la sua con un comunicato stampa per esprimere rammarico per l’interpretazione del comportamento del vice-presidente.
“La tendenza di Biden a entrare in “stretto” contatto fisico con le donne in pubblico è sempre stata assimilata alla sua natura amichevole verso le persone. Ora il presidente dovrà limitare questo aspetto del suo carattere per evitare cattive interpretazioni”. Poi con l’arrivo delle nuove accuse, quelle della Lappos, si è resa necessaria una dichiarazione dello stesso Biden alla CNN.
«Nei tanti anni trascorsi nelle campagne elettorali e nella vita pubblica ho offerto innumerevoli strette di mano, espressioni di affetto, sostegno e conforto. E mai, nemmeno una volta, ho agito in modo inappropriato.
Ma stiamo attraversando un’epoca in cui le donne si sentono possono e devono raccontare la propria esperienza, e gli uomini per questo motivo devono prestare più attenzione. Ed è quello che farò pure io», ha detto Biden.
L’ex vice presidente ha poi ricevuto l’appoggio di Stephanie Carter, immortalata in una foto che è diventata virale, in cui lui da dietro le mette le mani sulle spalle e le sussurra qualcosa all’orecchio durante la cerimonia per il giuramento del marito di lei, al Pentagono nel 2015.
«In questa foto si vede un caro amico che aiuta qualcuno ad affrontare un grande giorno, un gesto di affetto di cui io gli sarò sempre grata», ha detto la Carter. «Alla Flores, come a tutte le donne, dobbiamo credere, ma la sua storia non è mia», ha concluso la Carter.
Scopri di più da WHAT U
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.