di Manuel Perez
I venezuelani nonostante la repressione e gli attacchi dei “gruppi armati” comandati dal governo di Nicolás Maduro, sono scesi di nuovo in piazza per protestare contro l’ennesimo black-out e la scarsità d’acqua in tutto il paese.
“Né carri armati né lanterne” queste le scritte sugli striscioni di coloro che a gran voce hanno detto basta alzando la voce nelle strade, nelle piazze per dire basta alla mancanza di acqua ed energia elettrica. E per dire di no al piano di razionamento da applicare per 30 giorni, annunciato dal presidente Nicolás Maduro.
«È assurdo che nel ventesimo secolo un Paese sia ridotto in questo stato senza acqua e senza luce», dice Miguel, uno studente in Medicina tornato a Caracas dopo la laurea. «Assurdo vedere la gente che porta l’acqua con i carri, o a mano con dei secchi per garantirsi il minimo di sussistenza giornaliera».
«Ho visto gente picchiarsi per garantirsi un po’ di acqua in più alle fonti, e non per cattiveria, ma perché la gente è sfinita. Nelle famiglie dove ci sono più bambini piccoli è quasi impossibile andare ancora avanti in questo modo», racconta Maria.
Il clamore per l’acqua e la luce ha causato la ripetizione delle proteste in diversi stati e la disperazione ha costretto i cittadini ad adoperare anche l’acqua delle fogne, dei corsi d’acqua, dei pozzi e dei fiumi, anche se le autorità hanno avvertito che queste acque non sono adatte al consumo umano. Nel frattempo la società di stato che gestisce gli acquedotti ha assicurato che tra poche ore sarà ripristinato il servizio idrico in alcune zone.
Gesù Armas, leader del partito di opposizione Primero Justicia, ha detto che la mancanza di acqua è dovuta alla mancanza di manutenzione sulle pompe idrauliche che potrebbero fornire più di 19 tonnellate al secondo. Maduro invece continua a dire che i mega black-out, iniziati il 7 marzo e che continuano a mettere in difficoltà il Paese, fanno parte di un piano di “attacchi terroristici” studiati e promossi dagli Stati Uniti. L’opposizione guidata da Juan Guaidó ha replicato che quello che sta accadendo in Venezuela è soltanto la conseguenza della “cattiva gestione, della corruzione, della mancanza di investimenti e della manutenzione” del “regime” di Maduro.
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