E’ previsto per domani alle 18 il Cdm chiamato a dare il via al decreto Crescita. Per quanto riguarda il Def le stime arrivate in questi giorni sul Pil italiano “non hanno alternato la nostra pianificazione”, afferma Conte dal suo viaggio in Qatar. E sulla vicenda banche: “Il nostro obiettivo politico molto forte è procedere con i risarcimenti” ai risparmiatori nel modo più rapido possibile.
Spunta anche un allargamento della rottamazione agli enti locali che non hanno utilizzato per la riscossione la ex Equitalia nell’ultima bozza del decreto crescita. Si prevede infatti che Comuni, le Province e le Regioni possano deliberare la “definizione agevolata”, scontando le sanzioni, sulle “entrate, anche tributarie” che non sono state riscosse “a seguito di provvedimenti di ingiunzione fiscale” notificati tra il 2000 e il 2017. Gli enti avranno 60 giorni di tempo per decidere.
Intanto anche gli immobili degli enti locali entrano nel piano dismissioni per raggiungere il target fissato con l’ultima manovra (950 milioni quest’anno, e 150 milioni l’anno nel 2020 e 2021). Lo spiega la relazione alla misura contenuta nell’ultima bozza del decreto crescita, in cui si ricorda che “oltre l’80% degli immobili delle amministrazioni pubbliche risulta di proprietà degli enti locali”. Così si “ampliano e rafforzano” gli strumenti a disposizione del governo “per raggiungere gli obiettivi di finanza pubblica”.
Arrivano 100 milioni nel 2019 per rifinanziare il Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa. La cifra è indicata nell’ultima bozza del decreto crescita (nei documenti preparatori iniziali si parlava di 200 milioni). Si tratta di un fondo istituito con la legge di stabilità del 2013 che concede garanzie fino al 50% dell’importo di mutui erogati per un ammontare inferiore a 250.000 euro” connessi all’acquisto o all’acquisto collegato a interventi di ristrutturazione di immobili non di lusso. Senza rifinanziamento, come si legge nella relazione, “le risorse del Fondo si esauriranno entro i prossimi due mesi”. Secondo i dati forniti dall’Abi in audizione sulla manovra lo scorso novembre, occasione nella quale l’associazione aveva già lanciato l’allarme sulla fine delle risorse, con alla garanzia del Fondo da gennaio 2015 al 25 settembre scorso sono stati ammessi oltre 90mila mutui per oltre 10 miliardi di controvalore, con finanziamenti che per nel 58% dei casi ha interessato giovani tra i 20 e i 35 anni.
Resta, ma vengono introdotti alcuni paletti, la norma per accelerare i lavori dei privati su proprietà vincolate, che hanno bisogno del via libera della soprintendenza per i Beni culturali. Dopo lo stop arrivato dal ministero guidato da Alberto Bonisoli, nell’ultima bozza del decreto crescita si prevede sempre una riduzione da 120 a 90 giorni del termine per il rilascio dell’autorizzazione, oltre i quali scatta il silenzio-assenso, ma resta la possibilità di sospendere i termini se vengono chiesti chiarimenti, elementi integrativi o accertamenti tecnici.
fonte Ansa
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