di Michael Page
È stato arrestato Mohamed Yusuf Ibrahim, un ricco commerciante di spezie, residente a Colombo, padre di due degli attentatori della strage di Pasqua in Sri Lanka con il sospetto di aver aiutato i figli a compiere l’attacco. Lo riferisce l’ex capo della Marina del Paese asiatico, Jayanath Colombage, considerato un esperto di antiterrorismo.
Un’altra notizia battuta in queste ultime ore è che Ilham Ahmed Ibrahim, uno dei due figli di un magnate che assieme suo fratello Imsath Ahmed Ibrahim è stato l’artefice degli attacchi di domenica, che hanno causato la morte di almeno 359 persone in tutto il paese, era stato precedentemente arrestato dalla polizia e poi rilasciato.
Il portavoce della polizia Ruwan Gunasekera ha detto che il maggiore Ibrahim era “monitorato”, così come lo erano tutti gli altri membri della famiglia Ibrahim.
In un’intervista alla CNN, il primo ministro dello Sri Lanka Ranil Wickremesing ha aggiunto che “seppure fossero nel mirino della polizia, “non c’erano prove sufficienti per arrestarli”. Di classe media e superiore, ben istruiti all’estero, ha definito il loro profilo “sorprendente”.
Ora in Sri Lanka è in corso un’enorme indagine criminale internazionale, con sei agenzie di polizia straniere e l’Interpol che assiste la polizia locale, tra cui Scotland Yard dal Regno Unito e l’FBI dagli Stati Uniti.
“Più di 70 i sospettati di favoreggiamento in atti di terrorismo
sono stati arrestati con varie accuse”, ha detto Gunasekera. “Quattro dal Terrorism Investigation Department e 33 dal
Criminal Investigation Department”, ha aggiunto.
Tra gli arrestati, quattro dei sospettati sono donne e sono tutti musulmani. Gunasekera ha detto che la maggior parte di loro sono familiari e amici dei sospetti attentatori suicidi. Nessuno degli arrestati è straniero.
Mentre la polizia continua a indagare su come un gruppo terroristico precedentemente poco conosciuto è riuscito a realizzare e a portare a termine una serie di attacchi di queste dimensioni, Gunasekera rivela che la polizia aveva segnalato un’esplosione nell’area prevalentemente musulmana di Kathankudi, nell’est dello Sri Lanka, all’inizio di aprile riconosciuta poi come un test condotto dai terroristi. In quella esplosione era stata fatta saltare in aria una motocicletta. Ma questo episodio non aveva allertato in modo particolare le forze dell’ordine.
Il sito indiano Ndtv scrive che i servizi di intelligence dello Sri Lanka furono avvertiti dai colleghi indiani poche ore prima delle stragi di Pasqua, ribadendo che già da dieci giorni l’India aveva inviato un dettagliato rapporto di tre pagine che, oltre al warning sul massacro imminente, forniva il nome del gruppo coinvolto, dei suoi leader e di altri membri, i loro indirizzi, telefoni e storie personali. Nel documento, datato 11 aprile, erano anche menzionati gli obiettivi dei kamikaze.
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