di Pamela Cortellini
Camillo Onorato, laureato presso il Politecnico di Milano, ha svolto per la Facoltà di Architettura numerose ricerche e seminari in ambito storico, urbanistico e di carattere sociale e poi è stato nominato Cultore di Materia, con attività didattiche nelle discipline inerenti il settore delle costruzioni ed approfondimenti degli aspetti storici dell’Architettura. Ha scritto per la rivista “AL” della Consulta Regionale degli Ordini degli Architetti Lombardi, curando la rubrica mensile di contenuto tecnico e normativo per il supporto alle attività professionali e poi dal 1993 si è dedicato all’insegnamento, dal 2011 al Liceo di Istruzione superiore Evangelista Torricelli (opzione Scienze Applicate) di Milano, dove insegna “Scienze della Rappresentazione Grafica”. A 500 anni dalla morte di Leonardo What-u ha scelto lui, per sapere in quale modo ai giorni d’oggi si riesce a fare capire ai ragazzi la genialità di un uomo di ingegno e talento universale del Rinascimento quale è stato Leonardo, che ha interpretato in pieno lo spirito della sua epoca, portandolo alle maggiori forme di espressione nei più disparati campi dell’arte e della conoscenza e per questo motivo è considerato uno dei più grandi geni dell’umanità.
A 500 anni dalla morte di Leonardo, come si fa a trasmettere la genialità di questo artista ai ragazzi?
«Le classi terze del Liceo delle Scienze Applicate affrontano durante l’anno scolastico lo studio del Rinascimento, sia per storia dell’arte che per le materie umanistiche. Più precisamente la programmazione di storia dell’arte inizia con il periodo Gotico, dalle esperienze costruttive del Gotico temperato alla pittura della verosimiglianza di Giotto. Un momento fondamentale dal punto di vista artistico, storico e culturale è il passaggio dall’Umanesimo al Rinascimento, periodo della “Rinascita” delle arti e delle scienze, verso un progresso culturale generale I punti fondamentali della programmazione di Storia dell’Arte sono pertanto da individuarsi nei collegamenti interdisciplinari, per meglio comprendere il contesto storico-sociale e culturale che fra il XIV°, XV° ed inizio del XVI° secolo, ha visto in Italia le più alte espressioni artistiche e che hanno costituito lo “spirito del tempo”. La figura di Leonardo è forse fra le altre la più affascinante per gli studenti, per il carattere poliedrico che vede l’artista-scienziato cimentarsi in innumerevoli progetti in ogni direzione, quasi come una vocazione alla continua sperimentazione. La domanda più ricorrente nel corso delle lezioni quando si affronta la pittura di Leonardo riguarda la Gioconda e del motivo per cui sia considerato “il quadro” universalmente più noto. Ed io rispondo che la Gioconda è una di quelle opere che attira migliaia di visitatori perché ha una bellezza particolare che si evince dall’armonia degli elementi pittorici, dalla distribuzione dei colori e dalla combinazione sorriso-paesaggio e dalle sensazioni di mistero e irrealtà che suscita e che sembrano voler sfidare l’osservatore che non è in grado di contestualizzare perfettamente la scena. Quanto all’aspetto ingegneristico i ragazzi sono sempre molto attratti delle sue invenzioni, riflessioni e progetti contenuti nel Codice Atlantico, che ne sono l’esempio più emblematico. Affascina studiare come Leonardo da Vinci abbia esaminato e studiato i vari campi della fisica, dalla fluidodinamica applicata alle opere idrauliche, alle esperienze di aerodinamica, alla progettazione meccanica con la creazione di macchine e dei primi automatismi, fino alle ricerca in ambito biologica del corpo umano e del suo funzionamento. Nei dibattiti con gli studenti spesso ci sono ragazzi che fanno notare che molte delle sue invenzioni non potevano trovare una realizzazione immediata a causa della mancanza di una forza propulsiva adeguata. E anche questo tipo di osservazioni offre sempre lo spunto per affrontare altri argomenti come l’invenzione del motore a scoppio, grazie al quale 3 secoli dopo, è stato possibile vedere concretizzarsi molte delle idee di questo artista geniale».
Quali i progetti ha pensato per suoi studenti?
«Quando si affronta il tema della progettualità di Leonardo da Vinci e particolarmente interessante ricorrere all’uso della lavagna interattiva multimediale (LIM), per mostrare agli studenti le realizzazioni, in scala ridotta, dei modelli di alcuni dei suoi progetti, alcuni funzionanti in modo elementare. Con questa opportunità ho avuto l’opportunità d stimolare maggiormente la curiosità degli studenti. Spesso gli studenti ricordano l’abilità di Leonardo nello scrivere al contrario per rileggere il testo di riflesso nello specchio. E fanno molte domande sulla decifrazione dei codici linguistici che permetterebbe la ricostruzione di importanti fatti relativi alla storia degli Sforza, che non potevano essere resi pubblici. Ecco questi sono gli aspetti di Leonardo da Vinci che generano sempre maggiore entusiasmo e coinvolgimento».
Come si riesce a fare amare una materia come la sua?
«L’Arte è sempre espressione dell’animo umano, la grande potenza mediatica dell’immagine è nota dai tempi più remoti, nasce prima del linguaggio e della scrittura, è veicolo di idee, interloquisce a monte, forse è la più naturale, anche i bambini nel loro processo evolutivo, prima di imparare e scrivere disegnano in modo naturale, è un’esigenza espressiva innata nell’uomo. I giovani, gli studenti, amano naturalmente l’Arte perché hanno una curiosità dovuta alla loro condizione di crescita. Il ruolo del docente è di indirizzare questi interessi, accompagnandoli su percorsi cognitivi che porteranno gli studenti ad ampliare la loro cultura, a sistematizzare il loro sapere, sia in ambito umanistico sia scientifico. Non esistono in Arte barriere culturali, settori o classificazioni, ogni epoca ha trovato espressione nella produzione artistica, e le immagini ne raccontano i contenuti, ricostruendo il nostro passato, a volte gioioso, altre doloroso».
Quali sono le curiosità dei ragazzi di oggi?
«Viviamo un tempo di grandi trasformazioni, l’era tecnologica e digitale ha sovvertito bruscamente ogni ordine consolidato, aprendo nuovi traguardi in una società caratterizzata da grande dinamismo intellettuale e progettuale che propone innovazione e cambiamenti velocissimi ed è difficile adeguarsi a tecnologie in perenne innovazione. I giovani vivono il loro tempo, sono attratti da tutto ciò che rappresenta una novità, sono i più veloci, apprendono “il nuovo” in modo naturale. Il docente deve chiudere l’anello della conoscenza, spiegando loro che ciò che è oggi e che sarà domani, è la logica evoluzione degli sforzi di chi ci ha preceduto, che gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione sono la sintesi di un sapere universale antichissimo, e tutto ciò che è oggi non può fare a meno di ciò che è stato ieri, non si può prescindere da una condizione di continuità nel sapere».
Quali le difficoltà dell’insegnamento?
«Il compito forse più complesso di un docente è far amare lo studio agli studenti, ritengo che in primo luogo occorra riuscire a far apprezzare la scuola agli studenti, metterli in condizione di vivere il tempo che vi trascorrono nel modo più partecipe e produttivo. Essere docenti è anche essere educatori e lo sforzo più impegnativo è indicare agli studenti un modello possibile per il tempo scuola, che può realizzarsi solo in un clima di grande serenità e in un corretto rapporto relazionale. Accompagnare dei giovani adolescenti in un percorso didattico richiede anche una grande attenzione alla crescita umana, dato che i due aspetti non viaggiano su binari distinti, ma fanno parte dello stesso convoglio e la meta è la medesima».
Che cosa è cambiato rispetto al passato nell’interagire con i ragazzi?
«La scuola oggi è sicuramente diversa rispetto al passato, direi che è in perenne mutazione, si adegua costantemente ai cambiamenti socioculturali del tempo e cerca , attraverso le proposte e sperimentazioni di muovere verso i migliori risultati per il successo formativo degli studenti. Sicuramente la Scuola oggi è più sensibile che in passato alle caratteristiche delle nuove generazioni di studenti, anche in riferimento ai loro conflitti di natura relazionale, inoltre mette in atto molteplici risorse ed attività per evitare dispersione scolastica, stimolando interessi, favorendo la progettualità anche con proposte di partecipazione a concorsi di varia natura, uscite didattiche e viaggi culturali ed attualmente anche con progetti di alternanza Scuola Lavoro, quindi propone tutto ciò che è oggi indicato per valorizzare il percorso didattico e cognitivo degli studenti in relazione ai tempi che viviamo».
Quali i punti di forza e quelli di debolezza dei ragazzi di oggi?
«La forza degli studenti è nella loro condizione giovanile, la debolezza è spesso il vivere un rapporto conflittuale con la Scuola. Occorre spiegare agli studenti che la cultura è essenziale nella formazione di un individuo che un domani occuperà una posizione nella società, quindi la Scuola è un servizio fondamentale ed indispensabile, ha il compito di formare l’adulto del domani ed in tal senso deve essere vissuta dai giovani come un’occasione importante, che non va sprecata. Purtroppo lo studio richiede sacrificio, ma se si ama offre la possibilità di accrescere quotidianamente la curiosità verso tutto ciò che è ignoto, quella stessa curiosità che animò Leonardo ad esplorare ambiti fino ad allora sconosciuti, e ciò vale per tutti gli uomini di cultura e di scienza che con il loro lavoro hanno permesso di migliorare la condizione umana e dare un giusto senso alla vita. La conoscenza è essenziale se si vogliono sviluppare delle competenze, nessun progetto può essere realizzato senza la conoscenza».
Che cosa cambierebbe nella scuola di oggi?
«La scuola segue ogni movimento sensibile della Società, è in continua evoluzione. Sperimenta nuove vie in modo sistematico, non ha mai approdi certi e duraturi, si muove al ritmo del tempo dei cambiamenti adeguandosi ad esso e fornendo sempre il modello considerato più adeguato. Questa dimensione è essenziale per progredire e migliorare, rappresenta un percorso naturale per il più stabile equilibrio e la migliore offerta».
Che cosa manca nella scuola di oggi?
«Ci auguriamo tutto ciò che sarà realizzato nella scuola di domani».
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