di Bradley Moore
Dopo 62 giorni di carcere per essersi rifiutata di testimoniare davanti a un giudice federale Chelsea Manning, l’ex analista dell’intelligence americana e talpa di Wikileaks, ha lasciato il carcere. La Manning, 32 anni, nel 2009 rubò decine di migliaia di documenti militari e diplomatici riservati, alcuni top secret, trafugati mentre svolgeva il suo incarico di analista di intelligence a Baghdad. Una volta impossessatasi del materiale sensibile – tra cui un video in cui elicotteri Usa uccidevano 12 civili disarmati – Manning lo consegno’ a Wikileaks.
Per chi ne volesse sapere di più sulla Manning intanto occorre dire che la sua vita non è stata facile fin dalla sua nascita.
Nata uomo, il suo vero nome era Bradley, ha avuto un’infanzia travagliata e non solo per i tumulti interiori vissuti dall’adolescenza in avanti.
I suoi genitori erano alcolizzati e lei venne nutrita con pappe fino all’età di due anni, con sua sorella Casey, di 11 anni più vecchia, che spesso si prendeva cura di lei. La Manning è stata descritta in tribunale come una bambina isolata da tutti persino dai genitori che divorziarono quando lei compì 12 anni, portandola a tentare il suicidio. A scuola è stata vittima di bullismo sia negli Stati Uniti, dove viveva ad Oklaoma, sia in Galles, dove si è trasferita dal 2001 al 2005. Ha dovuto lottare con la sua identità sessuale. Nell’ottobre del 2007, all’età di 19 anni, si arruolò nell’esercito. Poiché non era né fisicamente né mentalmente adatta alla vita dell’esercito – snella, alta solo 1,60, fu scaricata dopo sei settimane. Solo successivamente l’esercito decise di tornare suo suoi passi e arruolarla. Così nel 2009 venne inviata in Iraq. Per lei non fu una bella esperienza. Nel novembre 2009 inviò un’email a un consulente di identità di genere negli Stati Uniti, in cerca di aiuto con allegata una sua foto vestita da donna intitolata “Questo è il mio problema”. Nell’aprile del 2010 ha inviato al suo supervisore militare una foto di se stessa vestita da donna, intitolata: “Il mio problema”. Finalmente nel 2013 decise di cambiare sesso. Nel gennaio del 2017, dopo essere stata condannata a 35 anni di prigione, ha ricevuto la grazia da Barack Obama.
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