di Chao Zeng
Scene di caos in Parlamento ad Hong Kong, dove alcuni deputati favorevoli e contrari ad alcuni controversi emendamenti alla legge sull’estradizione sono venuti alle mani. Almeno una persona è stata portata via in barella dopo la rissa, in cui i deputati si sono azzuffati rotolandosi per terra, tra le sedie e i tavoli.
Le modifiche all’esame sono al centro di aspre polemiche da parte di chi ritiene che questi emendamenti possano ampliare le possibilità di trasferimento dei sospetti criminali in Cina e rimuovere il diritto ai giudici di Hong Kong di esaminare le singole decisioni di estradizione presentate. Oltre che aprire la strada a ulteriori misure per erodere le libertà civili di Hong Kong, compreso il passaggio della legislazione anti-sovversione che è stata fortemente osteggiata da molti.
Ad Hong Kong, in base al principio “un Paese, due ordinamenti” è stato garantito di poter mantenere il proprio sistema politico, legale e sociale per 50 anni a partire dal passaggio dal controllo britannico a quello cinese, nel 1997.
Decine di migliaia sono state le persone che hanno marciato contro gli emendamenti alla legge sull’estradizione a Hong Kong il mese scorso e numerose organizzazioni legali, professionali e per i diritti umani hanno espresso la loro opposizione asserendo che gli emendamenti minerebbero non solo l’indipendenza legale di Hong Kong, ma anche la sua attrattiva come centro per gli affari internazionali.
Matthew Cheung Kin-chung, attuale segretario a capo dell’amministrazione del governo di Hong Kong, che in passato ha ricoperto il ruolo di segretario per il lavoro e il welfare, venerdì scorso, riferisce AP, ha detto che il governo, con una nota dell’ufficio stampa del governo “spiegherà dando maggiori spiegazioni la proposta di modifica della legge, per evitare che alcuni cittadini e organizzazioni straniere possano fraintendere gli emendamenti di legge proposti”.
Cheng Yuet-ngor, nota più comunemente con l’alias inglese di Carrie Lam, attuale Capo del Governo di Hong Kong, ha dichiarato che gli emendamenti devono essere approvati per chiudere una “scappatoia” in base alla quale il governo non è stato in grado di estradare un uomo di Hong Kong, Chan Tong-kai, accusato di aver ucciso la sua ragazza a Taiwan l’anno scorso.
Taiwan ha fermamente escluso la firma di qualsiasi accordo di estradizione con Hong Kong perché questo potrebbe offrire l’opportunità di estradare in Cina alcuni detenuti taiwanesi per le loro attività politiche. Ricordando la storia dell’attivista taiwanese, Lee Ming-che, che sta scontando una condanna a cinque anni in Cina dopo essere stato accusato da un tribunale cinese nel novembre 2017 di aver sovvertito il potere statale per avere dato lezioni politiche online e avere aiutato le famiglie dei dissidenti cinesi incarcerati.
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