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ISS E ISTAT IN AUMENTO L’ABUSO DI ALCOL FRA I MINORI


di Matteo Cambi

Nel 2018 il 66,8% della popolazione di 11 anni e più che ha consumato almeno una bevanda alcolica nel corso dell’anno, è aumentata rispetto al 2017 e ha toccato quota 65,4%. Mentre la percentuale dei consumatori giornalieri di bevande alcoliche si è attestata attorno al 20,6%, in diminuzione rispetto a quanto osservato dieci anni prima (27,4% nel 2008). In aumento è la quota di cloro che consumano alcol occasionalmente (dal 40,6% del 2008 al 46,2%).

Questi i dati rilevati tramite l’indagine Multiscopo sulle famiglie “Aspetti della vita quotidiana condotta nel 2018 su un campione di circa 24 mila famiglie e pubblicata oggi da Istat.

Anche l’Istituto Superiore della sanità oggi, nel corso dell’Alcohol Prevention Day 2019, nella Relazione al Parlamento del Ministro della Salute, ha diffuso dati riguardo l’abuso di alcol a dire poco preoccupanti.

Risulta infatti che sono circa 8,6 milioni (23 % circa dei maschi e il 9 % delle femmine) tra i quali oltre 2,7 milioni di anziani e 700.000 minori (in particolare aumento tra le ragazze) i bevitori a rischio.

Si diffondono pratiche assurde, a volte basate su colossali bufale, come l’eyeballing: si crede che l’alcol si assimili più rapidamente se versato negli occhi, e il risultato non è lo sballo sperato, ma la cornea rovinata.

In generale, quello che preoccupa maggiormente, è che in Italia i ragazzi bevono il loro primo bicchiere di alcolici presto, prima che in altri Paesi europei, a 12 anni. E a quell’età, l’apparato digerente è ancora immaturo e il danno dell’alcol nell’organismo è maggiore che in un adulto.

Diminuiscono invece gli astemi e crescono complessivamente i consumatori (poco oltre il 65 %), specie occasionali (45 % circa) e fuori pasto (30 % circa) e non diminuiscono i consumi medi pro-capite (7,5 litri anno che diventano 12 litri se riferiti esclusivamente a chi dichiara di consumare, 16 lt per i maschi, 5,7 per le femmine).

Non si arresta la tendenza al bere sino ad ubriacarsi che caratterizza il 12 % circa della popolazione maschile e il 3,5 % di quella femminile, con circa 4 milioni di binge drinkers e 39.000 accessi registrati in Pronto Soccorso per intossicazione etilica. Diminuiti dallo scorso anno gli alcoldipendenti in carico ai servizi, circa 68.000, meno degli attesi, il 27 % sono nuovi utenti.

Invariati da anni i 17.000 decessi annuali totalmente e parzialmente legati all’alcol con mortalità da alcol in aumento nel 2016 per cirrosi epatica (5209 decessi), che riconosce nell’alcol la causa di oltre il 67 % dei casi spiazzando la causa virale, e massima per il cancro (7852 decessi stimati)

“Il consumo rischioso e dannoso di alcol – osserva Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol e del Centro OMS dell’ISS – continua a connotarsi in Italia per un impatto sanitario e sociale sempre più preoccupante per milioni d’individui di tutte le fasce di età e si manifesta


Emanuele Scafato, Direttore del centro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Ricerca e la Promozione della Salute sull’Alcol e le problematiche Alcolcorrelate. Direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol, Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità. Presidente della Società Italiana di Alcologia e vice-presidente della Federazione Europea delle Società Scientifiche sulle Dipendenze (Eufas). Membro del board esecutivo dell’Alcohol Policy Netwok e dell’International Network on Brief Interventions for Alcohol & Other Drugs (INHEBRIA). Professore Università degli Studi di Firenze, master Alcol, tabacco e gioco d’azzardo: stili di vita e patologie correlate

attraverso un ricorso ai servizi e alle prestazioni sanitarie che in termini di costo rappresentano solo una parte dei 25 miliardi di euro l’anno stimati dall’OMS che in Italia la società paga anche a fronte di problematiche sociali sottostimate, legate all’assenteismo, alla perdita di lavoro e produttività, agli atti di violenza, ai maltrattamenti che sfuggono alla stigmatizzazione sociale per la scarsa consapevolezza dei rischi per la salute a fronte di una rilevante serie di conseguenze a breve, medio e a lungo termine”.

I giovani, insieme agli anziani e alle donne, rappresentano un target di popolazione solo parzialmente tutelata pur estremamente vulnerabile al consumo di alcol che risulta per minori, adolescenti e giovani adulti la prima causa di mortalità, morbilità e disabilità per incidentalità stradale oltre che per tumori, cirrosi epatica e malattie cardiovascolari per il resto della popolazione.

Emergono ancora insufficienti in Italia le risposte di salute pubblica, come monitorato dall’OMS nella valutazione d’implementazione delle policy, permanendo forti carenze di formazione dei medici sull’identificazione precoce (IPIB) e resta ancora elevata (oltre il 90 %) la quota di consumatori richiedenti un intervento per il consumo dannoso da alcol, non intercettati con conseguente diminuzione osservata degli alcoldipendenti che giungono in carico dai servizi del SSN.

Infine, trattandosi di una sostanza tra le più caloriche assunte attraverso l’alimentazione (7 kcal/g, circa 90 kcal in 1 UA), una corretta informazione, quale quella dell’apposizione in etichetta delle bevande alcoliche delle kcal/g di alcol contenuti in una Unità Alcolica, che in tutta Europa si attesta in media sugli 11 grammi di alcol (secondo quanto riportato dalla European Joint Action on Reducing Alcohol Related Harm-RARHA), gioverebbe non poco alla lotta all’obesità oltre che al contrasto alla continua crescita dei consumi a rischio.

IL WEB E PUBBLICITÀ INGANNEVOLE

Capita sempre più spesso di incontrare per strada ragazzi molto giovani con una bottiglia di birra, e alcolici di vario genere in mano, che sfoggiano come fossero un trofeo e si bevono in un batter d’occhio per fare una bravata, per sentirsi più simpatici oppure per allontanare lo spettro dell’insicurezza che è sinonimo di “sfigato”. Questi non sono atteggiamenti e abitudini da sottovalutare. Spesso ci sono genitori che per fare gli amici, ricordando le loro marachelle da ragazzini, sottovalutano queste bravate non rendendosi conto o sottovalutando i pericoli che i loro figli stanno correndo visto che l’alcol come con il tabacco crea assuefazione e dipendenza cronica.  Per non parlare, e non per fare i moralisti, di tutto quello che scorre sul Web e che i ragazzi recepiscono il più delle volte passivamente restandone irreparabilmente influenzati. E delle strategie comunicative di molte aziende che pubblicizzano bevande alcoliche con spot dove si vedono persone con il bicchiere sempre pieno che in apparenza sembra che abbiano più appeal di tutti gli altri. E gli adolescenti abboccano.

COSA FARE, COME PREVENIRE I PERICOLI E COME DIFERNDERLI?

Ecco 10 consigli ai genitori e ai familiari, 10 spunti di riflessione proposti dall’Osservatorio su fumo, alcol e droga dell’Istituto Superiore di Sanità

1)      Provocateli: smontate con loro gli spot televisivi, analizzate i comportamenti socialmente accettati e diffusi, stimolati a distinguersi dal branco e a essere informati.

2)      Date un buon esempio: se consumate alcolici in casa, fate in modo che siano una componente ordinaria ma moderata dei pasti, senza eccessi. Dimostrate loro che ci si diverte e si sta bene anche senza alcol.

3)      Informateli: parlate loro dell’alcol e dei possibili danni ad esso associati sin da bambini, non aspettate l’adolescenza, periodo di ribellione e sfida verso il “buon senso” degli adulti.

4)      Distinguete: ci sono persone a cui l’alcol fa più male che ad altri. Sono i ragazzi con meno di 15 anni, ancora particolarmente vulnerabili, le femmine, che riescono a eliminare la metà della quantità di alcol che smaltisce un organismo maschile, chi deve guidare, che a qualsiasi età può diventare un pericolo mortale per sé e per gli altri.

5)      Allertate le ragazze: oltre al fatto, già citato, che le donne soffrono gli effetti negativi dell’alcol più dei maschi, vanno tenuti presenti i pericoli legati al genere femminile, come il rischio di gravidanze indesiderate o infezioni sessualmente trasmesse, oltre ai danni per il feto in una futura maternità.

6)      Educateli alla differenza fra uso e abuso, assicurandovi che abbiano presenti i rischi legati alla perdita di controllo e all’alterazione delle proprie capacità, alla guida, in un locale, di fronte al giudizio di estranei e amici.

7)      Insegnate loro a leggere le etichette: che sappiano cos’è la gradazione alcolica e diventino consumatori consapevoli.

8)      Fate loro sapere che l’alcol dà dipendenza.

9)      Offrite loro la possibilità di divertirsi con gli amici, a casa e fuori, imparando che esiste una convivialità analcolica.

10)  Vigilate su di loro.  Non potrete proteggerli 24 ore su 24, ma tenete gli occhi e i canali di comunicazione sempre aperti.

Le 10 cose da ricordare di “Beviresponsabile”

Cosa si intende per consumo responsabile?
Il consumo responsabile di alcolici è un consumo moderato e consapevole, del tutto compatibile con la vita personale e sociale delle persone. Bere senza avere il controllo, bere nel momento, nel luogo e per motivazioni sbagliate significa invece bere in maniera non responsabile.

Che cos’è l’alcol?
L’alcol alimentare (alcol etilico o etanolo), presente in diversa concentrazione nelle bevande alcoliche, è una sostanza che deriva dalla fermentazione degli zuccheri contenuti nella frutta (il vino), oppure degli amidi di cui sono ricchi cereali (la birra) e tuberi.
L’alcol possiede un proprio valore energetico (7 kcal per grammo) ed in questo senso deve essere considerato un nutriente anche se le sue calorie vengono in gran parte disperse dall’organismo sotto forma di calore.

Come viene digerito l’alcol dal nostro organismo?
L’alcol ingerito viene assorbito attraverso l’apparato digerente ed entra nel sangue, attraverso cui si diffonde in tutto l’organismo, cervello compreso. Il fegato è l’organo incaricato di trasformarlo e per farlo mette all’opera degli enzimi specifici. L’eliminazione avviene invece per merito dei reni (urina), dei polmoni (respiro) e della pelle (sudore).

Quali effetti ha un abuso di alcol sul nostro organismo?
L’alcol ingerito a forte dosi altera il metabolismo, può influire sulla pressione sanguigna e causare forme di intossicazioni, anche gravi.
Gli effetti dell’alcol sul nostro organismo variano comunque in base alla dose di alcol che si ingerisce, alla concentrazione alcolica della bevanda e al fatto che l’alcol venga ingerito a stomaco vuoto oppure durante e dopo i pasti. Contano, infine, le differenze tra individuo ed individuo, quali il peso corporeo, il sesso e lo stato di salute.

Cosa si intende per consumo moderato?
Esistono linee guida condivise dalla gran parte della comunità scientifica che indicano i limiti entro i quali il consumo di alcol si può considerare moderato.
È definita moderata una quantità giornaliera di alcol equivalente a non più di 2-3 Unità Alcoliche (36 grammi) per l’uomo, non più di 1-2 Unità Alcoliche (24 grammi) per la donna e non più di 1 Unità Alcolica (12 grammi) per l’anziano. 
Una Unità Alcolica (U.A.), corrispondente a circa 12 grammi di etanolo, è contenuta in un bicchiere piccolo (125 ml) di vino di media gradazione o in una lattina di birra (330 ml) di media gradazione o in una dose da bar (40 ml) di superalcolico.

Perché le donne in gravidanza non devono bere alcolici?
Bere alcol in gravidanza può creare problemi al nascituro. L’alcol, infatti, è in grado di attraversare la placenta e di arrivare al feto in una concentrazione di poco inferiore a quella presente nel sangue materno.
Sulle cellule e sui tessuti in crescita del feto l’effetto di quantità anche moderate di alcol è particolarmente negativo e può determinare malformazioni alla nascita, soprattutto cerebrali.

Quanto alcol può ingerire chi deve mettersi alla guida?
La quantità di alcol da non superare per non influenzare minimamente lo stato di vigilanza necessario per guidare in modo sicuro cambia in funzione di fattori soggettivi come il sesso, il peso, l’altezza, l’età, lo stato di salute, le condizioni di fatica e di riposo, l’uso di alcuni tipi di farmaci.
L’alcol presente nel sangue di chi beve allunga i tempi di reazione, riduce l’acutezza visiva e ostacola la coordinazione motoria. Bevendo quantità più elevate di alcol la guida diventa sempre più imprecisa e si è incapaci di fronteggiare gli imprevisti.
Per non correre inutili pericoli e non farli correre agli altri è quindi meglio non bere affatto prima di mettersi alla guida di un veicolo.

Qual è il valore massimo di alcol nel sangue consentito dalla legge italiana quando si guida?
La quantità di alcol presente nel corpo si definisce alcolemia, che si misura in grammi per litro. La legge italiana stabilisce in:
0 grammi per litro di sangue (g/l) il limite alcolemico per i guidatori sotto i 21 anni di età o patentati da meno di 3 anni e per chi eserciti professionalmente l’attività di trasporto di persone o cose; 0,5 grammi per litro di sangue (g/l) il limite alcolemico per tutti gli altri guidatori, limite oltre il quale l’influenza dell’alcol risulta un rischio per la guida. Indicativamente, 24 grammi di alcol (due unità alcoliche) sono sufficienti per il sesso femminile a raggiungere il limite legale per la guida; per un uomo il limite si raggiunge con circa 36 grammi di alcol (3 unità alcoliche).
È noto, tuttavia, che già a valori di alcol nel sangue nettamente inferiori ai limiti stabiliti per legge si possono avere effetti pericolosi per la guida come, ad esempio, la sopravvalutazione delle proprie capacità di controllo. Per questo è meglio per tutti rinunciare a bere se ci si deve mettere alla guida.

Quali fasce della popolazione sono più vulnerabili ai danni da alcol?
L’organismo delle persone anziane, invecchiando, diventa più sensibile all’effetto dell’alcol e fatica di più a metabolizzarlo. È quindi preferibile che gli ultra sessantacinquenni non assumano più di 12 grammi di alcol al giorno, pari ad una unità alcolica (330 ml di birra, 125 ml di vino o 40 ml di un superalcolico).
Anche gli adolescenti rappresentano una fascia di consumatori alla quale guardare con speciale attenzione, in quanto non possiedono ancora né la capacità di metabolizzare l’alcol in modo completo, né la maturità necessaria a gestire responsabilmente una bevanda alcolica.

Cosa significa dipendenza da alcol?
L’individuo dipendente dall’alcol non riesce a controllarne il consumo e non può fare a meno di bere. Ciò può dipendere da un abuso continuativo di bevande alcoliche, ma anche da una predisposizione genetica o da condizioni ambientali.
Chi soffre di dipendenza da alcol perde progressivamente la capacità di relazionarsi, lavorare ed agire, con evidenti gravi conseguenze personali, familiari e sociali. (fonte http://www.beviresponsabile.it )



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