di Colin Antony Groves
É ancora un rebus la data sospesa per la presentazione delle legge di attuazione della Brexit illustrato ieri ai Comuni da Theresa May con proposte di compromesso già naufragate di fronte all’ostilità sia delle opposizioni sia di buona parte della maggioranza. Lo ha annunciato oggi il governo a Westminster, lasciando aperta la porta a un rinvio del dibattito oltre la scadenza della settimana del 3 giugno finora indicata dalla premier Tory. Downing Street da parte sua fa sapere che la May continua a “consultarsi con i ministri” e che sta rimettendo mano al testo. Per molti un segnale di debolezza interpretato come un ulteriore estremo tentativo di resistenza alle richieste di dimissioni che continuano ad arrivare sia dall’interno del Partito Conservatore e sia dallo stesso governo.
L’ambasciatore britannico in Italia Jill Morris, ospite di un Forum ANSA riguardo alla possibilità che il suo Paese debba affrontare un secondo referendum ha dichiarato: “Sarebbe un errore strategico richiedere al popolo di esprimersi” con un secondo referendum sulla Brexit. Non rispettare la decisione democratica del popolo, sarebbe molto dannoso per la nostra democrazia. Il dovere del governo e del parlamento è realizzare questa decisione”. E poi ha aggiunto: “Con l’Ue vorremmo mantenere una partnership profonda e speciale che ci permetterebbe di lavorare come un alleato vicino all’Unione, per continuare a difendere i valori europei nel resto del mondo”.
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