di Maureen Vannelli
Harvey Weinstein ha raggiunto con il procuratore generale di New York un accordo da 44 milioni di dollari per risolvere l’azione legale intentata nei suoi confronti da alcune donne che lo accusano di abusi sessuali. Lo riporta il Wall Street Journal. In base all’intesa, circa 30 milioni di dollari andrebbero ripartiti tra alcune accusatrici, (più di 15 le cause legali intraprese dalle presunte vittime e una promossa dal procuratore generale di New York), creditori dell’ex studio di produzione cinematografica di Weinstein ed ex dipendenti. Il resto della somma sono spese legali per il pool di avvocati che difende l’ex re di Hollywood.
Adam Harris, avvocato del co-fondatore dello studio Bob Weinstein, ieri all’uscita del tribunale di New York aveva anticipato che “era stato raggiunto un accordo economico di principio”, senza precisare l’importo della transazione e fare altri commenti.
Insomma una prassi ricorrente e consolidata negli Usa quella di pagare per evitare il carcere, ma spesso molto criticata visto che evidentemente solo chi se lo può permettere può metterla in pratica. E se il principio dovrebbe essere che la giustizia è uguale per tutti, soprattutto in un Paese dove i diritti umani trovano tutela nella Costituzione degli Stati Uniti, basta andare a leggere nella “Carta dei Diritti“, il V e il VI emendamento che garantiscono il diritto ad un giusto processo e il diritto alla difesa, il XV emendamento che garantisce il diritto di voto senza discriminazioni e l’VIII emendamento che proibisce le punizioni crudeli o inusuali (NdR. Non si dovranno esigere cauzioni eccessivamente onerose, né imporre ammende altrettanto onerose, né infliggere pene crudeli e inconsuete), c’è da domandarsi se forse qualcosa va cambiato nel modus operandi della giustizia americana.
Come Weinsten, anche l’ex campione di football americano O J Simpson
ebbe uno sconto di pena pagando una cauzione, di gran lunga inferiore, di 125mila dollari. Condannato a 33 anni di carcere nel 2008 per rapina a mano armata e sequestro di persona, fu liberato il primo ottobre 2017 (dopo averne scontati 9) ed è ora vive in regime di libertà vigilata a Las Vegas. Negli anni Novanta, per la precisione nel 1994, O J Simpson fu al centro di uno dei più famosi casi di cronaca nera. Accusato di aver ucciso l’ex moglie Nicole Brown e il compagno Ronald Goldman, se la cavò magistralmente e venne assolto.
Per Weinstein, che ha vinto numerosi premi per film che ha prodotto, come Shakespeare in Love, Pulp Fiction e The King’s Speech, invece non è finita qui. Ora dovrà affrontare altre accuse penali di stupro e di un atti sessuali forzati che lui nega di avere compiuto, trattandosi a suo avviso invece di sesso consensuale. Licenziato dalla sua compagnia “Weinstein Co” ed espulso dall'”Academy of Motion Picture Arts and Sciences”, Weinstein aveva dichiarato bancarotta. Il suo caso ha aiutato a lanciare il movimento #MeToo, che ha portato alla luce altri casi di abusi e cattiva condotta sessuale.
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