di Mandy Stewart
James Comey, l’ex direttore dell’Fbi, difende l’Fbi e attacca Donald Trump. In un editoriale sul Washington Post, l’ex direttore dell’Fbi ha difeso gli agenti e gli investigatori dell’agenzia criticati dal presidente, che li ha definiti dei traditori. “Non c’è stata nessuna corruzione. Non c’è stato tradimento. Non c’è stato nessun tentativo di colpo di Stato. Queste sono solo bugie. Si è trattato di brave persone che hanno cercato di arrivare alla verità in circostanze senza precedenti”, ha dichiarato Comey rispondendo alle accuse di Trump.
L’ex direttore dell’FBI , è stato ufficialmente licenziato da Trump il 9 maggio del 2017. La decisione del presidente giunse inaspettata: la nomina del direttore dell’FBI non è di natura politica e il suo mandato dura 10 anni. Tra l’altro quando Trump si insediò alla Casa Bianca confermò Comey anche con un certo entusiasmo. Nominato direttore dell’FBI nel settembre del 2013, Comey che era stato inizialmente voluto dal presidente George W. Bush al dipartimento della Giustizia, poi venne promosso da Obama.
In una lettera inviata a Comey mentre questo si trovava all’FBI di Los Angeles, Trump spiegò di aver preso la decisione su raccomandazione del procuratore generale statunitense Jeff Sessions. La lettera fu consegnata a Comey dall’assistente personale di Trump, decisione secondo molti non casuale, ma Comey aveva già appreso del suo licenziamento attraverso la tv. Secondo Trump, in sostanza, Comey non è più in grado di guidare efficacemente l’FBI.
L’ex direttore dell’FBI , rilasciò la sua prima intervista ai media quasi un anno dopo il suo licenziamento, esattamente il 15 aprile del 2018, nel programma “20/20” della ABC, per la precisione 2 giorni prima dell’uscita del suo libro “A Higher Loyalty”.
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