di Chao Zeng
Nel giorno in cui approda in aula la controversa legge sulle estradizioni in Cina, migliaia di persone hanno occupato le principali strade intorno al parlamentino di Hong Kong. Gli attivisti pro-democrazia hanno sollecitato una nuova mobilitazione contro il provvedimento che è considerato una erosione dell’autonomia dell’ex colonia e contrario allo schema seguito finora di “un Paese, due sistemi”, alla base dei rapporti tra Hong Kong e Pechino. Lo scopo è ripetere la straordinaria adesione di domenica che ha visto nelle strade un totale di un milione di persone, in quella che è stata una delle più grandi manifestazioni dal ritorno di Hong Kong alla Cina nel 1997. Il presidente del Legislative Council, Andrew Leung Kwan-yuen, ha indicato ieri che la votazione finale sul provvedimento si terrà il 20 giugno. Nel frattempo però Matthew Cheung, capo segretario di Hong Kong, riferiscono i media locali, che ha lanciato un monito ai manifestanti che bloccano le strade attorno al parlamento chiedendo loro di disperdersi e obbedire alla legge: “Invito anche i cittadini che si sono riuniti a mostrare capacità di controllo il più possibile, a disperdersi pacificamente e non sfidare la legge”. Questa è la prima reazione ufficiale delle autorità alle ultime proteste contro la controversa legge sull’estradizione in Cina.
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