di Carlos Contreras Guillaume
Ieri il ministro per le infrastrutture del Cile, Juan Andrés Fontaine Talavera, è stato ospite della Camera del Commercio di Milano Monza Brianza Lodi, presenti Ian Frederick, Direttore per la Promozione dell’Investimento di InvestChile, Sergio Romero, Ambasciatore del Cile in Italia e Pedro González, Console Generale del Cile a Milano per parlare dello sviluppo e dei risultati record sul fronte commerciale tra Cile e Italia, un business che frutta 1,8 miliardi l’anno e che nei primi tre mesi del 2019 ha già toccato quota 400 milioni circa, +3,2%, grazie soprattutto all’export che segna un +14,3%. Da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia, l’agenzia per l’internazionalizzazione del sistema camerale italiano, sui dati Istat anni 2018 e 2017 e primi tre mesi del 2019 e 2018 risulta che le prime province su base annuale sono Avellino con 146 milioni di scambi di cui 142 milioni di import, Milano con 136 milioni, leader per export con 98 milioni, Cremona con 104 milioni (100 milioni circa di import) e Vicenza con 88 milioni (59 milioni di export). In crescita Ravenna (+81,2%) e Lucca (+34,4%). Tra le regioni eccelle la Lombardia con 428 milioni di euro di interscambio nel 2018, seguita da Emilia Romagna con 299 milioni, Veneto con 289 milioni e Campania con 195 milioni. In forte aumento la Puglia che passa da 10 a 30 milioni (+189,2%). I prodotti più scambiati sono i metalli di base che rappresentano il 39,8% dell’import del 2018 e i prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (21,3%) mentre i più esportati sono i macchinari (43% del totale) e gli apparecchi elettrici (9%). Gli scambi nei primi tre mesi del 2019. Raggiungono i 394 milioni: si tratta in particolare di 234 milioni di export e 159 milioni di import. Si confermano prime province Avellino con 54 milioni di interscambio e Milano con 31 milioni. Terza Vicenza con 26 milioni. L’interscambio lombardo nel 2018 è di 428 milioni. L’export raggiunge quasi i 247 milioni mentre l’import supera i 181 milioni. Oltre a Milano e Cremona ai primi posti in Italia rispettivamente per export e per import, si distinguono Brescia con 56 milioni di scambi, Bergamo con 39,5 milioni e Varese con 32 milioni. In aumento Pavia che passa da 5,5 a 9,4 milioni di scambi (+68,8%). I prodotti lombardi che vanno di più in Cile sono i macchinari che rappresentano il 30,2% del totale, gli apparecchi elettrici (17,6%) e le sostanze chimiche (12%) mentre si importano metalli (46,9%) e prodotti agricoli (19,6%).
Per parlare di questo interscambio commerciale tra Italia e Cile in costante crescita e dei progetti futuri del Cile, What-u ha intervistato in esclusiva il Ministro per le Infrastrutture del Cile, Juan Andrés Fontaine Talavera. Ecco che cosa ci ha anticipato.
La guerra recente commerciale tra Washington e Pechino, o gli scontri con gli USA a colpi di dazi che hanno visto protagonista la stessa Europa. Come si posiziona in questo quadro il suo Paese?
«L’apertura internazionale del nostro Paese è la leva su cui stiamo puntando per la crescita. All’appuntamento di Milano del 13 giugno seguiranno quelli di Londra e Berlino, in quanto stiamo realizzando un tour internazionale per promuovere le opportunità di investimento per le imprese in Cile. L’apertura agli investimenti è la via per la crescita della nostra economia. Se cresce lo sviluppo sarà una leva importante per il miglioramento della qualità della vita della classe media».
In Cile l’industria concorre nella misura del 47,7% alla composizione del PIL e occupa il 23% della forza lavoro, l’attività di punta è la lavorazione e la trasformazione delle risorse minerarie, agricole e forestali. Quali i passi avanti fatti finora e quali saranno i prossimi obiettivi del suo Paese?
«Si tratta di un momento favorevole per investire in Cile grazie agli indicatori economici positivi e una crescita di 3,5 punti di Pil l’anno. Per questo motivo stiamo realizzando un piano per la crescita delle infrastrutture di trasporto, sociali e idriche che comporterà 14 miliardi di dollari di investimenti e 57 progetti. Si tratta di una iniziativa centrale per lo sviluppo della produttività e sociale. Per quanto riguarda le autostrade verrà ampliata la capacità di quelle esistenti e ne verranno costruite altre nuove. Puntiamo a raddoppiare la capacità aeroportuale, con la crescita degli aeroporti regionali e l’ampliamento anche di quello di Santiago. Il piano riguarda inoltre progetti sociali come gli ospedali e le vie idriche con progetti dedicati all’acqua».
In quali campi vede maggiori e ulteriori prospettive di crescita del business con l’Italia?
«I rapporti con le imprese italiane sono già sviluppati e molte sono già presenti e attive sul nostro territorio. Ieri a Milano abbiamo incontrato nuovi interlocutori. L’obiettivo è di rafforzare i rapporti con le imprese già presenti nel nostro Paese e trovare nuovi operatori interessati ad investire nelle opere che stiamo realizzando. Grazie alle opportunità offerte da questo piano invitiamo nuove imprese a partecipare con una possibilità reciproca di crescita, per entrambi ».
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