L’Iran nei prossimi 10 giorni non rispetterà più il limite di scorte di uranio fissato nell’accordo nucleare che Teheran aveva siglato con le potenze mondiali, lo ha detto lunedì il portavoce dell’agenzia atomica del paese.
Un annuncio che non lascia spazio a dubbi riguardo la determinazione dell’Iran a rompere il famoso accordo del 2015, anche in seguito alle ripercussioni che sono seguite alle dure sanzioni economiche contro l’Iran, decise da Trump che hanno fatto andare la sua economia in caduta libera.
Il portavoce dell’agenzia nucleare iraniana, Behrouz Kamalvandi, ha fatto l’annuncio durante una conferenza stampa con i media locali presso l’impianto per l’acqua pesante dell’Araq in Iran, in diretta con la televisione di stato iraniana. Kamalvandi ha riconosciuto che il paese ha già quadruplicato la sua produzione di uranio a basso arricchimento e ha affermato che Teheran aumenterà i livelli di arricchimento dell’uranio “in base alle esigenze del paese a qualsiasi livello, oltre il 3,67% che è il limite attuale fissato dall’accordo sul nucleare. L’Iran ha bisogno di un arricchimento del 5% per la sua centrale nucleare nel porto iraniano di Bushehr e necessita anche del 20% di arricchimento per un reattore di ricerca di Teheran”, ha detto il portavoce. Segnali che non lasciano di certo tranquilli gli antinuclearisti.
L’uso dell’uranio, sotto forma del suo ossido, risale almeno al 79 a.C.; risalgono ad allora alcuni manufatti in ceramica colorati di giallo per aggiunta dell’1% di ossido di uranio rinvenuti in scavi nella zona di Napoli.
L’uranio è stato scoperto nel 1789 dallo scienziato tedesco bavarese Martin Heinrich Klaproth, che lo individuò in un campione di uraninite. L’elemento prese il nome dal pianeta Urano, che era stato scoperto otto anni prima dell’elemento. L’uranio fu isolato come metallo nel 1841 da Eugène-Melchior Péligot e il primo impiego industriale dell’uranio risale al 1850 nel vetro, sviluppato dalla Lloyd & Summerfield di Birmingham, nel Regno Unito. La radioattività dell’uranio fu osservata per la prima volta dal fisico francese Henri Becquerel nel 1896.
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