di Maurizio Cappellino
La riunione a Palazzo Chigi per esaminare la lettera e rivedere i nuovi numeri per l’assestamento di bilancio è terminata circa un’ora fa. La lettera del premier Giuseppe Conte indirizzata agli altri 27 Paesi membri Ue, al presidente della commissione Ue, Jean Claude Juncker e al presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk è stata inviata.
Ecco alcuni passaggi significativi. “L’Italia in quanto Paese fondatore della casa comune” europea, “avverte la piena responsabilità di coltivare un dialogo aperto e costruttivo con la commissione Ue. Lo ha dimostrato anche nel dicembre 2018, allorché un intenso negoziato ha consentito di chiarire i dettagli della nostra manovra”, si legge.”Ritengo nostro dovere aprire adesso, senza ulteriore indugio, una fase costituente per ridisegnare le regole di governo delle nostre società e delle nostre economie riconsiderando modelli di sviluppo e crescita che si sono rivelati inadeguati di fronte alle sfide poste da società impoverite, attraversate da sfiducia, rancore e delusione. Prima che l’Ue si trovi a dover affrontare nuove crisi finanziarie sistemiche e globali -prosegue la lettera – occorre una riflessione approfondita su come assicurare un effettivo equilibrio tra stabilità e crescita, tra riduzione e condivisione dei rischi. Come l’esperienza ha dimostrato se per assicurare la piena realizzazione dell’uno si sacrifica l’altro si rischia di pagare un prezzo molto alto per la coesione sociale ed economica dei Paesi membri e per la credibilità stessa del progetto europeo”.
La riunione di Palazzo Chigi però non aveva come fine solo quello di riunirsi per discutere della arcinota lettera. In programma c’erano anche la discussione sulla riforma del processo alla quale hanno partecpato il premier Giuseppe Conte, i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, il Guardasigilli Alfonso Bonafede e il ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno. E quella sul fronte del dl crescita rinviata in commissione, secondo font della Lega, solo per aggiustamenti tecnici.
Conte in Consiglio dei ministri porta una bozza della legge di assestamento di bilancio che sarà varata il 26 giugno. La sola volontà di rispettare i parametri Ue a Bruxelles non basta: perciò il premier fa deliberare al Cdm – a testimoniare l’impegno di tutto il governo – il taglio dei 2 miliardi già “congelati” in manovra, cui potrebbero aggiungersi altri accantonamenti.
Pronta anche una “road map” di massima per la trattativa nel caso in cui la proceduta di infrazione dovesse comunque partire.
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