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USA E IRAN TRUMP CERCA L’ACCORDO, SENZA ABBANDONARE L’IDEA DI UN ATTACCO


il presidente degli Stati Uniti Donald Trump

di Federica Paglia

“Ogni errore commesso dai nemici dell’Iran, in particolare gli Usa e i loro alleati regionali, sarebbe come sparare una polveriera che brucerà gli Stati Uniti, i suoi interessi e i suoi alleati sul campo”: è il monito lanciato dal portavoce delle Forze Armate iraniane, Abolfazl Shekarchi. La Repubblica islamica “risponderà a ogni minaccia o aggressione americana”, ha detto invece il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Abbas Mousavi.

Trump abbassa la guardia e cerca un accordo

Un po’ come era accaduto anche con il leader della corea del Nord, anche con l’Iran Trump prima fa la voce grossa e poi cerca la via dell’accordo. “Facciamo un nuovo accordo. Let’s make Iran great again”: così Donald Trump lancia un appello a Teheran dopo le tensioni degli ultimi giorni giunte ad un soffio dal conflitto. “Se rinunciano ad avere un’arma nucleare saranno di nuovo un Paese grande e prospero”. Il presidente americano ha però aggiunto che sta ancora prendendo in considerazione un’azione militare contro l’Iran dopo che ha abbattuto un velivolo militare americano senza pilota, (N.d.R.: con un’apertura alare più grande di un Boeing 737, costato oltre $ 100 milioni), dicendo che l’uso della forza è “sempre sul tavolo fino a quando non avremo risolto”. I commenti del presidente americano arrivano mentre i maggiori rappresentanti degli Emirati Arabi convocati da Mousavi sono appena arrivati a Teheran per discutere riguardo al fatto che abbiano permesso agli Stati Uniti di usare una loro base per lanciare un drone entrato nello spazio aereo iraniano. Giovedì scorso Trump aveva fatto un passo indietro dicendo che poiché l’Iran aveva abbattuto un velivolo americano senza persone a bordo gli Stati Uniti avevano deciso di rinunciare a un attacco militare programmato che invece sarebbe costato la vita a 150 iraniani. “Non voglio uccidere 150 iraniani. Non voglio uccidere 150 di niente o nessuno a meno che non sia assolutamente necessario “, ha detto Trump. Però pare, come riporta anche la stampa internazionale, che non si è risparmiato sul fronte cybernetico, mettendo a punto un cyber attacco (Us Cyber Command) contro l’Iran che ha “disabilitato” i sistemi informatici di controllo dei lanciamissili iraniani, provocando danni che secondo gli esperti sono ancora difficili da stimare.

Ovviamente il vero problema non è il drone americano abbattuto…

Ovviamente l’incidente dei droni non è la vera causa di tanto astio perché i veri problemi vanno cercati nella millantata rottura a mezzo stampa del patto anti-nucleare sottoscritto dall’Iran nel 2015 che ovviamente crea non poche preoccupazioni, e non solo agli Stati Uniti. Com’era già accaduto lo scorso 8 maggio l’Iran ha di nuovo messo in guardia il mondo sul fronte nucleare: “Entro 10 giorni supereremo il limite delle riserve di uranio a basso arricchimento consentiti dall’accordo del 2015 se non ci saranno nuovi accordi sui negoziati”. Il portavoce dell’agenzia iraniana per l’Energia Atomica, Behrouz Kamalvandi durante una visita di una rappresentanza di media internazionali al reattore di Arak ha detto: “Abbiamo quadruplicato la produzione di uranio e in 10 giorni supereremo il limite consentito di 300 chilogrammi”. A calmare le acque si è proposto il diplomatico britannico Andrew Murrison che per domani ha programmato una visita in Iran per chiedere a Teheran di allentare i toni e cambiare rotta, ha dichiarato sabato il Foreign Office britannico. Nell’altalena degli “alti” e dei “bassi”, Trump, nonostante i toni vagamente distensivi, ha promesso, a partire da lunedì, nuove sanzioni economiche nei confronti dell’Iran. Il ministro del Tesoro americano Steven Mnuchin ieri ha dichiarato che il settore finanziario iraniano sarà presto penalizzato se non la smetterà di eludere le linee guida internazionali volte a combattere il riciclaggio di denaro sporco.



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