di Colin Anthony Groves
Oggi l’incontro tra il presidente Donald Trump e il premier russo Vladimir Putin è stato sicuramente il più atteso. Un giornalista poco prima del loro “vis à vis” ha chiesto a Trump, se avrebbe messo in guardia Putin riguardo al fatto di non intromettersi più nelle elezioni del 2020. E Trump ha risposto scherzosamente: “Certo,” e poi rivolgendosi a Putin ha aggiunto: “E non intrometterti più nelle elezioni!”. Riuscendo a fare sorridere anche il gelido Putin. L’ex presidente Usa Jimmy Carter però ha riservato parole molto severe nei confronti di Trump. “Non c’è dubbio che i russi abbiano interferito nelle elezioni del 2016”, ha detto Carter durante una discussione sui diritti umani a Leesburg, in Virginia. Affermando che se Trump non avesse avuto quell’aiutino non l’avrebbe spuntata. “Penso che l’interferenza”, ha precisato Carter, “sebbene non sia stata ancora quantificata, mostrerebbe a Trump che non ha effettivamente vinto le elezioni nel 2016”. Trump ha poi detto ai giornalisti che “molte cose positive” tra gli Usa e la Russia, deriverebbero dal suo buon rapporto con Putin, che lo ha invitato a visitare la Russia l’anno prossimo per celebrare il 75 ° anniversario della vittoria alleata nella seconda guerra mondiale. Questa settimana in un’intervista con il Financial Times, Putin ha nuovamente contestato la conclusione del rapporto di Mueller secondo cui la Russia avrebbe interferito sistematicamente nelle elezioni americane del 2016″. Putin ha detto che Trump è stato eletto perché ha visto dei cambiamenti nella società americana e ne ha approfittato. E poi Putin ha elogiato Trump per aver cercato di fermare il flusso di migranti e droga dal Messico aggiungendo che il liberalismo, la principale ideologia politica in Occidente dalla fine della seconda guerra mondiale, è morto. “Questa idea liberale presuppone che non si debba fare nulla – che i migranti possano uccidere, saccheggiare e stuprare impunemente, perché i loro diritti come migranti devono essere protetti”, ha detto Putin. “Invece ogni crimine deve avere la sua punizione. L’idea liberale è diventata obsoleta. Ed è entrata in conflitto con gli interessi della stragrande maggioranza della popolazione”.
Ma se sulla questione del liberalismo Trump e Putin la pensano allo stesso modo, riguardo l’escalation della crisi con l’Iran, che ha abbattuto un drone americano la scorsa settimana, si trovano su fronti opposti. Trump ha affermato che gli Stati Uniti rimangono fermi sul fatto che Teheran non dovrebbe avere armi nucleari e che deve smettere di sostenere i gruppi militanti. Un’altra questione in stand by è il sequestro da parte della Russia di due navi ucraine e del loro equipaggio nel Mar d’Azov. I membri dell’equipaggio sono tuttora detenuti, e Trump, che aveva addirittura annullato un vertice con Putin lo scorso novembre in Argentina, ha detto che il destino dei marinai non è ancora stato discusso, ma si discuterà. I due leader poi hanno anche annunciato il loro ritiro da un patto stipulato nel 1987 di controllo delle armi nucleari. Senza pronunciarsi su un altro importante accordo nucleare, il trattato New Start, che scadrà nel 2021, a meno che Mosca e Washington non negozieranno un’estensione.
Putin e May va in scela la freddezza
Pochi invece i sorrisi fra Vladimir Putin e Theresa May, che si sono incontrati al vertice G20 di Osaka, 15 mesi dopo il tentato avvelenamento con gas nervino a Salisbury, dell’ex spia doppiogiochista russa Serghiei Skripal: episodio che Londra attribuisce all’intelligence militare di Mosca malgrado le smentite del Cremlino. L’incontro è stato suggellato da una fredda stretta di mano del presidente russo con un’adombrata premier britannica uscente. E, secondo Downing Street, May “ha ribadito che non ci potrà essere normalizzazione nelle relazioni bilaterali finché la Russia non fermerà le sue attività irresponsabili e destabilizzanti”. In precedenza la premier Tory aveva rinnovato la richiesta che i cittadini russi indicati come sospetti per il caso Skripal “rispondano alla giustizia”. Mentre Putin aveva liquidato la ricostruzione britannica come “clamore da 4 soldi”: negando ancora una volta responsabilità nell’attacco di Salisbury
Scopri di più da WHAT U
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.