di Miguel Fernandez
E’ morto Luis Alvarez, uno dei volti simbolo del “dopo 11 settembre”. L’ex detective di New York è deceduto in seguito a complicazioni legate al suo tumore al colon. Un cancro che lo avrebbe colpito per aver lavorato nell’area insalubre degli attacchi nei tre mesi successi al crollo delle Torre Gemelle. Sessantotto i cicli di chemioterapia per combattere il cancro causato da esposizione tossica a Ground Zero. Alvarez era comparso nelle ultime settimane, davanti al Congresso per chiedere l’estensione dei benefici sanitari per gli agenti e i pompieri che sono stati in prima linea dopo la tragedia. Alvarez quindi per anni si è battuto non solo per se stesso, ma per difendere gli interessi di tutti coloro che hanno subito lesioni, malattie o traumi a causa degli attacchi dell’11 settembre. L’11 giugno, è stato il giorno della sua ultima apparizione al Congresso, e l’ultima volta che ha parlato in sostegno del progetto di legge per estendere i finanziamenti medici dal 2020 al 2090.
Apparendo al fianco del comico Jon Stewart, ha detto che il Victims Compensation Fund (VCF) non deve essere un biglietto per il Paradiso, ma un sostegno per le famiglie di coloro che ammalandosi, come è accaduto a lui, non potranno più garantire ai propri famigliari un sostegno econonomico. “Deve servire per provvedere alle nostre famiglie quando non possiamo”.
Ora Alvarez non c’è più. Alcuni giorni prima di morire ha detto: “Sto riposando e sono in pace. Continuerò a combattere finché il Buon Dio non deciderà che è ora”. Chi li era vicino ha detto che avrebbe voluto fare più interviste per “tenere una luce” sulla lotta per i benefici VCF , ma non ce l’ha fatta. Il 19 giugno, Alverez ha pubblicato su Facebook che sarebbe entrato in un ospizio a causa di insufficienza epatica. “Per favore, abbiate cura di voi stessi e degli altri”, queste le sue ultime parole.
Scopri di più da WHAT U
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.