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CAPITANA SEA WATCH3 DOPO L’INTERROGATORI, PER ORA RESTA AGLI ARRESTI DOMICILIARI


La capitana della Sea Watch 3 Carola Rackete
(ANSA / Matteo Guidelli via AP)

di Valentina Pontecorvo

Era previsto per oggi l’interrogatorio di Carola Rackete, comandante della Sea Watch 3 per la precisione alle 15,30 con il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, che ieri, poco minuti dopo aver ricevuto la richiesta di convalida dell’arresto da parte della Procura, ha fissato per oggi l’incontro. E così è stato. “Dalla giustizia mi aspetto pene severe per chi ha attentato alla vita di militari italiani e ha ignorato ripetutamente le nostre leggi. Dagli altri Paesi europei, Germania e Francia in primis, mi aspetto silenzio e rispetto. In ogni caso, siamo comunque pronti ad espellere la ricca fuorilegge tedesca”, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini, pochi minuti dopo la fine dell’interrogatorio di Carola Rackete, comandante della Sea Watch, da parte dei giudici di Agrigento, durato circa 3 ore e finito con la convalida, dell’arresto. L’ordinanza sarà emessa martedì. La trentunenne tedesca però resta, intanto, agli arresti domiciliari in un’abitazione privata di Agrigento.

Per il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, l’ingresso in porto “non è stata un’azione necessitata. Non c’era uno stato di necessità poiché la Sea Watch attraccata alla fonda aveva ricevuto, nei giorni precedenti, assistenza medica ed era in continuo contatto con le autorità militari per ogni tipo di assistenza, per cui, per il divieto imposto dalla Guardia di finanza di attraccare, non si versava in stato di necessità”. “Cosa diversa è il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per cui si procede separatamente”, ha spiegato Patronaggio. “Quella sarà la sede (l’altro fascicolo – ndr) dove valutare se l’azione di salvataggio dei migranti effettuata nelle acque antistanti la zona Sar libica sia stata un’azione necessitata. Nel procedimento parallelo andremo a verificare se i porti della Libia possono ritenersi sicuri o meno e andremo a vedere se la zona Sar libica è efficacemente presidiata dalle autorità della guardia costiera libica, andremo a verificare le concrete modalità del salvataggio cioè a dire se vi sono stati contatti tra i trafficanti di esseri umani e la Sea Watch, se il contatto è avvenuto in modo fortuito o ricercato. Tutta una serie di elementi che serviranno a verificare se si è trattato di un’azione di salvataggio in mare oppure un’azione concertata”.

Nel frattempo oggi a prendere le difese della sua assistita ci ha pensato l’avvocato Leonardo Marino che assieme al collega Alessandro Gamberini, anche lui ingaggiato dalla capitana della Sea Watch 3 per difenderla, ha detto: “La richiesta di convalida dell’arresto, fatta dalla Procura, è congiunta alla richiesta della misura cautelare degli arresti domiciliari. La comandante di Sea Watch 3, Carola Rackete, risponderà a tutte le domande del giudice e fornirà tutte le spiegazioni che le saranno richieste”.



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