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TIMMERMANS CANDIDATO ALLA COMMISSIONE EU, MA MANCANO 1/3 DEI VOTI


Il socialista olandese Frans Timmermans,
candidato alla Commissione Eu

di Matteo Ciacci

La candidatura per la Commissione europea di Frans Timmermans, attuale Primo Vicepresidente della Commissione europea e Commissario europeo per la migliore legislazione, le relazioni interistituzionali, lo stato di diritto e la carta dei diritti fondamentali dal novembre 2014, resta sul tavolo dei leader, riuniti in un lungo summit che è andato avanti tutta la notte, ma sono ancora tra i 7 e i 10 i capi di Stato contrari. L’accordo sul pacchetto delle nomine per i posti chiave delle istituzioni europee resta così nello status di “ancora molto complicato”. Pochi al momento i cambi di idea rispetto alle posizioni espresse già ieri sera all’inizio del summit. Nella partita a scacchi per le nomine della nuova Commissione Eu, che al momento vede in pole position, come successori di Juncker, i candidati dei due maggiori partiti, il tedesco Manfred Weber dei popolari (Ppe) e l’olandese Frans Timmermans per i socialisti (S&D). Manfred Weber, candidato dei popolari, al Parlamento di Strasburgo e il socialista olandese Frans Timmermans alla Commissione con il sostegno di Germania (in particolare della cancelliera Angela Merkel in prima fila), oltre che Francia, Olanda e Spagna, l’Italia ha già detto di no, perché come ha spiegato il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani “Per noi non è possibile votare un candidato socialista per la Commissione Ue, perché si andrebbe contro la volontà popolare. Lo dico come vicepresidente del Ppe e come vicepresidente di Forza Italia”.

La cancelliera tedesca Angela Merkel ha ammesso: «Non sarà molto facile prendere decisioni, penso che ci vorrà del tempo. Per me è importante evitare un conflitto interistituzionale tra il Consiglio e il Parlamento», ha spiegato, riferendosi alla volontà degli eurodeputati di difendere il sistema degli Spitzenkandidat, (il candidato unico espresso dai vari gruppi politici). Il Ppe ha avuto più seggi e, quindi, Weber sarebbe dovuto prevalere sull’olandese. Ma, per la prima volta, Ppe e S&D hanno bisogno del liberali di RE e forse anche dei Verdi per fare maggioranza. Il gruppo Renew Europe, presieduto dal belga Guy Verhofstadt, eletto alla carica il 30 giugno 2009, è il terzo gruppo per numero di parlamentari del Parlamento europeo. Si compone di due partiti europei: il Partito dell’Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l’Europa(ALDE) e il Partito Democratico Europeo (PDE). E ha il suo peso. Il presidente francese Emmanuel Macron dei liberali RE ha ridotto il negoziato a «tre nomi», rinviando «quello della Bce un po’ più avanti» e sottintendendo che, per la Camera Ue, spetta agli eurodeputati votare a Strasburgo il 3 luglio.

Il premie Giuseppe Conte a Bruxelles

A dire la sua non poteva mancare il premier Conte, anche alla ricerca di alleanze per evitare il rischio di una procedura d’infrazione Ue per l’alto debito. Conte ha criticato il criterio dello «Spitzenkandidat»: «Mi sembra un po’ difficile rimanere legati solo a questo criterio. Dobbiamo essere flessibili nella scelta del candidato giusto. Se raggiungeremo un accordo oggi? Non è da escludere che saremo costretti ad aggiornarci. Vediamo», ha detto al Corriere della Sera. E la stessa espressione Conte l’ha riservata esplicitamente al nome di Timmermans: «Vedremo», ha detto il premier italiano, riconoscendo di non stare ancora lavorando a delle alternative.



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