di Miriam Milani
Non bisogna per forza essere dei cloni di Steve Jobs per avere una buona idea, ma come aveva detto lui agli studenti dell’Università di Stanford, occorre coltivare la curiosità, continuare a pensare a progettare e non bisogna avere paura a essere troppo innovativi. “Siate affamati, siate folli”, aveva detto agli studenti dell’università di Stanford a una folla di neolaureati, un concetto ribadito anche in uno degli spot della Apple del 1997: “Le persone così pazze da pensare di cambiate il mondo…sono quelle che lo cambiano davvero”. Insomma il concetto è chiaro no? Così What-u ha voluto incontrare i protagonisti della sesta edizione di Dr. Start-upper, il percorso di Università Cattolica e Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi studiato per la creazione di nuove imprese, che offre gli strumenti essenziali, la conoscenza dei quadri normativi e le skills manageriali per lo sviluppo di idee che portino alla creazione di una start-up, potenziando le competenze imprenditoriali, creando un network di contatti personali e istituzionali utili per i futuri imprenditori.
Playsugged il Vincitore
Partendo dal vincitore di questa edizione di Start-upper, Alessandro Dell’Anno con Playsugged, un’idea imprenditoriale che riguarda il noleggio e la vendita di distributori di Power Bank di ricarica per laptop, smartphone, tablet che offre l’opportunità all’utente finale, una volta prelevato il prodotto, di ricaricare il suo device e poi restituire la Power Bank in centri di raccolta sparsi in tutto il territorio nazionale. Il tutto con l’aiuto di una app, che mostra in anticipo sulla mappa geografica della città i luoghi in cui i distributori sono presenti. Così viene spontaneo chiedere a Maurizio com’è nata questa idea, qual è stata l’ispirazione? «L’ispirazione è nata, come accade molte volte, da un bisogno. Il bisogno in questo caso era l’insufficienza di prese di ricarica. Era ed è un problema tuttora, visto soprattutto l’uso sempre crescente dei devices. Quindi io e la mia compagna di corso Nicole (il cui contributo è stato ed è fondamentale), con l’aggiunta poi di Jacopo (un ingegnere energetico, anche lui parte integrante del team) abbiamo pensato di trovare un rimedio efficace per restare sempre connessi, così è nato PlAysUgged, un nome un po’ contorto che proviene da “Place Always plUgged”, per dire “un posto sempre connesso. All’inizio abbiamo incontrato un po’ di difficoltà», spiega Alessandro, «a fare combaciare i vari impegni universitari e personali con questo progetto. Poi il dover convincere le persone che ci hanno ascoltato e far capire loro quale fosse il problema e come volevamo risolverlo e che eravamo proprio noi le persone giuste per farlo. Va tenuto in mente che ogni volta che si presenta il progetto, in quel momento si rappresenta il progetto stesso. Se le persone vogliono credere nel progetto, infatti devono prima credere nel team. Un’ ultima cosa è che non bisogna tenere troppo all’idea per come è stata pensata la prima volta: anche se si inizia a credere che sia quella giusta, quasi sempre viene poi modificata. Anche nel nostro caso, l’idea iniziale è stata cambiata più e più volte. Il concetto di base, il “renting di powerbank” rimane, ma poi noi lo abbiamo declinato in una maniera diversa». E riguardo gli obiettivi il vincitore aggiunge: «Gli obiettivi che ci siamo prefissati sono due sostanzialmente. Il primo è la possibilità di lanciare il servizio, il secondo è il possibile ambito di distribuzione nel territorio italiano. Più precisamente, almeno all’inizio, ci si potrebbe rivolgere agli organizzatori di eventi quali convegni, fiere, congressi, meeting aziendali che potrebbero avere bisogno del nostro servizio». Sul fronte vantaggi e opportunità Dell’Anno aggiunge: «Il vantaggio è l’esperienza. Il fatto di mettersi davvero in gioco per la prima volta, di non lavorare su casi di studio, ma su un caso reale. Con tutto ciò che ne consegue. Ad esempio organizzare delle skype calls, contattare e scegliere eventuali fornitori, testare il prodotto, testare la domanda di questo tipo di servizio per le persone conosciute. C’è poi il lavoro di gruppo, composto da persone che, fino a pochi mesi prima, nemmeno si conoscevano e con skills e background totalmente diversi. Inoltre, intraprendendo anche il percorso di Dr. Startupper, abbiamo avuto la possibilità di migliorare e affinare alcune parti importanti dell’idea e di capire quali potevano essere i punti deboli. Infine, ma non per questo meno importante, abbiamo la possibilità di avvicinarci al lancio di un’attività, che per studenti di management, sicuramente è uno degli obiettivi prefissati».
Wom 2° classificato
L’dea del secondo classificato, WOM è rivolta al mondo dei Social Network. In pratica WOM è un Social Network interattivo. Il business model prevede l’offerta di campagne di Social Media Advertising alle imprese del settore videoludico. Trattandosi di Social Media, si mettono in connessione due interlocutori, brand e community, per i quali sono stati individuati due diversi problemi: per le imprese, la mancanza di una pubblicità interattiva che attivi le community e per gli utenti, il soddisfacimento di un bisogno naturale di ego e competizione. Le campagne di advertising sono costruite sempre in ottica interattiva e con meccaniche di gamification quindi gli utenti che interagiscono con la campagna otterranno “crediti”, che potranno essere spesi in premi digitali presenti sul catalogo WOM. «WOM nasce da una riflessione fatta durante la visione di alcuni video su YouTube: è possibile che ogni volta che debba iniziare un video, compaia una pubblicità che sono costretto a guardare? Da questo spunto, abbiamo riflettuto sul fatto che qualsiasi categoria di video avesse questo problema, anche quelli sui videogiochi» spiega il team del progetto. «E allora, ci siamo imbattuti su Twitch (una TV digitale che trasmette videogiochi in tempo reale grazie agli streamer), ma anche qui abbiamo notato gli spot pubblicitari da 15-20 secondi che interrompevano la nostra visione, impedendoci di guardare lo streamer mentre videogiocava. Tra l’altro sono circa 700 milioni le persone che nel mondo guardano video sui videogiochi. Così ci siamo resi conto che potevamo introdurre una nuova piattaforma sulla quale riunire i brand, gli streamer e la community di videogiocatori e un nuovo meccanismo pubblicitario, una pubblicità-gioco». Ovviamente ogni progetto ha sempre il suo rovescio della medaglia. Difatti il team aggiunge: «Le difficoltà incontrante durante la realizzazione sono state principalmente due: cercare un meccanismo che connettesse in maniera coerente sia gli streamer, sia i brand, sia la community e pensare a degli incentivi all’uso della piattaforma. La costruzione del sistema d’offerta, per una meccanica così complessa, solo all’apparenza semplice, è stato un grande scoglio da superare per il nostro gruppo di lavoro, anche perché si trattava di trascrivere in numeri delle parole. Con il giusto impegno abbiamo ottenuto risultati concreti». Gli obiettivi prefissati? «In un contesto di mercato per questa attività il fine è quello di diventare una realtà utile ai tre attori dei quali parlavo prima e quindi rispondere a una esigenza concreta del settore videoludico, che è comparto in continua crescita.I brand vogliono fare conoscere i propri prodotti, altamente innovativi, di elettronica moderna, gli streamer come professionisti specializzati e gli utenti vogliono divertirsi, grazie alle opportunità e agli stimoli che i videogiochi possono offrire. Grazie a Dr. Startupper ci sono stati forniti degli strumenti per noi indispensabili per riuscire a vincere, in seconda posizione nell’edizione di quest’anno. Tutti gli approfondimenti, gli strumenti forniti sono stati fondamentali».
Chinabridge 3° classificato
Chinabridge nasce dall’esperienza di alcuni interpreti cinesi in Italia che lavorano a fianco dei professionisti al servizio degli imprenditori italiani e cinesi. Al fine di limitare il problema della mancanza di fiducia e di ridurre l’asimmetria informativa, il “Chinabridge Online Marketplace” si propone come punto d’incontro tra professionisti e imprenditori dei due Paesi. Inoltre offre consulenza, affiancamento e formazione ad hoc per supportare le delicate fasi di un processo di internazionalizzazione.
«Nel nostro piccolo», spiega il capo progetto, «abbiamo sempre aiutato le piccole medie imprese italiane a muoversi meglio in Cina e viceversa, appoggiandoci a professionisti dei vari settori e facendo leva sulla nostra padronanza linguistica e competenze professionali, abbiamo notato che mancava la fiducia nel mercato di servizi, troppe erano le incertezze. E quando un investitore estero è incerto, non si muove. «Il nostro obiettivo ora è creare un’asse Europa-Cina. Dr.Start-upper ci ha permesso di riordinare le idee che avevamo in testa. Il percorso ha rafforzato il germoglio imprenditoriale che coltivavamo nel cuore».
Macroscope 4° classificato
MacroScope offre un servizio di ricerca macroeconomica specializzata utilizzando tecniche in tempo reale e non lineari. Questi elementi chiave consentono di generare informazioni più aggiornate e affidabili rispetto alla ricerca media, generando un vantaggio per i clienti nel prendere decisioni. Lo strumento intende rivolgersi a tutte quelle istituzioni pubbliche o private che hanno necessità di prevedere in anticipo l’andamento di un settore specifico o in generale dell’economia di un territorio. «L’idea di creare un’attività specializzata nella ricerca macroeconomica mi è venuta tempo fa», spiega il capo progetto, «quando ho cominciato a fare la mia ricerca al Dottorato. Ho sempre valutato in modo positivo la ricerca “utile” come base decisionale. Quindi ho pensato che potenzialmente si sarebbe potuto vendere quella ricerca come servizio.
La difficoltà nel realizzare questa idea è stata quella di pensare alla ricerca come prodotto da vendere, un punto di vista che non avevo avuto prima. Mi riferisco ad aspetti particolari, come quello della concorrenza e del mercato, alla strategia di marketing, al funding… Il corso di Start-upper è stato di grande aiuto professionale e una base per acquisire nuovi strumenti conoscitivi che nel futuro potrebbero offrirmi l’opportunità di realizzare per davvero questa idea» .
In sintesi delle altre idee finaliste
Condo Plan
L’idea nasce dalla volontà di voler semplificare l’attività degli amministratori di condominio, con l’obiettivo di ridurre i tempi di gestione e risoluzione delle emergenze della clientela servita (condòmini). Tramite l’utilizzo di un’App gli stessi condòmini potranno segnalare disservizi e problematiche in maniera tempestiva e contattare i tecnici professionisti (idraulici, elettricisti, fabbri, servizio di sicurezza, manutentore ascensore, ecc.) in maniera diretta senza l’intermediazione dell’amministratore di condomino, che avrà il ruolo di supervisore e validante.
Entra e Cucina
“Entra e Cucina” è un’esperienza di ristor-azione alternativa: ristoro come riposo, ristoro come cibo, azione come cucinare. In uno spazio di oltre 90 m2 attrezzato con quattro fuochi, un tavolo per oltre 25 persone, sarà possibile cucinare i propri pasti, usufruendo altresì di una dispensa fornita. L’accesso ad Entra e Cucina è gestito attraverso APP: collegandosi ad essa il cliente potrà conoscere il numero di fruitori attivi in quel momento, visionare l’offerta alimentare e gli utensili presenti, e decidere di accreditarsi all’ingresso.
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