Quante sono le aziende che fanno firmare codici etici che restano solo parole buttate al vento? Difficile fare una stima, eppure ce ne sono tante, anche se, per fortuna non tantissime, e sono quelle che magari pur avendo anche nomi altisonanti, e una mission con obiettivi non solo legati esclusivamente alla produttività, ma anche alla valorizzazione del ruolo dei propri dipendenti, in realtà di fatto e nella quotidianità, danno valore zero a tutto ciò. Per fortuna Eurospin in questi giorni, seppur dopo la mobilitazione dei sindacati, ha fatto la differenza ritirando la lettera di licenziamento di una donna affetta da sclerosi multipla diagnosticata, iscritta alle categorie protette e con un figlio di 11 anni. La donna che ha sempre lavorato come cassiera in un supermercato della catena, si era vista recapitare una lettera di licenziamento perché, a causa di un aggravamento della sua malattia, aveva superato i sei mesi di congedo. L’azienda non avendo ricevuto alcuna richiesta di aspettativa ha così provveduto a spedirle la temuta missiva. “Abbiamo contattato la signora fissando un incontro per annullare il licenziamento – si legge in un tweet della’azienda – che era partito al raggiungimento dei termini di legge. Non avendo ricevuto alcuna richiesta di aspettativa, non abbiamo approfondito la sua situazione. Di questo ci scusiamo”.
Massimiliano Fabozzi della Filcams-Cgil ha dichiarato: “L’amministratore dell’azienda ha contattato direttamente il segretario nazionale della Filcams Cgil Giovanni Dalò per comunicargli la notizia. Attendiamo l’incontro di ufficializzazione e fino ad allora continueremo la mobilitazione”.
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