di Mandy Miller
Oltre 40 mila persone sono senza luce e corrente elettrica ieri sera, a Manhattan. Anche una parte dei cartelloni e degli schermi luminosi di Times Square e l’iconica insegna luminosa del Radio Music Hall si sono spenti all’improvviso per un guasto meccanico della centrale elettrica. All’improvviso sedicimila persone sono rimaste al buio. La zona più colpita dai blackout è stata quella di Midtown e dell’Upper Side di Manhattan, compresa la stazione di Columbus Circle, che è una delle più trafficate e frequentate da i turisti. Il blackout secondo il sindaco Bill de Blasio, che stava tornando in città dopo una campagna presidenziale, è stato causato da un problema meccanico nella rete elettrica, escludendo qualsiasi manomissione estranea. Anche la società di servizi ConEdison ha confermato che le zone più colpite sono state quelle di Midtown Manhattan e l’Upper West Side, promettendo il ripristino dell’alimentazione entro la mezzanotte. Man mano che le ore passavano il numero delle persone rimaste al buio è arrivato a quota 72.000 e poi, ha detto rivelato il governatore Andrew Cuomo, è salito a 20.000. Tutti al buio nel frequentatissimo mall di Columbus Circle e in molti teatri e cinema, con la gente fatta evacuare dal complesso del Lincoln Center. Una troupe di uno show di Broadway annullato per i fan si è comunque esibita su un marciapiede affollato di persone. Caos nella circolazione dovuto anche a gran parte dei semafori spenti. Alcuni blackout a Manhattan hanno interessato anche il trasporto metropolitano, in un orario considerato di punta per il sabato sera. Molte persone sono rimaste intrappolate su treni e ascensori. Il blackout secondo il sindaco Bill de Blasio, che stava tornando in città dopo una campagna presidenziale, ha detto che è stato causato da un problema meccanico nella rete elettrica, (N.d.R.: sembra dall’incendio di una centralina) escludendo qualsiasi manomissione estranea. Il CEO di ConEd, John McAvoy, ha affermato che l’azienda farà un’analisi accurata per comprendere la causa dell’interruzione.
Lake Escobosa, 23 anni, ballerina residente a Brooklyn, ha passato quasi un’ora a dirigere traffico di auto, ambulanze e pedoni nell’incrocio a tre vie vicino al Lincoln Center di New York, nell’Upper West Side di Manhattan.”So quanto diventi tutto più complicato in queste situazioni, le persone si spavntano, urlano, tutti diventano più nervosi, così ho voluto provarea dare una mano”, ha detto a un reporter di AP.
Anche in passato è successo nel 1965…
Il blackout che colpì la zona a Nord-Est degli Stati Uniti 1965 causando una notevole interruzione della fornitura di energia elettrica iniziò martedì 9 novembre, e interessò parti dell’Ontario in Canada e del Connecticut , del Massachusetts , New Hampshire , del New Jersey , di New York , di Rhode Island , della Pennsylvania e e del Vermont. Oltre 30 milioni di persone e 80.000 miglia quadrate (207.000 km 2 ) rimasero senza elettricità per 13 ore. Per la precisione, tutto cominciò alle 17 e 17 minuti. In quell’istante un contatto nella centrale idro-elettrica di Niagara Falls, vicino alle cascate, andò in tilt per motivi che, né allora né mai, sono stati spiegati. Lo stato di New York si oscurò per primo: le mille luci di Manhattan furono le prime vittime alle 17 e 28 minuti. Poi fu la volta del Massachusetts, del Connecticut, del Rhode Island, del Vermont, del Maine, del New Hampshire e di due province canadesi. Furono colpite anche alcune parti del New Jersey e della Pennsylvania. In appena dodici minuti il black out si estese a 80 mila miglia quadrate di America. I semafori si spensero, le auto per strada si bloccarono, gli ospedali dovettero sospendere le operazioni chirurgiche in attesa di attivare i generatori (non erano organizzati come lo sono ora). Si fermò anche il traffico aereo, con le piste di atterraggio improvvisamente “scomparse”, i piloti furono costretti a interminabili giri intorno agli aeroporti. Si fermarono, treni, metropolitane, ma paradossalmente la crisi elettrica fu vissuta con generosità, coraggio, abnegazione, quasi un senso di spensierata felicità. “Fu forse la notte più bella di New York, quella in cui la città mostrò il suo lato più bello” ricorda Robert Wagner, che allora occupava la poltrona di sindaco. La gente si faceva coraggio a vicenda, si scambiava cortesie, i negozi di arredamento permisero a sventurati passanti di utilizzare i letti nelle vetrine, molti volontari si misero a dirigere il traffico.E nove mesi dopo il black out del novembre 1965 ci fu una impennata delle nascite. Per la verità questo baby-boom causato dal buio non è mai stato confermato dalle statistiche ufficiali, ma è entrato a far parte della leggenda del “Great Black out”, di un mito che ormai fa parte della vita newyorkese.
Quello del 1977…
Il blackout di New York del 1977 fu un black out che colpì la città di New York dalla sera del 13 luglio al tardo pomeriggio del 14 luglio 1977. Quasi tutta l’area urbana venne interessata dall’interruzione dell’energia elettrica, ad eccezione di alcuni quartieri del distretto del Queens, dove operava un’altra compagnia elettrica. A differenza del precedente episodio di blackout, nel 1977 il fenomeno rimase circoscritto ai confini della città e non interessò alcuna area esterna. Le luci si spensero intorno alle 21.30 del 13 luglio, a causa dell’avaria provocata da fulmini che colpirono alcune linee ad alta tensione, che si riverberò a cascata su tutto il sistema di trasmissione dell’energia elettrica della città servite dalla compagnia ConEdison. Altre aree della città, rifornite dalla compagnia elettrica Long Island Lighting Company, non vennero invece interessate dall’oscuramento. Le procedure di emergenza vennero immediatamente attivate, tuttavia la fornitura di energia elettrica ritornò ai livelli normali solo durante la serata del 14 luglio.
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