di Pablo Raminez
Oggi sarà il vero grande giorno della von der Leyen, scelta dai capi di stato europei dopo un lunghissimo e complicato negoziato. La sua elezione che sembrava abbastanza scontata, in realtà sarebbe molto in bilico. Von der Leyen ha il sostegno del Partito Popolare Europeo (PPE), compatto al suo fianco ma che ovviamente con può da solo darle tutti i voti che le servono. E pur contando anche sull’appoggio dei socialdemocratici (S&D), dei Liberali e dei Verdi la situazione a meno di un’ora dalla votazione finale è ancora incerta. La Von der Leyen ha bisogno di almeno 374 voti: secondo le ultime previsioni grazie alle parole spese nel corso della giornata, forse potrebbe avere convinto gli ultimi indecisi, e potrebbe avvicinarsi o addirittura superare quelli ottenuti all’ultimo giro da Jean-Claude Juncker, che ne prese 422. In un dibattito al Parlamento europeo, Ursula von der Leyen ha esposto la sua visione per la presidenza della Commissione. I deputati voteranno a scrutinio segreto sulla sua elezione alle 18.00. Questa mattina a Strasburgo, Ursula von der Leyen ha illustrato ai deputati le sue priorità politiche qualora venisse eletta Presidente della Commissione. Ecco una selezione degli argomenti citati durante il suo discorso. Ursula von der Leyen ha proposto degli obiettivi più audaci sulle emissioni, con una riduzione dal 50% al 55% entro il 2030. Si è impegnata a presentare, nei suoi primi 100 giorni di mandato, un piano per un “accordo verde per l’Europa” e una legge europea sul clima. Ha inoltre annunciato dei piani per investimenti europei sostenibili al fine di fornire 1.000 miliardi di euro di investimenti in un decennio. La candidata alla presidenza della CE ha detto che quei giganti della tecnologia che conducono (e dovrebbero continuare a farlo) la loro attività in Europa, ma non ripagano i cittadini europei per il loro accesso al capitale umano e sociale dell’UE, dovrebbero iniziare a farlo. Nel ribadire il suo impegno a favore di una Commissione equilibrata dal punto di vista di genere, ha detto che cercherà di rendere la violenza contro le donne un crimine iscritto nei trattati europei, parallelamente al completamento dell’adesione dell’UE alla Convenzione di Istanbul. Poi ha dichiarato il suo impegno a favore dello Stato di diritto come valore europeo, annunciando l’intenzione di istituire un meccanismo di monitoraggio a livello UE, parallelo alle misure esistenti. Ha dichiarato il suo sostegno a un “nuovo patto sulla migrazione e l’asilo” e alla riforma del regolamento di Dublino, aggiungendo che intende garantire che il personale di FRONTEX sia di 10.000 persone entro il 2024 e non entro il 2027, e che tutti i paesi si debbano far carico della loro parte equa di oneri basata sul principio di solidarietà europea. Sul fronte della democrazia europea, von der Leyen ha sottolineato la necessità di rafforzare il sistema degli “Spitzenkandidaten” (candidati principali) e di riconsiderare l’introduzione di liste transnazionali nelle future elezioni europee. Infine ha dichiarato il suo pieno sostegno a un diritto di iniziativa legislativa del Parlamento europeo.
Gli interventi dei leader politici stranieri
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Manfred WEBER (PPE, DE) conferma il sostegno del suo gruppo a favore di von der Leyen. “Siamo a favore di un’Europa equa, moderna e innovativa, sicura, aperta ed ecologica. Realizzeremo questi impegni insieme a lei”. Ha accolto con favore le sue proposte sul diritto di iniziativa per il Parlamento europeo e per migliorare il processo dei candidati principali, affermando che “gli accordi sottobanco devono appartenere al passato”.
Iratxe GARCÍA PÉREZ (S&D, ES) ha affermato che “la democrazia europea procede troppo lentamente”, sottolineando che von der Leyen deve fornire ulteriori dettagli su come intende rispondere alle richieste dei cittadini, in particolare dei giovani, prima che il gruppo S&D decida se appoggiarla o meno. Il sostegno alla crescita sostenibile, un’azione più forte per la lotta alla povertà e una strategia vincolante per l’uguaglianza di genere sono essenziali, ha aggiunto García.
Dacian CIOLOȘ (Renew Europe, RO) ha dichiarato: “Non possiamo più deludere i milioni di europei che hanno detto SÌ all’Europa. Si aspettano che l’UE difenda lo Stato di diritto senza esitazioni”. Il suo gruppo è pronto a sostenerla, con un obiettivo: il rinnovamento dell’Europa. “Ma, soprattutto, ci aspettiamo da lei una vera leadership europeista. L’Europa non è un’amministrazione, ma un’ambizione politica”, ha aggiunto.
Philippe LAMBERTS (Verdi/ALE, BE) ha dichiarato che il suo gruppo non è pronto a consegnare il timone dell’UE a Ursula von der Leyen, in un momento in cui “la nostra casa comune sta bruciando, il clima si sta deteriorando, ci sono disuguaglianze sempre più profonde con un contraccolpo per le libertà fondamentali e lo Stato di diritto”. Tuttavia, se eletta, il suo gruppo sarebbe pronto a fornire il suo sostegno “ogniqualvolta le proposte saranno all’altezza delle sfide esistenziali che ci troviamo ad affrontare”.
Jörg MEUTHEN (ID, DE) ha annunciato che il suo gruppo voterà contro la candidatura, dichiarando che von der Leyen non è adatta al lavoro e che non ha una visione convincente per l’Europa. L’ha inoltre criticata per aver promesso troppe cose diverse e contraddittorie ai gruppi per assicurarsi il sostegno, ad esempio per quanto riguarda lo Stato di diritto o la migrazione.
Raffaele FITTO (ECR, IT) ha chiesto alla candidata Presidente “dei chiarimenti sul meccanismo sullo Stato di diritto, sul quale noi siamo in contrasto” con la politica portata avanti fino ad ora dalla Commissione. Sulla lotta al cambiamento climatico, ha detto: “bene le proposte come il fondo di transizione, la banca per gli investimenti sostenibili, ma si discute di target, sempre più ambiziosi, senza dire come realizzarli”. “Si parla con entusiasmo del salario minimo europeo: ma con quale risorse?”, ha aggiunto.
Martin SCHIRDEWAN (GUE/NGL, DE) ha dichiarato che il suo gruppo non voterà a favore della candidatura di von der Leyen, aggiungendo che gli elettori si aspettano un candidato principale come Presidente della Commissione, non un ministro della Difesa, segnale della “continua militarizzazione e isolamento dell’UE”. Ha poi invitato a porre fine alle politiche di austerità e a investire nella sicurezza sociale, nell’istruzione, nell’assistenza sanitaria e nella lotta ai cambiamenti climatici.
Risposta di Ursula von der LEYEN al primo turno di dichiarazioni
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Gli interventi dei leader politici italiani
Roberto GUALTIERI (S&D, IT), rivolgendosi alla candidata, ha detto: “Apprezziamo gli impegni che lei ha preso e ci batteremo con determinazione per la loro piena attuazione”. “Dal dibattito risulta evidente che gli interlocutori della nuova Commissione sono e saranno le forze pro europee”, ha aggiunto, concludendo: “Se gli impegni verranno rispettati le daremo il nostro sostegno leale”.
Marco ZANNI (ID, IT), ha commentato l’intervento di von der Layen dicendo che: “è pieno di promesse che non potrà mantenere”, aggiungendo che la nuova Commissione dovrà “decidere se vorrà cedere al ricatto della sinistra o se vorrà, come emerso in molti punti del suo discorso odierno, (…) far uscire l’Europa da una crisi senza fine”. “Non crediamo che lei potrà rappresentare il cambiamento necessario”, ha concluso.
Tiziana BEGHIN (NI, IT), deputata eletta col Movimento Cinque Stelle, ha detto: “Sono lieta di vedere una donna destinata a presiedere l’esecutivo europeo, ma io mi auguro che il cambiamento non si fermi qui”. Ha poi affermato che la candidata Presidente ha “fatto suoi i punti del nostro programma, fra cui salario minimo, un patto chiaro sull’immigrazione e il diritto di iniziativa del Parlamento”, concludendo che “il Movimento Cinque Stelle la sosterrà ma monitorerà costantemente il suo mandato e sarà, se necessario, molto duro con lei”.
Antonio TAJANI (PPE, IT) ha affermato che la visione per il futuro dell’Europa presentata all’Aula è “in gran parte condivisibile”. Ha poi aggiunto: “Se vogliamo sconfiggere la disoccupazione dobbiamo però avere una strategia per l’economia reale”, proponendo una politica industriale ambiziosa, un sistema per “difendersi dai giganti del web”, misure anti dumping efficaci “per combattere il gigante cinese”, l’Unione bancaria e un grande “piano Marshall per l’Africa”.
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