di Barbra Missoni
Alla fine la tedesca Ursula von der Leyen ce l’ha fatta. Sarà lei a guidare la prossima Commissione europea, divenendo così la prima donna nella storia europea a presiedere l’esecutivo comunitario seppur con una maggioranza risicatissima di 383 voti a fronte di 327 contrari. Decisivi a suo favore sono stati i 14 eurodeputati del M5S, non organici alla maggioranza a Strasburgo, senza i quali le sarebbe mancato il quorum necessario di 374 voti. Al sì dei pentastellati si è contrapposto il no della Lega, con i partiti di governo in Italia che si sono quindi spaccati. A favore di Ursula si è espresso lo schieramento delle forze pro-europee rappresentato dal gruppo dei Popolari, di cui fa parte la tedesca, dai Socialisti e democratici e da Renew Europe, i liberal-centristi di Macron, ma in maniera tutt’altro che compatta. Tra i tre gruppi sono infatti mancati oltre una settantina di europarlamentari, fra franchi tiratori, che hanno cercato di impallinare la candidata, optando per le schede bianche. Nel luglio del 2014 Jean-Claude Juncker fu eletto con una maggioranza più copiosa: 422 sì e 250 contrari.
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