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CODICE ROSSO, ORA TUTELATE LE VITTIME DI VIOLENZA DOMESTICA E DI GENERE


Con 197 sì, nessun no e 47 astenuti l’Aula del Senato ha approvato in via definitiva il Codice rosso, il disegno di legge in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. Il testo varato da Palazzo Madama è identico a quello approvato dalla Camera. La novità principale della misura è l’introduzione di una corsia veloce e preferenziale per le denunce e le indagini, alla stregua di quanto avviene nelle strutture di pronto soccorso per i pazienti più gravi. Per i reati sessuali, il ddl prevede che “la comunicazione della notizia di reato venga data immediatamente anche in forma orale. Alla comunicazione orale deve seguire senza ritardo quella scritta con le indicazioni e la documentazione previste”. Il pubblico ministero ha tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato per assumere informazioni, con eccezioni se la vittima è un minore. Quanto alla polizia, deve agire “senza ritardo” per il compimento di tutti gli atti del pubblico ministero. Altra particolarità, voluta dal Movimento 5 stelle, è l’allungamento dei tempi: la vittima ha 12 mesi, non più solo 6 per sporgere denuncia. Dopo un duro scontro tra maggioranza e opposizioni sull’inserimento nel ddl del reato di revenge porn, nel codice penale viene introdotto un nuovo articolo, il 613 ter. Nello specifico, si introduce il reato di “Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti”, quindi nella pratica chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, verrà punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5 mila a 15 mila euro. La stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro nocumento. La pena è aumentata se i fatti sono commessi dal coniuge, anche se separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se i fatti sono commessi attraverso strumenti informatici o telematici. La pena è aumentata da un terzo alla metà se i fatti sono commessi in danno di persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di gravidanza. Il delitto è punito a querela della persona offesa. Il termine per la querela è di sei mesi. La remissione della querela può essere soltanto processuale”. All’interno del Codice rosso viene introdotto nel codice penale il reato di sfregio del volto. Chiunque cagiona ad altri una lesione personale dalla quale derivano la deformazione o lo sfregio permanente del viso è punito con la reclusione da otto a quattordici anni di carcere. Uno stop è stato imposto anche ai matrimoni imposti e alle spose bambine. Passa il divieto dei matrimoni o delle unioni civili per coercizione. La pena prevede carcere da uno a un massimo di cinque anni, pena aumentata se si tratta di minori. Il delitto è punibile anche se è commesso all’estero in danno di un cittadino o di uno straniero legalmente residente in Italia al momento del fatto. Un aspetto importante di questa legge riguarda la tutela degli orfani di femminicidio, che d’ora in poi (se minori gli affidatari) avranno diritto a un sostegno, anche economico, da parte dello Stato.

Inasprimento delle pene per reati sessuali, compreso lo stalking

Il ddl inasprisce tutte le pene previste attualmente dal codice penale per i reati sessuali. Per i maltrattamenti in famiglia e la minaccia si va da 3 fino a 7 anni di carcere. La pena è aumentata se il reato è commesso davanti ad un minore o donna in stato di gravidanza o è contro una persona con disabilità. Per lo stalking la pena massima passa da 5 anni di carcere a 6 anni e sei mesi. Viene prevista la pena dell’ergastolo sei i reati sessuali vengono commessi da persona legata da una relazione affettiva con la vittima, anche se cessata, o si trattava di convivente o coniuge, anche se separato o divorziato. Per la violenza sessuale la pena massima sale da 10 a 12 anni di carcere. Valgono le aggravanti, con relativo aumento di pena, se la violenza è commessa dall’ascendente, genitore, anche adottivo, o tutore; se la vittima è minorenne. Aumentate anche le pene per atti sessuali con minori. La pena massima per la violenza sessuale di gruppo sale da 12 a 14 anni. L’aumento della pena massima per il delitto di atti persecutori passa dagli attuali 5 anni a 6 anni e 6 mesi. Per i reati di maltrattamenti contro familiari e conviventi si applicano le norme antimafia e, quindi, sono possibili misure cautelari di prevenzione. Nessun passo avanti è stato fatto sul versante della castrazione chimica. L’argomento è stato motivo di duri dibattiti alla Camera tra Lega che voleva introdurre nel ddl la possibilità per il condannato per reati sessuali, di sottoporsi volontariamente a castrazione farmacologica temporanea e reversibile per ottenere la sospensione condizionale della pena e il M5s contrari alla norma, che al momento non è passata ma la lega promette battaglia sull’argomento anticipando di volere addirittura una legge ad hoc. 

Le reazioni politiche

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, durante le operazioni di voto in Aula,  ha commentato così la misura: “Voglio che tutte le forze d’opposizione sappiano che i vari spunti di riflessione, di miglioramento ulteriore della disciplina in materia di tutela delle donne, saranno spunti di riflessione su cui la maggioranza si impegna a cercare un confronto anche successivamente”.

Il vice premier e ministro dello sviluppo economico e ministro del lavoro e delle politiche sociali Luigi Di Maio ha scritto su Facebook: “Oggi lo Stato ha compiuto una scelta, quella di urlare a pieni polmoni: ‘Le donne e i bambini non si toccano!’. Il CodiceRosso è legge e le donne italiane e i loro figli, da oggi, possono sentirsi un po’ più al sicuro. Sono orgoglioso del lavoro che stanno svolgendo tutti i miei colleghi. A partire dal nostro ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, sempre in prima linea fin dall’inizio. Questa legge è dedicata a tutte le donne uccise, sfregiate o stalkerizzate e ovviamente ai loro figli, che ingiustamente hanno sofferto insieme a loro”. Lo scrive il vicepremier Luigi Di Maio su Facebook.

Mara Carfagna, vice presidente della Camera

Esulta su Facebook anche Mara Carfagna, vice presidente della Camera dei deputati, che scrive: “Con il voto al Senato di oggi, il #CodiceRosso è legge”, ha scritto circa 3 ore fa” sul noto social. “Sono felice perché con la norma è stato introdotto il reato di #matrimonioForzato, una mia battaglia personale che ho condotto con il gruppo Forza Italia Camera dei deputati nel passaggio alla Camera. Grazie a Forza Italia oggi le donne sono più libere. Inoltre”, ha aggiunto, “grazie al nostro impegno, siamo anche riusciti a dare un aiuto concreto a quei bambini che hanno perso un genitore per mano dell’altro. L’aumento dei fondi per le famiglie affidatarie di minori orfani di femminicidio è oggi una realtà”.

L’avvocato Lucia Annibali, deputata dem, che ha fatto della sua vicenda personale, la ragione di “un impegno professionale e politico”. La Annibali venne aggredita con l’acido il 16 aprile del 2013 su mandato del suo ex, Luca Varani. Da quel giorno la Annibali si è sottoposta a numerosi interventi chirurgici e ha raccontato la sua storia, mostrando orgogliosamente il proprio volto, per sensibilizzare l’opinione pubblica contro ogni forma di violenza sulle donne. Il suo carnefice è stato condannato a 20 anni di carcere per tentato omicidio e stalking.

Critica sulla legge “Codice rosso”, la deputata dem Lucia Annibali “un testo assolutamente insufficiente, insostenibile, dunque inefficace”, ha detto all’Huffington Post. “Avevo seguito già alla Camera il percorso di questo provvedimento”, ha spiegato, “un percorso difficile perché aveva risentito dei disequilibri delle forze di maggioranza. La Lega, con la Bongiorno ha voluto imporre a tutti noi, dunque anche al Movimento Cinque Stelle che poi ha dovuto elemosinare degli emendamenti, il suo provvedimento e questo ha inficiato tutti i lavori. Il testo era blindato”.

Per il ministro per la Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, quello ottenuto oggi “credo che sia il massimo che si potesse fare a livello legislativo, perché per adesso abbiamo avuto prova che troppe donne fanno la denuncia e vengono abbandonate. Ora imponiamo di sentire le donne entro tre giorni, e potranno chiedere e ottenere aiuto”.

Il vicepremier, Matteo Salvini, su Twitter dopo l’approvazione di Codice rosso ha scritto: “Più sicurezza e protezione per le donne vittime di violenza: grazie al Codice Rosso, i magistrati dovranno ascoltarle entro tre giorni dalla denuncia! Altra promessa mantenuta dalla Lega. P.S. La sinistra non ha votato a favore, parlano parlano ma quando serve se ne fregano”.  

Anna Maria Bernini, presidente dei senatori del partito guidato da Silvio Berlusconi ha detto di non essere soddisfatta perché sul revenge porn “la norma avrebbe potuto essere più specifica”.



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