di Mara Vanni Tassan Din
“Sulla vicenda Salvini-Russia non molliamo e porteremo avanti una battaglia per la verità senza permettere nessun insabbiamento su chi ha giocato con la credibilità delle istituzioni e con le alleanze internazionali dell’Italia”. Lo scrive su Facebook il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti. “Salvini venga in aula per una discussione approfondita senza reticenze dopo le omissioni perché gli italiani devono sapere la verità”, aggiunge. Nel frattempo c’è chi alle comunicazioni via social preferisce quelle con le agenzie di stampa. Difatti è proprio scrivendo ad ANSA e Adnkronos che a Francesco Vannucci, parlando della sua partecipazione all’incontro nell’hotel Metropol di Mosca il 18 ottobre 2018 in qualità di consulente esperto bancario ha voluto precisare tramite Whatsapp: ‘Ho partecipato all’incontro all’hotel Metropol di Mosca il 18 ottobre 2018 in qualità di consulente esperto bancario che da anni collabora con l’avvocato Gianluca Meranda. Lo scopo dell’incontro era prettamente professionale e si è svolto nel rispetto dei canoni della deontologia commerciale. Non ci sono state situazioni diverse rispetto a quelle previste dalle normative che disciplinano i rapporti d’affari. Sono profondamente dispiaciuto di essere indicato in modo a volte ironico, a volte opaco, con lo pseudonimo di “NONNO FRANCESCO “ ‘. Vannucci, che spiega di essere tra le persone citate nell’audio finito nell’inchiesta sui presunti fondi alla Lega, non ha voluto rispondere alle domande della stampa sui temi dell’incontro, sostenendo di non esser ancora stato sentito dai pm. “Confido nella serietà della magistratura nel capire le chiare dinamiche di questa vicenda’, ha aggiunto il 62enne di Suvereto (Livorno), dicendosi rammaricato di dover mettere a rischio la privacy della sua famiglia. L’inchiesta aperta dalla Procura di Milano sulla trattativa per la compravendita di gasolio tra una società russa e l’ENI da 1,5 miliardi di dollari (il discount del 10% per ora ipotizzato pare fosse così suddiviso: il 4% al Carroccio e il resto ai funzionari del Cremlino) ora è al vaglio degli inquirenti, che sulla base delle ultime acquisizioni, stanno indagando per verificare le dinamiche del presunto affare del gasolio che avrebbe portato o dovuto portare 65 milioni di dollari nelle casse della Lega per finanziare le ultime Europee.
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