Il governo di Londra ha messo in guardia le sue navi dall’avvicinarsi allo stretto di Hormuz, dove ieri, nel tardo pomeriggio alcune “piccole imbarcazioni e un elicottero non identificati” hanno sequestrato la petroliera britannica Stena Impero. La società armatrice Stena Bulk, proprietaria dell’imbarcazione sempre ieri aveva detto che da quel momento si erano interrotti i contatti con l’equipaggio, composto dal 23 persone. “Non abbiamo notizie di feriti”, si legge ancora nella nota della Stena Bulk, e al momento “la priorità è la sicurezza dell’equipaggio”. Poi l’Iran ha sequestrato una seconda petroliera, questa però battente bandiera liberiana, la Mv Mesdar, di proprietà della società armatrice britannica Norbulk Shipping, basata a Glasgow. Lo ha fatto sapere la stessa Norbulk Shipping, precisando di aver ripreso i contatti con il comandante e di aver appreso che l’equipaggio “è al sicuro e sta bene”. La nave era stata bloccata attorno alle 17,30 di ieri, ma dopo i controlli a bordo ha poi potuto riprendere la navigazione.
Nelle scorse ore Cnn e Bbc citando fonti militari e poco dopo gli stessi Pasdaran sul proprio sito ufficiale, Sepahnews, come riporta al Jazeera, hanno poi rivelato che la nave cisterna Stena “era stata confiscata dalle Guardie rivoluzionarie su richiesta dei porti di Hormozgan e dell’Organizzazione marittima (iraniani) durante l’attraversamento dello stretto di Hormuz, per non aver rispettato le leggi internazionali sulla navigazione”. Il ministro degli Esteri britannico, Jeremy Hunt, ieri sera ha definito “inaccettabile” il sequestro della petroliera britannica Stena Impero rivendicato dalle autorità iraniane nello Stretto di Hormuz e quello di una seconda petroliera battente bandiera liberiana, definendo l’operazione “estremamente preoccupante”. E in serata sull’accaduto a Londra si è svolta una riunione del comitato Cobra, l’organismo governativo che si occupa delle emergenze. Nelle ore successive a fornire informazioni sulla petroliera britannica Stena Impero poi arrivata nel porto di Bandar Abbas, nella provincia iraniana di Hormozgan ci ha pensato il direttore generale dell’autorità portuale Allahmorad Afifipour precisando che il cargo è stato fermato “per essersi scontrato con un peschereccio e per non aver risposto alla richiesta di spiegazioni” parlando di una generica violazione delle leggi della navigazione che hanno poi portato al sequestro. Secondo il numero uno dello UK Chamber of Shipping, Bob Sanguinetti, i mercantili stranieri hanno diritto di transitare nello Stretto “per il loro legittimo business” e l’azione iraniana rappresenta “una violazione delle regole internazionali” della navigazione. Sanguinetti ha poi lanciato un appello al governo di Londra a fare “tutto quanto sia necessario” per garantire la sicurezza dell’equipaggio e un rapido rilascio della petroliera. Donald Trump ha annunciato che gli Usa parleranno con Londra per il sequestro, denunciando “l’escalation della violenza” da parte dell’Iran. “E’ la seconda volta in poco piu’ di una sola settimana che il Regno Unito e’ preso come obiettivo dall’escalation della violenza del regime iraniano”, ha detto in una nota Garett Marquis, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa. Il ministro degli Esteri iraniano Mohammed Zarif è tornato ad attaccare gli stati Uniti da Caracas, dove si trova in visita. “La presenza degli Stati Uniti nel Golfo, in Medio Oriente e in Sud America mette a rischio la sicurezza”, ha dichiarato il ministro iraniano aggiungendo: “Non esiste un posto al mondo nel quale la presenza degli Usa abbia portato stabilità”.
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