di Colin Anthony Groves
Boris Johnson è “pronto a tendere la mano” all’Ue e a fare “migliaia di miglia di sforzi supplementari” per raggiungere un nuovo accordo sulla Brexit. Ma ribadisce che l’intesa raggiunta da Bruxelles con Theresa May “è morta” e che il vincolo del backstop sul confine irlandese “non è buono” e deve sparire. A queste condizioni – aggiunge alla Bbc il neopremier, in visita in Scozia – “ci sono tutte le chance di poter avere un deal”. Johnson dice poi di non vedere “alcuna ragione” per un secondo referendum sulla secessione scozzese. Nel frattempo ipotesi a parte quello che è certo è che la sterlina è scesa ai minimi storici e molti imprenditori si sentono sui carboni ardenti e hanno già avvertito di non essere assolutamente favorevoli a un’uscita di scena senza accordo aggiungendo che nessuna preparazione può eliminare il danno economico se la Gran Bretagna esce dall’Eu senza accordi. Gli economisti avvertono che lasciare il blocco senza un accordo a condizioni comprometterebbe il commercio imponendo tariffe e controlli doganali tra la Gran Bretagna e il blocco. E ciò potrebbe fare precipitare ulteriormente il valore della sterlina e spingere il Regno Unito alla recessione.
Johnson, diventato primo ministro la scorsa settimana dopo aver vinto la sfida per la leadership del Partito conservatore promettendo l’adesione al partito pro-Brexit continua a dire che il Regno Unito lascerà l’UE alla data prevista per il 31 ottobre, con o senza un accordo di uscita. D’altra parte visto che il precedente accordo di recesso presentato da Theresa May, era stato respinto tre volte dal parlamento britannico, Johnson ora farebbe una figuraccia a riprendere quell’accordo cercando delle limature, per esempio stralciando dall’accordo la polizza assicurativa per il confine irlandese respinta dai legislatori britannici. “L’accordo di recesso è morto, deve andare”, ha detto Johnson lunedì mentre visitava una base sottomarina in Scozia. “Ma c’è spazio per fare un nuovo accordo.” E che lui riesca a farlo quando l’UE continua a insistere sul fatto che non riaprirà i negoziati o nemmeno rimuoverà il “backstop” alle frontiere, sembra ogni giorno che passa sempre più improbabile. Johnson ha parlato telefonicamente con diversi leader dell’UE da quando è entrato in carica ma non ha programmato riunioni. La sua portavoce, Alison Donnelly, ha dichiarato che “resta fiducioso riguardo al fatto che l’UE smetta di affermare che l’accordo di recesso non possa essere modificato”, ha affermato. Prima di assumere la carica di premier Johnson ha affermato che le probabilità che la Gran Bretagna lasci l’UE senza un accordo erano da un milione a uno. La Confederazione dell’industria britannica, il più grande gruppo di lobby commerciale del paese, ha esortato sia la Gran Bretagnasia l’UE ad accelerare i preparativi per la Brexit, formulando 200 raccomandazioni, tra cui nuove leggi, nuovi sistemi IT e accordi per mantenere temporaneamente alcune normative comuni. “È come mettere giù i sacchi di sabbia per un’alluvione. La tua cucina sarà ancora sott’acqua, ma forse possiamo salvare le camere da letto al piano superiore “, ha detto la responsabile del gruppo dei negoziati UE, Nicole Sykes. Oltre alla Brexit, Johnson ha fatto ambiziose promesse di politica interna, tra cui più soldi per la polizia e le scuole, e importanti progetti infrastrutturali tra cui treni ad alta velocità. Ma c’è già chi gli fa notare che gli effetti della Brexit senza accordo consumerebbero anche queste risorse.
La linea dura di Johnson popolare tra i membri del Partito conservatore, è fortemente contrastata dai britannici pro-UE, compresi alcuni membri del suo stesso partito. Il nuovo primo ministro oggi ha incontrato la premier scozzese Ruth Davidson, che gli detto che non sosterrà l’uscita dall’UE senza un accordo. Mentre il Regno Unito nel suo insieme ha votato per lasciare l’UE nel 2016, la Scozia ha sostenuto che dovrebbe votare sull’indipendenza dal Regno Unito se viene trascinata fuori dall’UE contro la sua volontà. Oggi Johnson è stato fischiato dai manifestanti pro-UE e indipendentisti quando è arrivato per un incontro con il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon a Edimburgo. La Sturgeon, al termine dell’incontro ha detto: “Penso che sia estremamente pericoloso per la Scozia, anzi per tutto il Regno Unito questa situazione”.
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