di Colin Anthony Grove
Per uno dei due adolescenti americani incarcerati a Roma perché ritenuti colpevoli dell’uccisione dell’ufficiale dei Carabinieri Mario Cerciello Rega spunta l’ipotesi della legittima difesa. Il ragazzo secondo le ultime indiscrezioni avrebbe ammesso di avere colpito a morte l’ufficiale in borghese, con un coltello che poi ha lavato, perché temeva di essere stato strangolato.
di Colin Anthony Grove
Il gip di Roma, Chiara Gallo, nell’ordinanza cautelare con la quale ha confermato il carcere per i due americani, Christian Gabriel Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder, ha scritto che il diciannovenne non aveva segni sul collo che indicavano lo strangolamento e che i due californiani “alla ricerca di sostanze stupefacenti nel corso della serata, dopo avere bevuto molto alcol risultavano “senza autocontrollo, pericolosi, inconsapevoli delle proprie azioni ed eccessivamente immaturi”. Circostanze che valutate assieme alle condotte, “testimoniano l’incapacità critica dei due coindagati”, e di conseguenza rendono evidente la loro “elevata pericolosità sociale”. L’unica cosa certa al momento è che nonostante entrambi gli agenti in borghese, si siano subito identificati come poliziotti questo invece di “calmare le acque”, ha maggiormente acuito l’ira dei due ragazzi americani che si sono scagliati con maggiore accanimento contro Cerciello che è stato pugnalato ben 11 volte.
La polizia sabato ha detto che entrambi gli americani hanno confessato i loro ruoli nella morte di Cerciello Rega. Quindi se c’è stato un colpevole o qualcuno da considerare più colpevole dei due, l’altro è da considerare comunque condannabile per concorso in omicidio. Oggi Cerciello Rega, 35 anni, è stato salutato come un eroe al suo funerale nella sua città natale vicino a Napoli. Il funerale si è tenuto nella stessa chiesa di Somma Vesuviana, dove si è sposato sei settimane fa. Il cappellano, l’arcivescovo Santo Marciano, ha affermato nel suo elogio che Cerciello Rega “è vissuto e morto”per salvaguardare la vita degli altri. Cerciello era famoso per le sue opere di volontariato, spesso distribuiva pasti caldi ai senzatetto nella stazione principale di Roma, ha accompagnato i fedeli malati nei santuari religiosi, più volte anche Lourdes, in Francia. La polizia italiana, ora, sta indagando anche su un altro aspetto della vicenda, quella dei bendaggi illegali cui Natale-Hjorth prima del suo interrogatorio, dopo l’omicidio di venerdì, è stata vittima.
Domenica molti sono stati i giornali che hanno pubblicato una foto di Natale-Hjorth con gli occhi bendati da una sciarpa e con le braccia ammanettate dietro la schiena mentre era seduto su una sedia in una stazione di polizia. Ora la polizia e i pubblici ministeri stanno conducendo indagini anche su questo fronte. L’ufficiale che ha messola benda a Natale-Hjorth ha detto di avere commesso un “errore”, e si è giustificato dicendo che lo ha fatto per impedire a Natale-Hjorth di vedere i documenti relativi alle indagini, ha detto domenica scorsa. Natale-Hjorth è stato il primo ad essere portato in manette nella caserma, prelevato dal suo hotel, dal Cmdr provinciale di Roma. Francesco Gargaro, il neo comandante provinciale, ha precisato che il ragazzo è stato interrogato immediatamente dalla polizia e dai pubblici ministeri senza un avvocato perché in quel frangente non era stato formalmente detenuto come sospetto e la legge italiana non consente la presenza di un avvocato in quella fase. Il procuratore generale di Roma, Giovanni Salvi, ha poi precisato che durante il “vero interrogatorio” c’era un avvocato presente.
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