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CARLETTI, SINDACO DI BIBBIANO, CHIEDE REVOCA ARRESTI DOMICILIARI


di Mara Pietrostefani

Il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta ‘Angeli e demoni’ sugli affidi illeciti e sospeso dalla carica di sindaco dal prefetto di Reggio Emilia, ha chiesto la revoca degli arresti con una memoria presentata al gip (che dovrà decidere entro 5 giorni) dal suo avvocato e ha ribadito la volontà di non dimettersi. Carletti, non coinvolto nell’inchiesta come sindaco di Bibbiano, ma come delegato ai servizi sociali dal presidente dell’Unione dei Comuni della Val d’Enza, come riportato dalla stampa locale, ha ribadito la sua innocenza puntando a smontare le accuse di abuso d’ufficio e di falso ideologico. Secondo la sua memoria la gara per affidare i servizi agli psicoterapeuti dell’associazione ‘Hansel e Gretel’ sono stati fatti alla luce del sole e non era necessaria una procedura a evidenza pubblica perché si tratta di coprogettazione, una pratica prevista dalla legge. Il vice premier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sul fronte minori è stato irremovibile su alcuni punti e lo ha detto in un video trasmesso via Fb: “Io spero che dal male nasca del bene perché 50.000 minori portati via alle famiglie di origine per presunti episodi violenza e abusi sono tanti. Togliere un bimbo alla mamma e al papà, alla nonna, allo zio, alla zia, insomma al nucleo famigliare di origine, deve essere proprio l’ultima delle decisioni. Non voglio togliere il lavoro alle procure e alle forze dell’ordine che lo fanno più è meglio di me però i minori vanno allontanati dalle famiglie solo quando è davvero strettamente necessario e indispensabile”. Salvini poi aggiunge anche che occorrerebbe fare un’indagine su tante case famiglia con mega fatturati. Nel frattempo Cinzia Magnarelli, una delle assistenti sociali indagate nell’ambito dell’inchiesta “Angeli e Demoni”, accusata di falso ideologico, frode processuale, violenza privata e tentata estorsione, ha parlato al gip Luca Ramponi e grazie alla sua confessione ha ottenuto la revoca della misura cautelare e potrà tornare a lavorare a Montecchio Emilia.”È vero, ho modificato quelle relazioni ma l’ho fatto a causa delle pressioni che subivo dai miei superiori. Mi sono adagiata per del tempo, ma poi non ce la facevo più: per questo ho chiesto il trasferimento”, le parole della donna, così vengono riportate dal quotidiano La Verità. “Laddove certe problematiche si sarebbero potute risolvere con il supporto alle famiglie, si prediligeva comunque la valorizzazione degli elementi che potevano portare a una richiesta di trasferimento del bambino a sede diversa da quella familiare. Nel corso del tempo ho metabolizzato il funzionamento del sistema. Il lavoro che facevo all’interno dell’equipe veniva criticato dai miei superiori”. Emerge quindi senza più ombra di dubbio una situazione dir poco inquietante, dove in luoghi deputati alla difesa dei minori, c’erano invece delle persone che spingevano oltremodo per togliere quei piccoli ai propri genitori e darli così in affido, grazie a relazioni taroccate che venivano mandate al Tribunale dei Minori, che giudicava così i casi avendo in mano documenti falsificati e che spingevano i giudici a scegliere la strada dell’affido.



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