di Martina Sansovini
Salvini ieri lo aveva anticipato al termine dell’incontro con le parti sociali al Viminale, rispondendo ad una domanda sulla discussione di oggi in Senato sulla Tav. “Ho passato sei ore a sentire tutti che c’è bisogno di infrastrutture. Voteremo qualunque mozione sostenga il futuro, la crescita, il progresso, la mobilità sostenibile e mi stupisce che nel 2019 c’è ancora qualcuno che invece di andare avanti vuol tornare indietro”. Così oggi la Tav è stata approvata, nonostante la mozione M5S No Tav, bocciata dal Senato con 181 no, mentre i voti favorevoli sono stati 110. Favorevoli il Pd con 180 sì, 109 contrari e un astenuto. La mozione Bonino ha ottenuto 181 sì, 107 no e un astenuto. Quella di FdI è passata con 181 sì, 109 no e un astenuto. Infine quella di FI ha preso un voto in più ottenendo 182 voti favorevoli, 109 no e 2 astenuti. Il ministro Toninelli all’ANSA ha riferito: “Ho votato No, avanti sereno”. “La seduta del Senato ha dimostrato in maniera assolutamente evidente che il governo non ha più una maggioranza”, ha scritto in una nota il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti . Il presidente Conte si rechi immediatamente al Quirinale dal presidente Mattarella per riferire della situazione di crisi che si è creata. L’Italia ha bisogno di lavoro, sviluppo, investimenti e ha bisogno di un governo che si dedichi a questo e non ai giochi estivi di Salvini e Di Maio contro gli italiani”.
ECCO CHE COSA È SUCCESSO IN AULA
La seduta inizia alle 9,04. Con la mozione n. 153 (testo 2), il senatore dem Salvatore Margiotta, chiede al Governo di adottare tutte le iniziative necessarie per consentire la rapida realizzazione della nuova linea ferroviaria TAV Torino-Lione. Anche la mozione n. 156, illustrata invece dal senatore Riccardo Nencini, del Gruppo Misto e sostenuta da 9 parlamentari di Leu (Gruppo misto liberi e uguali), Aut, Pd e Misto, è a favore della Tav e chiede al Governo di proseguire nelle attività amministrative finalizzate alla realizzazione dell’opera e in particolare della sezione transfrontaliera e del tunnel di base del Moncenisio, dando attuazione a quanto già previsto dalla normativa vigente e dagli accordi stipulati dall’Italia in sede internazionale. Con la mozione n. 157 (testo 2) di FdI, il senatore Andrea De Bertoldi chiede al Governo di impegnarsi ad adottare ogni iniziativa necessaria a scongiurare che l’Italia incorra in inevitabili effetti penalizzanti e dannosi, che deriverebbero sia dall’emergere di profili di responsabilità contrattuale per inadempimento o ulteriori ritardi esecutivi rispetto agli impegni assunti, sia dalla mancata realizzazione di un’opera infrastrutturale strategica per lo sviluppo economico nazionale. Con la mozione n. 162 (testo 2) di FI, illustrata da Gilberto Pichetto Fratin e Antonio Saccone del gruppo FI-BP, i senatori chiedono al Governo di dare piena attuazione all’accordo ratificato dal Parlamento italiano (legge n. 1 del 2017), confermando la valenza strategica della realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione in termini economici e occupazionali. Un nulla di fatto lo ha incassato la mozione n. 159, illustrata dalla senatrice De Petris (Leu), e sostenuta da 7 parlamentari dei Gruppi Misto e M5s, che chiedeva al Governo di bloccare le procedure di appalto, revocando i membri italiani del consiglio di amministrazione del promotore italo-francese dell’opera TELT e nominandone di nuovi oltre che di trasferire le risorse sul trasporto ferroviario regionale sulle tratte dei pendolari e sul trasporto pubblico locale; in subordine, di bloccare l’allineamento temporale del lavori di realizzazione della tratta transfrontaliera all’effettivo avvio dei lavori di realizzazione da parte francese della loro tratta nazionale. La senatrice Elisa Pirro di M5s ha illustrato la mozione n. 152 del suo partito, sottoscritta dal senatore dem Tommaso Cerno, partendo dal presupposto che il progetto è obsoleto e presenta gravi criticità dal punto di vista della sostenibilità economica, sociale e ambientale. Questa la sua motivazione per chiedere al Parlamento di pronunciarsi per la cessazione delle attività relative al progetto per la realizzazione e la gestione della sezione transfrontaliera del nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione allocando le risorse stanziate per il finanziamento della linea a opere pubbliche alternative, maggiormente utili e urgenti, sul territorio italiano.
Al termine della discussione, alla quale hanno preso parte i senatori Marco Perosino (FI), Maria Alessandra Gallone, Maria Rizzotti (FI), Mauro Laus (PD), Anna Rossomando (PD), Carlo Martelli (Gruppo Misto), Massimo Ruspandini (FdI- Fratelli d’Italia), Marzia Casolati (L-SP) e Airola (M5S), il vice ministro dell’economia e delle finanze Garavaglia, ribadendo la posizione della Lega, da sempre favorevole all’opera, si esprime a favore delle mozioni che sostengono la realizzazione della Tav. Di contro, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Vincenzo Santangelo, nel sottolineare di intervenire a nome del Governo, si dimette dall’Assemblea.
Nelle dichiarazioni finali intervengono i senatori Julia Unterberger (Aut), Emma Bonino (Misto), Loredana De Petris, Errani (LeU), Luca Ciriani (FdI), Andrea Marcucci (PD), Massimiliano Romeo (L-SP), Lucio Malan (FI), Stefano Patuanelli (M5S) e, in dissenso dal Gruppo, Tommaso Cerno (PD). La senatrice. Bonino non partecipa al voto della mozione di M5S, stigmatizzando pesantemente l’atteggiamento delle opposizioni, con il risultato di lasciare Salvini come dominus assoluto dell’Esecutivo e offrite l’opportunità ai 5 Stelle di lamentare “inciuci tra Lega e le opposizioni”. La senatrice De Petris (LeU) vota favorevole a entrambe le mozioni NO TAV, criticando l’incoerenza dei senatori di M5S, la cui unica paura è che il Governo possa cadere. Il senatore Vasco Errani (LeU) dice che non parteciperà alle votazioni, evidenziando che “la rottura politica all’interno della maggioranza non è più risolvibile”. Dello stesso avviso anche il senatore Luca Ciriani (FdI), che ha parla di “situazione tragi-comica invitando il ministro Toninelli a dimettersi: l’unica preoccupazione del M5S è quella di difendere posizioni di potere”. Il senatore Andrea Marcucci (PD) offre un’istantanea della querelle in atto, “definendola un teatro dell’assurdo”: “Quella del PD”, dice, “è una ferma condanna nei confronti dell’operato dell’Esecutivo. Il M5S è il principale responsabile del blocco del Paese e non è riuscito a mantenere nessuna delle tante promesse elettorali”. Il senatore Romeo (L-SP) invece rivendica la coerenza del suo Gruppo: “La TAV non è mai stata in discussione, il Paese deve andare avanti, perché un passo indietro comprometterebbe in maniera irrevocabile la credibilità del Governo, che ha confermato la realizzazione dell’opera, e soprattutto del Paese Italia”. Secondo il senatore Lucio Malan (FI), “FI è l’unica forza politica ad aver sempre espresso una posizione chiara in tutte le sedi”. Il senatore Stefano Patuanelli (M5S) richiama la centralità del Parlamento cui spetta il potere di decidere e invita gli alleati “a lasciare che siano le opposizioni a regalare soldi alla Francia, affinché i fondi vengano dirottati su altre opere”. Il senatore Tommaso Cerno (PD), pur ribadendo un no convinto alla TAV, attacca il suo partito reo con i suo voto “di avere concesso una sorta di fiducia al Governo”. La seduta termina alle 12,38 con il sì per la Tav.
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