Menu Chiudi

DOMANI RIUNIONE AL SENATO PER VOTARE IL CALENDARIO, IL 20 AGISTO TOCCHERÀ A CONTE PARLARE DELLA CRISI DI GOVERNO


La Presidente del Senato della Repubblica, la senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati ha deciso a maggioranza che l’Aula si riunirà domani alle 18 per votare il calendario e il 20 agosto l’assemblea tornerà a riunirsi per ascoltare le comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte sulla crisi di governo.

Conte

Alla domanda di un cronista che gli chiede per strada un parere sull’incontro di oggi fra i due premier dice: “Cosa buona e giusta”. Poi riguardo i sospetti di Salvini inerenti al fatto che lui stia cercando dei voti o della maggioranze alternative Conte risponde: “Guardi non ho letto queste dichiarazioni, non ho avuto la possibilità di vedere il video, però che io possa cercare in Parlamento dei voti o una maggioranza alternativa per formare un partito sono ragionamenti, i peggiori ragionamenti della prima Repubblica. Restituiamo alla politica la sua nobiltà la sua nobile vocazione voliamo alto”.

Lega

“La manovra per il 2020 è pronta, andiamo al voto e con la fiducia degli elettori la attueremo”, ha detto il sottosegretario all’Economia Massimo Bitonci. “Alcune importanti misure fiscali di semplificazione e riduzione della pressione fiscale sono già delineate: l’abolizione della Tasi e il pagamento della nuova Imu con bollettino F24 precompilato, che recupererebbe un’evasione fiscale di circa 5,1 miliardi di euro o la cancellazione del doppio binario fiscale Irap/Ires, con l’abrogazione dell’Irap e la trasformazione dell’Ires in imposta regionale“.

M5s

“Al centro della manovra finanziaria metteremo le imprese, con misure già pronte e che, una volta varate, libereranno le energie del Paese, creando sviluppo, occupazione e ricchezza”, aggiunge il viceministro all’Economia Massimo Garavaglia spiega che con la flat tax al 15%, il saldo e stralcio per le aziende in crisi certificata, la cancellazione dell’ISA per il commercio “toglieremo il freno a mano allo sviluppo e daremo risposte, rapide e concrete”. Sul fronte M5s una cosa certa è che nessuno vuole sedersi al tavolo con Renzi. “In queste ore si parla di aperture, chiusure, mezze aperture”, ha detto in diretta Fb il vice premier Di Maio, ma il M5s vuole solo l’approvazione della legge sul taglio di 345 parlamentari. Presenteremo richiesta alla presidenza della Camera affinché si proceda quanto prima all’approvazione del ddl sul taglio dei parlamentari. Nessun gioco di palazzo, i nuovi gruppi si formano solo con nuove elezioni“. Di Maio fa anche presente che la Lega presentando una mozione di sfiducia in parlamento al governo, questa mozione dovrà essere votata anche dai senatori della leghisti che quindi voteranno la sfiducia a loro stessi. “Ecco perché è giusto far dimettere i ministri della Lega“, dice. “Il M5S è stato sempre corretto, non abbiamo trovato nessun pretesto per fare cadere il governo”. E sulla crisi di governo, il vicepremier detta i suoi tempi: “Il cronoprogramma? Prima di tutto tagliare i 345 parlamentari. Secondo, saremo al fianco del premier Giuseppe Conte e lo sosterremo in Aula quando pronuncerà il discorso su cosa ha fatto questo governo e su cosa poteva ancora fare. Terzo, per me occorre andare al voto, ma è il Capo dello Stato Sergio Mattarella che decide come e quando. A chi sta dicendo di fissare una data favorita o non favorita rispondo, dobbiamo avere piena fiducia in Mattarella. “Se tutto va bene”, conclude Di Maio, “avremo un nuovo governo da inizio dicembre, che non avrà il tempo di evitare l’aumento dell’Iva, di confermare quota cento e tassazione al 15 per cento per le partite Iva. Andremo nel cosiddetto esercizio provvisorio che significa ragionare ogni mese dei soldi che hai per gestire l’ordinaria amministrazione. Un rischio assurdo, tenuto conto che Salvini ha fatto cadere un governo che aveva la maggioranza di oltre il 50 per cento del gradimento degli italiani”.

Pd

Nicola Zingaretti al Nazareno ha invitato i dem all’unità e ha detto:”Non credo sia possibile e credibile un’ipotesi che preveda un governo per fare la manovra da cui questo governo sta scappando per poi andare a votare. Questo sarebbe davvero un regalo a quella destra pericolosa che tutti vogliamo fermare. Apriamo la crisi e vedremo con Mattarella quale è la forma migliore più seria e credibile per salvare l’Italia”. Nel frattempo ai senatori del Pd è arrivato il messaggio che per il voto sarà fondamentale la presenza di tutti. “Vi chiediamo cortesemente di iniziare a valutare come meglio organizzarvi per rientrare a Roma. Seguiranno indicazioni più precise”. La linea ufficiale del segretario Nicola Zingaretti resta quella del voto e anche tra i renziani la proposta di Matteo Renzi per un governo di transizione con il M5s viene liquidata da qualcuno come “poco più che fantascienza”. Ma dal segretario in giù, tutti si appellano alla guida di Sergio Mattarella. L’idea di Renzi di un governo di transizione per andare al voto nel 2020, per il quale ci sarebbero stati contatti tra renziani ed esponenti di FI, non trova sostegno netto fuori dall’ala renziana e turbo-renziana, mentre raccoglie anche qualche malumore tra i militanti più affezionati al “#senzadime”. Ma se si guarda allo schema più ampio di un tentativo di costruire su un programma definito una maggioranza che freni la corsa delle destre e faccia alcune cose che servono al Paese, a partire da una legge di bilancio salva-conti, i consensi sembrano più ampi nel partito. C’è l’apertura di Dario Franceschini, di Graziano Delrio, il sì di Matteo Orfini (purché si concordi un programma che includa anche temi come la cancellazione dei decreti sicurezza di Salvini), ma anche di zingarettiani come Roberto Morassut, che dice no alla soluzione “asfittica e mortale” per il Pd di un “governo istituzionale”, ma apre a un “governo istituzionale vero di risanamento e riforme non a tempo”.

L’idea di dire no a un “governo di scopo” e “non a tempo”, piace anche ai franceschiniani. Ma sul tavolo c’è anche la carta di un possibile governo istituzionale con M5s. “Ci aspettano prove difficili. Quando il gioco si fa duro i duri smettono di litigare”, è l’invito pacificatore di Paolo Gentiloni.



Scopri di più da WHAT U

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!

Scopri di più da WHAT U

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere