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HONG KONG AEROPORTO ANCORA KO, SIT-IN PER BLOCCARE I VOLI


Il personale di sicurezza dell’aeroporto fa la guardia mentre i viaggiatori passano davanti ai manifestanti riuniti in un sit-in nell’area di partenza dell’aeroporto di Hong Kong riaperto stamattina, ma subito chiuso. 
(Foto AP / Vincent Thian)

di Chao Zeng

Di nuovo caos all’aeroporto di Hong Kong. Oggi secondo giorno di stop ai voli. I manifestanti hanno gravemente paralizzato le operazioni all’aeroporto internazionale costringendo le autorità a cancellare tutti i voli. Dopo una breve tregua stamattina (a Hong Kong sono 6 ore avanti rispetto a noi), durante la quale i voli sono riusciti a decollare e ad atterrare, l’autorità aeroportuale ha annunciato che i servizi di check-in per i voli in partenza erano stati sospesi a partire dalle 16:30. Aeroporto chiuso: nessun volo in decollo e nessun volo in atterraggio. Un grosso danno economico per uno degli snodi di trasporto più trafficati del mondo. Ieri sono stati cancellati più di 200 voli e i passeggeri sono stati costretti a cercare un alloggio in città mentre le compagnie aeree hanno fatto peripezie per trovare altri modi per portarli a destinazione. Una città di nuovo nel caos nonostante i leder delle precedenti proteste, siano finiti tutti i carcere con l’accusa di “disturbo delle quiete pubblica”.

Una donna tiene in mano un fiore e mostra la foto di una persona ferita dalla polizia mentre i manifestanti organizzano un raduno sit-in all’aeroporto internazionale di Hong Kong. 
(Foto AP / Vincent Thian)

Settecento sono i manifestanti finora arrestati dall’inizio di giugno. Il principale funzionario delle Nazioni Unite per i diritti umani, scrive AP, ha condannato la violenza che circonda le proteste e ha invitato le autorità e i manifestanti a risolvere pacificamente la disputa. Michelle Bachelet, Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha esortato entrambe le parti a impegnarsi in un “dialogo aperto e inclusivo”, che è “l’unico modo sicuro per raggiungere la stabilità politica a lungo termine”, ha affermato. Il leader di Hong Kong, Carrie Lam ha affermato che l’instabilità, il caos e la violenza hanno posto la città su un “percorso di non ritorno” e minaccia nel frattempo arresti di massa. I manifestanti nonostante le parole della Lam, non hanno mostrato indugi nel continuare la loro lotta per combattere contro la legge per l’estradizione che potrebbe trasformarsi in un utile e facile strumento di repressione e costringere la Lam alle dimissioni.



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