di Betty Orwell
Prime conseguenze per Placido Domingo dopo le accuse di molestie sessuali da parte di almeno 9 donne. A cancellare alcune prossime performance dell’artista sono state la San Francisco Opera, che aveva in programma un suo concerto il 6 ottobre, con la quale Domingo avrebbe dovuto celebrare il suo 50 ° anniversario e la Philadelphia Orchestra, che dopo avere annullato l’invito per Domingo a cantare durante il suo gala di apertura del 18 settembre, ha rilasciato una dichiarazione: “Siamo impegnati a fornire un ambiente sicuro, di supporto, rispettoso e appropriato per l’orchestra e il personale, per gli artisti che collaborano e compositori e per il nostro pubblico e le nostre comunità”. Intanto la Los Angeles Opera, di cui Domingo è direttore generale dal 2003, ha fatto sapere che ingaggerà un consulente privato per indagare sulle accuse al tenore. Insomma un brutto colpo e non solo sotto il profilo morale, visto che per il suo concerto San Francisco Opera, dove Domingo avrebbe dovuto celebrare un importante traguardo della sua carriera l’evento era già sold out. Il Met (la Metropolitan Opera House, ossia il teatro dell’Opera di New York) che in aprile, scrive AP, aveva organizzato una cena di gala per Domingo (costo per la partecipazione 2.500 dollari a persona) per settembre e ottobre ha in programma 3 spettacoli del tenore nel ruolo principale di “Macbeth”. “Accettiamo le accuse di molestie sessuali e abuso di potere con estrema serietà”, ha scritto il Met in una nota, osservando che “Mr. Domingo non è mai stato in grado di influenzare le decisioni di casting per chiunque diverso da se stesso”. Al Festival di Salisburgo, in Austria, dove Domingo dovrebbe presentarsi il 31 agosto – la sua prossima esibizione in programma – il presidente del festival Helga Rabl-Stadler ha dichiarato che gli organizzatori concordano sul fatto che dovrebbe apparire come previsto.”Conosco Placido Domingo da più di 25 anni”, ha dichiarato Rabl-Stadler in una nota. “Oltre alla sua competenza artistica, sono stato colpito fin dall’inizio dal suo apprezzamento trattamento di tutti gli impiegati del festival. Troverei effettivamente sbagliato e moralmente irresponsabile dare giudizi irreversibili a questo punto”, ha detto.
Domingo è stato direttore artistico della Washington Opera dal 1996 al 2003 e direttore generale della compagnia dal 2003 al 2011, durante il quale il suo nome è stato cambiato in Washington National Opera. Nel 2011, la società si è fusa con il Kennedy Center. In una dichiarazione congiunta ad AP, le istituzioni hanno affermato che le accuse contro Domingo sono precedenti alla fusione. “Il Kennedy Center non ha mai ricevuto alcuna lamentela documentata sul comportamento del sig. Domingo prima e dopo l’affiliazione di WNO al Kennedy Center”, afferma la nota della società, che ha sottolineato di avere “politiche di tolleranza zero in relazione a molestie, discriminazioni o abusi di qualsiasi tipo”.
La mezzosoprano in pensione Patricia Wulf, al momento unica accusatrice per consentire l’utilizzo del suo nome, ha detto all’AP che Domingo si è comportato in modo inappropriato con lei quando ha lavorato alla Washington Opera. La Wulf ha raccontato ad Ap il timore – all’epoca confessato a un collega maschio, che si era offerto di difenderla in caso di denuncia – di essere licenziata se avesse rese pubbliche le vessazioni di Domingo. Ora però c’è da domandarsi come mai abbia resi pubblici questi presunti abusi proprio ora, in concomitanza di due eventi così importanti per Domingo. Vero è che l’orologio del dolore non è uguale per tutti come anche la capacità e disponibilità di parlare di certi traumi, ma il dubbio è lecito. Com’è anche lecito pensare che anche una personalità di fama internazionale come Domingo, non possa avere fatto errori. Ma in questi casi occorr solo attendere le opportune verifiche delle autorità. La Wulf ha ammesso di essere stata spaventata per molto tempo e di essere riuscita a metabolizzare la sua paura mese dopo mese, per questo motivo ne ha parlato in questi giorni, per porre fine alla cultura del silenzio sugli abusi nel mondo dell’opera.”Faccio un passo avanti perché spero che possa aiutare altre donne a farsi avanti o essere abbastanza forti da dire di no”, ha detto.
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