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PONTE MORANDI, OGGI LA COMMEMORAZIONE


Ponte Morandi dopo il crollo

di Patrizia Sinclair

Oggi a Genova la cerimonia di commemorazione in ricordo delle 43 vittime del crollo del ponte Morandi nel capannone sotto la nuova pila 9 del viadotto, una messa celebrata dall’arcivescovo della città il cardinale Angelo Bagnasco, che ha avuto inizio con la lettura dei nomi delle vittime. Campane a lutto, il suono delle sirene delle navi in porto e i clacson dei tassisti hanno ricordato la tragedia del 14 agosto dello scorso anno quando alle 11,36 la vita di 43 persone è stata inghiottita dal crollo e dalle macerie del ponte Morandi. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accolto dagli applausi, ha abbracciato i familiari delle vittime prima dell’inizio della commemorazione delle 43 vittime del crollo del ponte Morandi. Non tutti i familiari delle vittime hanno partecipano alla cerimonia. Alcuni hanno definito la commemorazione una passerella di politici. Alla commemorazione c’era anche l’Ad di Atlantia ed ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci, tra gli indagati per il crollo. Presente anche l’attuale ad di Aspi Roberto Tomasi. Con Castellucci sono arrivati anche Gianni Mion presidente di Edizione e Giuliano Mari, presidente di Aspi. Dopo poco, però, la delegazione ha lasciato il capannone: alcuni familiari delle vittime avrebbero chiesto al premier Conte che la delegazione Aspi non partecipasse alla cerimonia. La delegazione, scrive Ansa, è stata informata e per rispetto della volontà dei familiari la delegazione si è allontanata.

“Ad un anno dalla tragedia del Ponte Morandi, il Cda di Autostrade per l’Italia, quello di Atlantia e i lavoratori di tutto il gruppo rinnovano il cordoglio e la compassione più sincera per le vittime del crollo e per il dolore dei loro familiari”. Così Autostrade per l’Italia nella lettera pubblicata su alcuni quotidiani nazionali e sui giornali liguri. “Siamo consapevoli e profondamente rammaricati per la gravità delle sofferenze e dei disagi causati all’intera comunità genovese dal crollo del Ponte Morandi”. “Genova oggi – ha detto il premier Giuseppe Conte  – è simbolo della volontà di rinascita. La ricostruzione è cominciata. Il nuovo ponte dovrà essere percorribile nell’aprile nell’anno prossimo. Ringrazio tutti per il lavoro fatto insieme. Il ponte rappresenterà il simbolo della rinascita”.”È un momento di ricordo e commemorazione – ha detto il sindaco Commissario Marco Bucci – Genova vuole crescere, si merita delle infrastrutture di primo livello, la città è unita e sta collaborando. Sia sul lato ovest che est del ponte anche oggi stiamo lavorando, non abbiamo interrotto i lavori, la nuova pila 9 è quasi a 20 metri, abbiamo già 11 pile con fondamenta. stiamo rispettando il piano dei lavori, sono convinto che a fine aprile 2019 inaugureremo il ponte. Ho parlato con il premier Conte che – ha aggiunto -si associa ai sentimenti della giornata di oggi con la volontà di commemorare chi ha perso la vita e allo stesso tempo di continuare a supportare gli investimenti di cui abbiamo bisogno per far tornare Genova una grande città. La prossima primavera Genova avrà il nuovo ponte, venite in macchina e ci passerete sopra”. “Come nazione”, ha detto Egle Possetti, rappresentante dei familiari delle vittime di ponte Morandi, “non possiamo buttare a mare la nostra forza. Dobbiamo avere coraggio e necessità di ritrovarla. Vogliamo giustizia. Se manca giustizia, uno Stato democratico non ha senso. Abbiamo perso un pezzo del nostro cuore, che non ci potrà più essere restituito perchéla loro è stata una morte assurda che non possiamo rassegnarci ad accettare. Stiamo sopravvivendo da un anno e vorremmo tornare a vivere ma è come una montagna da scalare. Non possiamo più pensare di abbracciarli e vedere il loro sorriso. Quanto accaduto è inaccettabile. Per la loro memoria dobbiamo accertare la verità. E come cittadini non possiamo accettare che eventi di questo genere possano accadere. Non possiamo restare inermi, chiediamo un segnale concreto affinché i cittadini possano sentirsi tutelati. La loro è stata una condanna a morte. Vogliamo giustizia  perché un paese democratico non può essere senza giustizia”.



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