di Mauro Ciacci
Anche a Ferragosto non c’è pace per il Governo. A dare il via ieri alla giornata di “je accuse” e di “botta e risposta”, il caso Open Arms, l’imbarcazione che si trovava appena fuori dal porto di Lampedusa, dove non aveva il permesso di entrare. Il ministro Matteo Salvini continuava a schierarsi contro lo sbarco dei migranti e il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta ad opporsi al suo ultimo decreto.
?Il Ministro della DIFESA non ha firmato il divieto di sbarco.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) August 15, 2019
Umanità non significa aiutare trafficanti e Ong. È grazie a questo presunto concetto di “umanità” che negli anni dei governi Pd l’Italia è diventata il campo profughi d’Europa.#OpenArms https://t.co/qsphXMNOyi
La scelta del ministro Trenta
La decisione della Trenta è arrivata ieri mattina con un comunicato. Il ministro si è rifiutato di “firmare il nuovo decreto” di stop predisposto da Matteo Salvini. La Trenta ha spiegato di aver “preso questa decisione, motivata da solide ragioni legali, ascoltando la mia coscienza. Dietro le polemiche di questi giorni ci sono bambini e ragazzi che hanno sofferto: la politica non può mai perdere l’umanità“.Un rifiuto inaccettabile per Salvini, che ha accusato la collega di favorire con il suo gesto “trafficanti e ong”. Troppo per Conte, che con una mossa inedita ha così deciso di rendere pubblica la lettera inviata al vice leghista. “Ennesima sleale collaborazione”, “foga politica” che lo ha spesso portato a “slabbrature istituzionali” e una “ossessione” sui migranti, le accuse di Conte a Salvini.
Il testo completo della lettera del premier Conte
“Gentile Ministro dell’Interno, caro Matteo, ti scrivo questa lettera aperta perché il caso della nave Open Arms domina ormai le prime pagine dei giornali e perché sono costretto a constatare che anche la corrispondenza d’ufficio tra la Presidenza del Consiglio e il Viminale viene poi riportata sui giornali e allora tanto vale renderla pubblica all’origine, per migliore trasparenza anche nei confronti dei cittadini.Ti ho scritto ier l’altro una comunicazione formale, con la quale, dopo avere richiamato vari riferimenti normativi e la giurisprudenza in materia, ti ho invitato, letteralmente, “nel rispetto della normativa in vigore, ad adottare con urgenza i necessari provvedimenti per assicurare assistenza e tutela ai minori presenti nell’imbarcazione”.
Con mia enorme sorpresa, ieri hai riassunto questa mia posizione attribuendomi, genericamente, la volontà di far sbarcare i migranti a bordo.
Comprendo la tua fedele e ossessiva concentrazione nell’affrontare il tema dell’immigrazione riducendolo alla formula “porti chiusi”. Sei un leader politico e sei legittimamente proteso a incrementare costantemente i tuoi consensi. Ma parlare come Ministro dell’Interno e alterare una chiara posizione del tuo Presidente del Consiglio, scritta nero su bianco, è questione diversa.
È un chiaro esempio di sleale collaborazione, l’ennesima a dire il vero, che non posso accettare.
Come ho sempre pubblicamente rappresentato, il tema dell’immigrazione è un tema complesso. Va affrontato con una politica di ampio respiro, come ho provato a fare sin dal primo Consiglio Europeo al quale ho partecipato, a fine giugno 2018, evitando di lasciarci schiacciare dai singoli casi emergenziali.
Da subito ho elaborato una piattaforma politica fondata su sei premesse e dieci obiettivi, in modo da inserire tutte le singole iniziative in questa prospettiva strategica, sempre costantemente ispirata alla tutela dei diritti fondamentali e, in particolare, della dignità della persona e alla protezione dei nostri interessi nazionali, sovente compromessi nella gestione del fenomeno migratorio.
Ho personalmente contribuito a perseguire questo nuovo indirizzo politico, di maggiore rigore rispetto al passato, al fine di contrastare più efficacemente l’immigrazione illegale e la moderna e disumana “tratta dei disperati”, alimentata dalle organizzazioni criminali.
Ho viaggiato in lungo e in largo in Africa e nel Medio Oriente per incrementare la cooperazione nei Paesi di origine e nei Paesi di transito, dove si concentrano le rotte dei migranti.
Abbiamo sempre lavorato intensamente, coinvolgendo anche il Ministro Moavero, per rendere più efficace il meccanismo dei rimpatri per i migranti che non hanno diritto ad alcuna protezione.
Mi batterò sino all’ultimo giorno perché si affermi un meccanismo europeo, da applicare in via pressoché automatica, per operare una redistribuzione che veda tutti i Paesi dell’Unione pienamente coinvolti, in modo da evitare che i Paesi di primo sbarco, come l’Italia, siano abbandonati a se stessi.
Pur in attesa che si attui questo meccanismo europeo, sono sempre personalmente intervenuto, con gli altri Paesi europei, per pretendere e ottenere una redistribuzione dei migranti che sono sbarcati nei nostri porti. E a questo proposito dobbiamo dare atto che sia la Commissione europea sia alcuni leader europei ci hanno sempre teso la mano per sbloccare situazioni emergenziali.
Questo è il momento di insistere in direzione di una soluzione sempre più europea, altrimenti l’Italia si ritroverà completamente isolata in una situazione che diventerà, nuovamente, via via sempre più ingestibile. La nuova Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, nei colloqui sin qui avuti, mi è sembrata molto determinata a percorrere questa strada e a darci una mano risolutiva.
In definitiva, se davvero vogliamo proteggere i nostri “interessi nazionali”, non possiamo limitarci a esibire posizioni di assoluta intransigenza. Abbiamo chilometri di coste e siamo a una manciata di ore di navigazione dall’Africa e dal Medio Oriente. Da ultimo tu stesso hai constatato come è difficile contrastare i quotidiani, minuti sbarchi clandestini.
Non possiamo agire da soli. Dobbiamo continuare a insistere in Europa, come peraltro hai fatto Tu, di recente a Helsinki. E’ questa la direzione giusta.
E poi non oscuriamo quello che abbiamo fatto di buono. Se mai rammarichiamoci per quello che ci riproponevamo di ottenere e ancora non abbiamo ottenuto.
Un ultimo aggiornamento sulla vicenda Open Arms.
Francia, Germania, Romania, Portogallo, Spagna e Lussemburgo mi hanno appena comunicato di essere disponibili a redistribuire i migranti. Ancora una volta, i miei omologhi europei ci tendono la mano.
Siamo ormai agli sgoccioli di questa nostra esperienza di governo. Abbiamo lavorato fianco a fianco per molti mesi e ho sempre cercato di trasmetterti i valori della dignità del ruolo che ricopriamo e la sensibilità per le istituzioni che rappresentiamo.
La tua foga politica e l’ansia di comunicare, tuttavia, ti hanno indotto spesso a operare “slabbrature istituzionali”, che a tratti sono diventati veri e propri “strappi istituzionali”.
Per queste ragioni mi sono ritrovato costretto a intervenire varie volte – l’ho fatto perlopiù riservatamente – non per l’ansia di contrappormi politicamente alle tue iniziative, ma per la necessità di rivendicare l’applicazione del principio di “leale collaborazione”, che è fondamentale per il buon funzionamento delle istituzioni pubbliche.
Il consenso politico a cui ogni leader politico aspira si nutre della fiducia degli elettori. Ma se non alimentiamo la fiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche si crea un cortocircuito e alla fine prevalgono rabbia e disaffezione. Dobbiamo tutti operare per riconoscere piena dignità alle istituzioni che rappresentiamo, nel segno della leale collaborazione.
Hai alle spalle e davanti una lunga carriera politica. Molti l’associano al potere. Io l’associo a una enorme responsabilità.
Buon ferragosto,
Giuseppe Conte
La risposta di Salvini non è tardata ad arrivare: “Umanità non significa aiutare trafficanti e ong. Per me umanità significa investire seriamente in Africa e non certo aprire i porti italiani”. Poi il ministro ha aggiunto: “Sul divieto di sbarco alla #OpenArms siamo soli contro tutti. Contro Ong, tribunali, Europa e ministri impauriti. E col Pd al governo, immigrazione di massa e Ius Soli tornerebbero realtà”. E ancora: “Ho l’ossessione dei porti chiusi? Sì, ho l’ossessione della sicurezza dei cittadini italiani e della lotta ai trafficanti e delle Ong complici dei traffici, gli italiani “mi pagano per difendere i confini e garantire la sicurezza. Mi spiace che certe cose, invece di dirle in faccia, il gentile presidente del Consiglio le abbia pubblicate. Se come ministro dell’Interno preferisce qualcuno del Pd basta dirlo”. Poi ha aggiunto: “Senza la marea di no arrivata nelle ultime settimane, avremmo continuato a lavorare serenamente. Il presidente del Consiglio mi mette in bocca cose mai dette e mi parla di slealtà. Di no un governo muore, abbiamo bisogno di sì. Se qualcuno dice sì, allora ragioniamo. O c’è un governo del sì, con ministri del sì… o l’unica via sono le elezioni”. Una frase che lascia intendere passi da gambero alla quale Di Maio ha replicato dicendo: “Salvini ha fatto tutto da solo, per tornare dopo nemmeno 24 ore nelle braccia di Berlusconi. Ora è pentito, ma ormai la frittata è fatta. Ognuno è artefice del proprio destino!”. E riguardo alla frase scritta da Conte nella lettera che Salvini reputa un’accusa (N.d.R.: “… Mi spiace che certe cose, invece di dirle in faccia, il gentile presidente del Consiglio le abbia pubblicate. Se come ministro dell’Interno preferisce qualcuno del Pd basta dirlo”), Di Maio aggiunge: “Siamo al paradosso. Parla lui, che in faccia a noi non ha mai detto nulla. Parla lui, che ha mandato tutto all’aria senza una motivazione, annunciando la crisi di governo da uno stabilimento balneare dopo essersi preso due settimane di ferie”.
E Renzi…
“Tutto bellissimo. E tutto anche assurdo: mai vista una crisi gestita così. Se non fosse una cosa seria ci sarebbe da ridere!”, scrive Matteo Renzi su Fb. “Salvini sente scivolarsi via la poltrona e sa che solo con il potere potrà avere ancora un (breve) futuro. Il capitano si è impaurito di brutto. E dunque offre tutto a Di Maio. Scene da far impallidire il calciomercato. Adesso vedremo che cosa farà il M5S: può davvero accadere di tutto. Noi abbiamo una sola stella polare: il rispetto delle Istituzioni. Solo quello. Prima l’Italia. Poi il Pd, le correnti, le esigenze personali: prima l’Italia”, ripete l’ex premier. “Prima le Istituzioni. Siamo pronti a un Governo Istituzionale per salvare le famiglie dall’aumento dell’IVA e per evitare che l’Italia sia isolata in Europa. E siamo ancora più pronti a fare un’opposizione ancora più dura se grillini e leghisti si rimetteranno insieme per una banale esigenza di poltrone. Per noi la difesa degli italiani viene prima di qualsiasi cosa, anche dei nostri risentimenti personali”.
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