di Colin Anthony Groves
Donald Trump fa di nuovo parlare di sé non per le sue campagne e raid anti-immigrazione, non per qualche parola di troppo spesa contro qualcuno, non per la querelle in corso ora con la Cina, ma per una decisione che ha colto di sorpresa un po’ tutti, quella di volere comprare la Groenlandia. Ma non per gioco come si fa a Monopoli con le località, ma per davvero. Inutile dire che il primo ministro della Groenlandia, Mette Frederiksen, ha mostrato più che stupore per questa proposta, come anche il palazzo reale, definendo il suo piano di acquisto “assurdo” e per questo motivo lo ha respinto nell’immediato al mittente. Un affronto per Trump che non ama sentirsi dire di no, e che di conseguenza ha deciso di annullare la visita in Danimarca prevista per il 2-3 settembre scrivendo due post su Twitter per commentare la vicenda.
“La Danimarca è un paese molto speciale con persone incredibili, ma sulla base dei commenti del Primo Ministro Mette Frederiksen, secondo cui non avrebbe alcun interesse a discutere l’acquisto della Groenlandia, rimanderò il nostro incontro in programma tra due settimane per un’altra volta”, ha detto Trump incurante del rischio di provocare una crisi diplomatica. Rinvio che è stato confermato anche dal portavoce della Casa Bianca Judd Deere che successivamente ha confermato che la visita in Danimarca era stata annullata (N.d.R.: ma non ad oggi quella in Polonia).
“La Groenlandia non e’ danese. La Groenlandia e’ groenlandese. E spero che tutto ciò non sia qualcosa che venga davvero preso sul serio”, ha risposto la Frederiksen, che successivamente assieme al Premier della Groenlandia Kim Kielsen ci ha tenuto a sottolineare che la Groenlandia non è in vendita.
….The Prime Minister was able to save a great deal of expense and effort for both the United States and Denmark by being so direct. I thank her for that and look forward to rescheduling sometime in the future!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) August 20, 2019
Martin Lidegaard, un ex ministro degli Esteri, all’emittente TV2 ha definito la proposta di Trump “una farsa diplomatica” e ha definito il comportamento di Trump “grottesco”. L’ex primo ministro Helle Thorning-Schmidt su Twitter ha scritto che “la cancellazione di Trump è stata “profondamente offensiva per la popolazione della Groenlandia e della Danimarca”.
Ma perché Trump è così interessato alla Groenlandia?
Domenica Trump aveva dichiarato di essere interessato all’acquisto della Groenlandia per scopi strategici, pur precisando acquisto non era una priorità. La Groenlandia si trova tra gli oceani Atlantico e Artico. Una calotta di ghiaccio di 1,7 milioni di chilometri quadrati (660.000 miglia quadrate) copre l’80 percento dell’isola. La ritirata del ghiaccio potrebbe scoprire potenziali risorse di petrolio e minerali in Groenlandia che, se sfruttate con successo, potrebbero cambiare drasticamente le fortune dell’isola, anche se al momento tenuto conto dello spessore del ghiaccio, l’esplorazione del terreno è possibile solo nelle regioni costiere, tra l’altro in condizioni che non si possono ritenere ideali, a causa del lungo inverno con porti ghiacciati, oscurità 24 ore su 24 e temperature che scendono regolarmente sotto meno 30 Celsius (meno 20 Fahrenheit) nelle parti settentrionali.
Non è la prima volta che gli Usa chiedono di acquistare la Groenlandia
Facendo passi indietro nella storia, questa non è la prima volta che un leader americano cerca di acquistare l’isola più grande del mondo scrive AP. Nel 1946, gli Stati Uniti proposero di pagare alla Danimarca 100 milioni di dollari per acquistare la Groenlandia dopo aver flirtato con l’idea di scambiare terra in Alaska con parti strategiche dell’isola artica. Secondo un accordo del 1951, la Danimarca permise agli Stati Uniti di costruire basi e stazioni radar sulla Groenlandia. La US Air Force attualmente mantiene una base nella Groenlandia settentrionale, la Thule Air Force Base, 1.200 chilometri (745 miglia) a sud del Polo Nord. Gli ex aeroporti di Narsarsuaq, Kulusuk e Kangerlussuaq sono diventati aeroporti civili. La base di Thule, costruita nel 1952, fu originariamente progettata come base di rifornimento per missioni di bombardamento a lungo raggio e dal 1961 è un sito di allerta precoce per missili balistici e di sorveglianza spaziale.
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